Il colore è un potere che influenza direttamente l’anima.
(Vasilij Vasil'evič Kandinskij)
In questa frase il celebre pittore Kandinskij, precursore e fondatore della pittura astratta, ha sintetizzato egregiamente quanto l’energia dei colori influenzi il nostro stato fisico, mentale, emozionale e spirituale.
Secondo Kandinskij, il movimento del colore è una vibrazione che agisce sulle corde dell’interiorità dell’essere umano e paragona i colori agli strumenti musicali proprio per le sensazioni e le emozioni che suscitano in colui che ne fruisce. A suo parere il colore produce due effetti: un ‘effetto fisico’ basato sulla registrazione di un colore da parte della retina e un ‘effetto psichico’ causato dalla vibrazione spirituale attraverso cui il colore penetra nell’anima. L’effetto psichico è determinato dalle qualità sensibili di ogni colore che interagiscono con i nostri sensi, ogni colore ha quindi un odore, un suono, un sapore interiori. A proposito del ‘suono’ del colore, Kandinskij ricorre a una metafora musicale per spiegare quest'effetto: il colore è il tasto, l'occhio è il martelletto, l'anima è un pianoforte con molte corde.
Così il giallo è dotato di una vitalità prorompente come il suono di una tromba, il blu è associabile a quello di un flauto, il rosso caldo e vivace è paragonato al suono di una tuba, il verde è una quiete appagata assimilabile al suono del violino, il bianco che racchiude tutti i colori dell’iride è connesso al silenzio tra una battuta e un’altra di un’esecuzione musicale, infine il nero che rappresenta l’assenza di luce è il silenzio assoluto come la fine di una sinfonia.
I colori, infatti, emettendo delle vibrazioni, interagiscono con le nostre vibrazioni e, se queste sono alterate da stati disarmonici, sono in grado di riportarle in armonia. Viviamo in un mondo a colori, ne siamo immersi, qualifichiamo le nostre emozioni associandole ai colori: ‘rosso dalla rabbia’, ‘oggi sono di umore nero’, ‘sei luminosa’ e così via.
Il colore ha quindi un effetto su di noi che può essere disturbante o rasserenante, può suscitare emozioni come quando contempliamo un tramonto o un’alba, pensiamo a quando scegliamo il colore degli abiti e degli accessori che decidiamo di indossare in base al nostro umore.
Ma quando inizia la percezione dei colori?
Da un esperimento in cui veniva proiettata una luce intensa sulla pancia della gestante, si è potuto notare, grazie all’ecografia, che già dal terzo trimestre di gestazione il feto reagiva alla luce socchiudendo le palpebre e modificando il battito cardiaco. Ciò dimostra che la vista del feto si sviluppa già durante la vita intrauterina.
Circa a 34 settimane di gestazione, il feto è in grado di percepire il colore rosso dei vasi sanguigni ricchi di ossigeno della placenta, sarà per questo che il rosso attrae irresistibilmente il neonato durante le prime settimane di vita.
Secondo una ricerca condotta su 170 bambini tra i due e i quattro mesi, nel Baby Lab dell’università del Sussex (UK), alla nascita un neonato già conosce le categorie dei colori e li divide in cinque grandi gruppi – rosso, blu, verde, giallo e viola – categorie comuni in tutte le lingue del mondo.
I colori sarebbero quindi universali, non dovuti all’apprendimento del linguaggio.
Nella relazione con i colori possiamo scegliere se essere fruitori passivi o utilizzarli come terapia, la cromoterapia infatti si basa sull’utilizzo della potenza dei colori come strumento di guarigione e riequilibrio, ma non è una disciplina moderna.
Già nell’antichità i Babilonesi, gli Egiziani, i Cinesi, i Greci, utilizzavano dei cibi e delle acque colorate per le guarigioni, poiché attribuivano ai colori dei poteri curativi e si basavano sull’assunto che la mente sia influenzata dai colori percepiti, caricandoli di significati emotivi.
Prima di argomentare sui colori però è necessario parlare della luce che, dal punto di vista metafisico, è la manifestazione visibile dell’attività dello Spirito. La luce è una ma le sue manifestazioni sono diverse. Bisogna avere la consapevolezza dell’origine unitaria dei colori che sono prodotti dalla rifrazione della luce che è unica.
I colori provengono dall’unica luce, infatti la connessione che rende attiva la cromoterapia è con la luce increata.
La luce, nel corso del tempo, è stata oggetto di studio di numerosi scienziati. Il celebre fisico e matematico Isaac Newton riteneva che la luce contenga tutti i colori, mentre il singolo colore rappresenta un’unità percettiva sperimentabile. Al contrario, Johann Wolfgang von Goethe intendeva la luce come unità indivisibile mentre i singoli colori come un misto di luce e tenebre, questa relazione tra luce e tenebre è il fenomeno originario del colore che è sperimentabile con i sensi.
