Ogni bambino ama i cuccioli, che scodinzolino liberi in casa come un cane o un gatto o vivano in un terrario come una silenziosa tartaruga. I canoni di divertimento infantile possono però venire stravolti da culture e tradizioni locali, come accade ad esempio nel lago Tonle Sap, in Cambogia.
Il paese asiatico viene principalmente identificato con il classico complesso di templi di Angkor Wat, capolavoro di architettura che da solo "vale il viaggio", ma non lontano dall'abitato di Siem Reap si possono trovare situazioni che catalizzano l’attenzione del visitatore su inconsueti aspetti umani piuttosto che sul tradizionale fascino archeologico. Basta spostarsi infatti di qualche decina di km con un qualsiasi tuc-tuc per strade sterrate o con qualche mezzo di navigazione locale per arrivare al lago, dove villaggi di palafitte e storie di varia umanità la fanno da padrone.
Dichiarato riserva della biosfera nel 2001 da Unesco, il lago viene considerato come il più esteso bacino di acqua dolce del continente asiatico. Risulta essere uno dei tributari del Mekong grazie all’omonimo fiume (Tonle Sap in cambogiano significa proprio "grande fiume"), ma solo durante la stagione secca. Durante la stagione delle piogge a causa dei monsoni le acque scorrono in senso inverso, depositando molti sedimenti che aiutano a renderlo importante patrimonio ittico per la zona.
Le rive si sono popolate dalla notte dei tempi di numerosi villaggi, aggregando pescatori che spesso si spostano a seconda dell'andamento delle acque, spendendo l'esistenza in un groviglio di reti e palafitte. Anche il commercio vive in simbiosi con il lago: come buona parte dei paesi asiatici che vivono a contatto con i corsi d'acqua le barche vengono attrezzate alla vendita di qualsiasi genere di prima necessità, andando a formare estesi mercati galleggianti. Se le barche dei pescatori non destano troppa attenzione, tra le capanne sospese sul filo dell’acqua la curiosità viene attratta dai bambini dagli occhi svegli e vestiti con abiti vivaci, che si avvicinano al mezzo dei visitatori estranei alla ricerca di regali, navigando su bacinelle di plastica usate come fossero dei kayak, spinte da pagaie anch'esse di circostanza.
Le minuscole imbarcazioni con la loro forma inusuale vincono a stento le leggi dell’idrodinamica, ma rappresentano un valido mezzo di trasporto per i bambini che non non possono ancora portare barche più ingombranti, e nel contempo fungono anche da valida palestra di navigazione. La perizia nel governarle viene oltremodo valorizzata quando si notano i “cuccioli” che si dimenano all'interno di queste imbarcazioni improvvisate: serpenti di tutte le specie, dimensioni e colori, che vengono afferrati con noncuranza dai piccoli barcaioli. Questi i rettili talvolta superano anche in dimensioni l’altezza dei bambini che li strattonano, afferrandoli saldamente per coda o direttamente dietro alla testa, per mostrarli con orgoglio ai visitatori che non possono esimersi dalla foto di rito. Il loro destino da animali da compagnia è comunque migliore dei colleghi rettili che finiscono sotto alcool insieme altri serpenti, anfibi o scorpioni, per la preparazione di qualche strano esotico liquore, oppure dei poveri coccodrilli che si dimenano a dozzine dentro strette gabbie, pronti per essere cucinati.
Sono tutte istantanee di un continente asiatico che va comunque velocemente a scomparire, inghiottito da un turismo sempre più invasivo, che anche tra remoti villaggi in qualsiasi parte del mondo è ormai ben conosciuto e trattato come risorsa di potenziale benessere. Per trovare esotiche testimonianze dei tempi che furono tra non molto, più che del biglietto aereo, sarà necessario dotarsi della macchina del tempo.