In questi anni una delle Fondazioni italiane che maggiormente si è distinta in grandi mostre fotografiche è di certo la Fondazione Bisazza di Montecchio Maggiore alle porte di Vicenza. L'ulteriore conferma arriva dall'originale mostra Araki, a cura di Filippo Maggia, che la Fondazione Bisazza ha promosso nei propri orginali spazi espositivi per rendere omaggio fino al 3 dicembre al celebre fotografo-artista contemporaneo, Nobuyoshi Araki.
Oltre settanta fotografie scandiscono il percorso espositivo del celebre artista giapponese, il cui universo creativo si snoda dai nudi femminili alle composizioni floreali - in questa occasione diventate quasi sensuali ma anche forme astratte in grado di rappresentare un'altra identità della sua produzione fotografica, fino agli scorci cittadini e ai cieli di Tokyo, ritratti nella loro massima esplosione di luminosità.
La mostra, non è solo una profonda riflessione sull’universo femminile, sull’eros e sulla morte – e il loro grado per far rivivere i diversi stati d'animo ad essi correlati - ma anche la testimonianza di quanto può avvenire all'interno dei diversi caratteri percettivi e rappresentativi dell'uomo, tanto più quando si ritrova a operare artisticamente con un occhio a causa di una malattia, e riesce comunque a far emergere il carattere e un codice stilistico, una nuova forma creativa che prende corpo in una circostanza mutante e mutata.
Come ricorda Filippo Maggia, Araki è “conosciuto e dibattuto in tutto il mondo per i suoi provocanti e conturbanti ritratti di donne giapponesi. Egli è senz'altro una figura unica nella fotografia contemporanea, capace di aver fatto della sua esistenza - della sua vita che non distingue l’ambito privato da quello pubblico e professionale - il bacino da cui quotidianamente attingere per la creazione artistica. Tema ricorrente nella poetica di Araki è, come ricorda l’autore, l’esplorazione della 'bellezza che risiede nello spazio infinitamente piccolo che sta fra la vita e la morte', in quell’attimo in cui la bellezza celebra se stessa subito prima che inizi l’inevitabile processo di decadimento, di cui un perfetto esempio sono le immagini delle composizioni floreali”. Composizioni che presentano un punto di vista davvero originale della produzione arakiana.
Le immagini in mostra appartengono a diverse serie: da Sentimental Journey a Painting Flowers, Suicide in Tokyo, Hana Kinbaku, Erotos, Bondages, 67 Shooting Back... - e raccontano indirettamente le esperienze che hanno maggiormente segnato la vita dell'autore nel corso degli anni. Ma un esempio assai recente e determinante, è proprio la raccolta dal titolo Love on the Left Eye, le cui fotografie tutte volutamente oscurate nella parte destra rispetto a quella ben visibile di sinistra, testimoniano la perdita della vista nel suo occhio destro. È questa una produzione che merita grande attenzione in quanto testimonia quei caratteri della conoscenza e dell'espressione creativa con cui un autore si può misurare nel momento in cui viene a mutare uno degli elementi della propria percezione visiva. Araki ne trae insegnamento e sviluppa anche in questa occasione una poetica dai suggestivi risvolti, di carattere interiore e introspettivo.
In mostra è presente anche la campagna pubblicitaria Bisazza del 2009 con tredici fotografie inedite realizzate da Araki. Anche così, arte, tradizione e raffinatezza trovano in questa occasione la loro massima espressione, grazie all'armonioso connubio tra i preziosi decori in mosaico e il fascino della cultura giapponese, qui fortemente enfatizzato. E infine, interno al percorso espositivo sono due video: il primo documenta il dietro le quinte dello shooting della campagna pubblicitaria realizzata per Bisazza e il secondo è un breve film con un'intervista ad Araki. Le opere prestate, presenti in mostra, provengono dalla Taka Ishii Gallery e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, mentre una serie sono di proprietà della Fondazione Bisazza.