Tutte le volte che scrivo di Sacro Femminino, a molte donne sembra qualcosa di inarrivabile, qualcosa che appartiene alla favola, alla mitologia, alla ricerca di qualche cosa di spirituale che poco ha a che fare con la realtà vera dove bisogna fare i conti con un contesto sociale e, da questo punto di vista, oserei dire in decadimento.
Vero ma non del tutto perché se non vogliamo parlare del Sacro Femminino in chiave esoterica, in aspetti dell’anima, allora proviamo a riflettere su una immagine più moderna ma non troppo che è quella della bellezza di un gioiello, di una gemma, di qualcosa che, secondo noi e secondo i nostri canoni di bellezza, rappresenta il bello. Non troppo moderno per la verità quello dei gioielli ma sempre attuale perché andando indietro nella storia li riscontriamo già nel Paleolitico.
Quante volte abbiamo definito la nostra compagna o i nostri figli un gioiello raro e prezioso dal valore inestimabile? Quante volte abbiamo detto di una donna che ha una luce splendente? Quante volte abbiamo paragonato la bellezza di una donna come a un brillante? Tante volte!
Mi piace osservare molto, d'altronde ho fatto lo scultore per molti anni modellando la dura pietra delle cave siciliane che ha fatto nascere in me la naturale propensione a osservare i dettagli, anche quelli che sovente una donna indossa come accessori e, fra questi, un gioiello che esalta i suoi particolari di bellezza non solo quella esteriore ma anche quella della sua parte più nascosta.
E come diceva Leonardo Da Vinci che di bellezza ne ha lasciata parecchia “I dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio”.
Siamo attratti da tutto ciò che è luce, che è luminoso, che luccica. Eppure se chiediamo alle donne, difficilmente, a primo acchito, ricordano quanti gioielli luminosi posseggono semplicemente perché il vero unico gioiello splendente che conoscono a fondo sono loro stesse anche se sovente dimenticano proprio quest’ultimo.
I gioielli, per le donne, sono irresistibili perché inconsciamente possono rappresentare potere, simboli dell’essere state riconosciute con affetto da chi gliele ha donati. Amano indossarli esattamente come qualsiasi altro accessorio che in qualche modo può rappresentare un messaggio celato agli occhi di chi non sa leggere nell’Oltre di una donna o di quella che io definisco Dea-Donna per comunicare senza bisogno di usare le parole.
La Dona gioiello non è quella che silenziosamente con un gioiello dice “Guardami come sono bella, anzi, bellissima” o non è solo quella che vuole essere ammirata ma quella che esprime la propria personalità dando proprietà ancora più preziosa ai gioielli che indossa perché è lei il vero gioiello.
Sono donne che nella loro anima hanno tutte le sfaccettature di un brillante che le rende forti ancora di più dello stesso brillante e non possono passare inosservate.
Te ne accorgi e percepisci la loro luce anche a distanza e ad occhi chiusi e dentro di te riescono a far cambiare qualcosa. Inizi a vedere e non più a guardare. Di solito non si accontentano e sfidano loro stesse nella costruzione di un gioiello dentro gli altri per mostrare a sé stesse e agli altri ciò che hanno nel profondo della loro anima. Sanno creare laboratori alchemici dove il piombo viene sottratto dai tre neutroni in più e diventa oro.
Quell’oro, quel diamante, quella luce che non serve per piacere agli altri ma per piacere a sé stesse e sono uniche ed inimitabili. Indossano gioielli sul loro essere gioiello prezioso, abbagliante, sfolgorante ma i primi sono solo accessori come potrebbe essere un tacco da urlo ma solo se il piede è un gioiello.
Sì, talvolta hanno bisogno di un laboratorio dove si creano gioielli per imparare d’avere la certezza di saper creare ciò che esiste veramente dentro di loro e proiettarlo all’esterno.
Un po' come creare una collana, un bracciale che apparentemente non esiste ancora ma che esiste dentro il suo “vedere” intimamente, che si unisce perla dopo perla con un filo di luce che attraversa il corpo attraverso l’anima per “entrare sempre di più in un’energia creativa per parlare di sé stessi” a sé stesse, a chi sa vedere oltre i confini dei confini e nell’Oltre.
Perla dopo perla… tenerezza dopo tenerezza, forza dentro il coraggio di aver coraggio che scaccia la paura di aver paura, fragilità, amore, passione… Sì, fuoco di passione per fondere un lingotto d’oro dalla forma rigida e farne un gioiello elegante, sinuoso, avvolgente, sensuale…
È così che la Dea-Donna manifesta la sua anima al mondo del profano. È così che scopre di essere quella donna gioiello che usa i gioielli ma non si lascia usare. Creando modelli nuovi, gioielli fatti di pietre preziose ma filosofali, catalizzatrici di processi alchemici capaci di dare una nuova vera dimensione alla consapevolezza che nella Dea-Donna, nella Donna gioiello esiste quella luce dentro la percezione di sé stesse come gioiello che sa come splendere nell’Oltre e non in un solo giorno ma in quel “per sempre” per essere quella pietra miliare di eccezionale importanza, quel punto di partenza dove la donna stessa deve ripartire e da dove l’uomo deve iniziare per il nuovo percorso verso la Luce dell’infinito per un’umanità sempre più elevata. Anzi, di più…