La teoria dei colori di Goethe, elaborata nel 1810, si basa sulla polarità, luce-tenebra, bianco-nero, positivo-negativo, maschile-femminile, sulla opposizione e complementarietà di questa polarità. Goethe affermava che la luce determina un movimento di contrazione in noi stessi mentre la tenebra produce un effetto di espansione. La luce muove verso, la tenebra si ritira da, noi siamo nella relazione tra queste polarità.
L’esoterista e teosofo Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, riteneva necessario lo studio dei colori sulla base del pensiero di Goethe, inoltre collegava i colori ai pianeti: Verde - Sole, Rosso – Marte, Giallo e Bianco – Giove, Azzurro – Saturno.
Secondo Steiner il colore non esiste se non come segno di uno stato interiore dell’anima; un fenomeno genera una sensazione che provoca l’insorgenza di un sentimento associabile al colore esterno non dell’oggetto ma del fatto interiore, il sentire nel contatto con l’esperienza.
Nel mondo sensibile non sono sperimentabili luce assoluta e tenebra assoluta, sono invisibili, dall’invisibile si determina il visibile, non vediamo la luce ma gli effetti, non vediamo il fenomeno originario ma siamo dentro agli effetti, siamo inseriti in un mondo di effetti di questa originarietà.
La luce è quindi la manifestazione del potere generatore di tutti i fenomeni.
È necessario superare il dualismo tra noi e il mondo fenomenico, tra ‘io esisto’ ed ‘esiste il mondo fuori’, tutto è il riflesso di uno stato primordiale e la pratica della cromoterapia può servire a trascendere la dualità per entrare nello stato primordiale.
Poiché i colori hanno un effetto sulla nostra energia interna, si possono utilizzare per intensificare una determinata qualità, oppure per ridurre o eliminare una certa energia con la quale siamo venuti in contatto.
Nelle tradizioni orientali i colori sono attributi della divinità e i 5 colori vengono associati ai 5 elementi:
- il bianco è connesso all’acqua, viene usato per la pacificazione e la guarigione
- il giallo è legato alla terra, serve per produrre un incremento di una certa energia
- il rosso è associato al fuoco, ha un potere magnetico-attrattivo
- il verde è collegato all’aria, al potere realizzativo
- il blu è associato allo spazio, all’assenza di dualità, al ‘samadhi’, lo stato di meditazione profonda.
Poiché lo squilibrio degli elementi causa la malattia, si possono utilizzare a scopo riequilibrativo, insieme ai colori, delle lampade o dei cristalli che illuminati emettono dei fasci di colori. Ad esempio, nella meditazione con i cristalli e/o colori il prana, l’energia universale che proviene dal Sole, viene catturato e inviato all’organo che necessita di riequilibrio. Il prana è il prodotto della combinazione di luce e calore e viene assorbito attraverso il respiro. Il plasma solare è molto potente, se pensiamo alle tempeste solari che mandano in tilt gli apparecchi elettronici e anche noi che, subendo tale influsso, possiamo sentirci nervosi e agitati!
La cromoterapia sortisce un potenziamento dell’effetto curativo se associata al suono in un processo di attivazione che procede in questo modo: la luce unificata si trasforma in colori che vengono attivati con i suoni.
Nell’induismo ed anche nel buddismo si praticano i Bīja, termine che indica il suono-seme ovvero il suono che trasformò l’energia potenziale di Brahmā in materia. In altri termini ad ogni forma materiale è associato un suono.
I Bīja Mantra sono suoni che, grazie alle loro vibrazioni, ampliano la sfera psicofisica dell’essere umano e sono i seguenti: Ram – fuoco, vam – acqua, yam – aria, lam – terra, ham – etere. Se pronunciati in accordo con i colori, potenziano l’effetto terapeutico della cromoterapia.
Non è un caso se nelle pratiche tantriche si recitano i mantra con una mala o rosario composto da 108 grani: il 9, il numero della Luna, viene moltiplicato per 12, il numero del Sole. E 108 è il numero dei punti segreti del corpo che vengono attivati ruotando la mala, assorbendo e sigillando così il prana che si assorbe durante la pratica meditativa.
Concludo con una suggestiva poesia di Gianni Rodari:
Pelle Bianca come la cera
Pelle Nera come la sera
Pelle Arancione come il sole
Pelle Gialla come il limone
tanti colori come i fiori.
Di nessuno puoi farne a meno
per disegnare l’arcobaleno.
Chi un sol colore amerà
un cuore grigio sempre avrà.