Un'abitazione disordinata e straripante di cose superflue corrisponde a un confuso e inconcludente approccio esistenziale. Se in casa ci sono soltanto cose che usiamo e amiamo, la casa diventa un'impareggiabile fonte di sostegno e nutrimento psicofisico. (da Spaceclearing libera il tuo spazio trasforma la tua vita di Lucia Larese)

Ben prima che il metodo giapponese per il riordino venisse alla luce e diventasse noto in tutto il mondo, scrissi queste frasi che in molti misero in pratica. Iniziò così uno scambio di riflessioni ed esperienze con i lettori che mi inviarono innumerevoli lettere, successivamente inserite nel mio libro; la condivisione delle esperienze personali ne amplificò l’effetto. Oggi questi concetti sono noti e diffusi e in molti mettono l’accento sull’importanza di “buttare via il superfluo”.

Vorrei qui sottolineare che, se non cambi l’approccio mentale è probabile che, dopo aver riempito sacchi nei e scatoloni, ti ritroverai, dopo pochi mesi, con lo stesso caos che avevi all’inizio. Recentemente ho incontrato una persona che aveva appena fatto il trasloco e era sommersa da scatoloni di ogni genere perché aveva fatto impacchettare tutto dalla ditta di traslochi e trasportato ogni cosa nella nuova abitazione. Mi sono chiesta: e se dovessi traslocare, cosa porterei con me di quello che ho in casa?

Questo pensiero ha innescato una serie di riflessioni sulle cose che occupano la mia casa e ho scoperto che, l’idea di fare un trasloco ti fa andare più in profondità e ti mostra quali sono le cose veramente importanti che conservi. Ricorda inoltre che, quando cambi casa, devi impacchettare, imballare, trasportare molte cose e tutto questo ha un costo sia economico sia di energia (e fatica!) impiegata.

Il primo passo, per metterti in moto, è quello di immaginare e darti una scadenza specifica che sia presunta o reale e iniziare un percorso profondo di revisione degli oggetti che occupano i tuoi spazi. Immagina di dover traslocare, diciamo fra tre mesi: fai un giro di casa per renderti conto di quello che porteresti via con te.

Una stanza al giorno (bastano 15-30 minuti): controlla negli armadi, sulla libreria, nei mobiletti della cucina. Il risultato ti sorprenderà. Cose che per te erano utili, sia a livello pratico che psicologico, fino qualche tempo fa, oggi potrebbero essere diventate meno rilevanti. A volte non ci rendiamo conto che la vita cambia più velocemente delle modifiche che apportiamo al nostro spazio. È cambiata la tua vita e anche il tuo mondo interiore. Pian piano, se glielo permetti la casa ti svela come la tua vita si è trasformata da quando hai organizzato una certa stanza, un certo spazio.

Riordinare e fare spazio mette in luce le tue esigenze e priorità che, nel tempo, sono cambiate. Traslocare diventa un’occasione (vera o virtuale) per fare spazio.

Fra poco, l’11 novembre, si festeggia San Martino e c’è un modo di dire “fare san Martino”, che significa cambiare lavoro, traslocare, una locuzione usata nel territorio, a vocazione agricola, della pianura padana. All’epoca, una significativa parte della popolazione era occupata, in agricoltura, come braccianti o mezzadri, che risiedevano sul luogo di lavoro. L'anno lavorativo dei contadini terminava agli inizi di novembre, dopo la semina. Se il proprietario della cascina non rinnovava il contratto, il contadino o mezzadro doveva trovare un nuovo impiego presso una nuova cascina dove sarebbe andato a vivere con la famiglia, traslocando. La data scelta per il trasferimento, per tradizione, era quasi sempre l'11 novembre, giorno in cui la Chiesa ricorda San Martino di Tours: da qui l’espressione “fare san Martino”.

Il trasloco delle cose di famiglia era diventato un’abitudine a cui forse possiamo ispirarci ancora oggi per alleggerire le nostre case, semplicemente immaginando cosa porteresti con te e cosa lasceresti andare, se dovessi traslocare fra poche settimane.