La Confraternita Preraffaellita nasce nel tardo Ottocento inglese, al fine di scostarsi definitivamente dai dettami della Royal Academy of Arts. Lo fa con risultati eclatanti che richiamano l’attenzione di critici illustri quali Ruskin, il quale ne diviene il primo mecenate. Qualche anno più tardi, il nudo maschile di Phyllis e Demophoon provocò l’espulsione accademica del tardo preraffaellita Edward Burne Jones, mentre - negli stessi anni alla fine dell’800 - la Confraternita viene tacciata di eccessivo spirito decadente sia nelle opere pittoriche che nei loro scritti considerati troppo ridondanti.
Da qui la decisione di un breve esilio volontario, da parte del pittore, in Italia dove ebbe modo di studiare le tecniche dei maestri rinascimentali, aggiungendo elementi più “morbidi” alla sua pennellata simbolista. Le figure diventano esitanti, pensose e vagamente effeminate: una rivisitazione vittoriana della classicità. Nello stesso momento, scrittori come Walter Pater e John Addington Symonds auspicano un ritorno all’antica Grecia e alla mitologia classica.
Seguendo questo filone, l’ultimo viaggio in Italia intrapreso da Burne Jones insieme a William Morris dà pochi frutti artistici ma li riconcilia coi preraffaelliti Spencer Stanhope (ormai definitivamente trasferitosi a Firenze) e Fairfax Murray a Siena. Tornato in patria completa grandi capolavori quali: Amore tra le Rovine, Laus Veneris e Perseus nei quali è ormai pienamente raggiunta la maturità di stile e, da queste grandi tele, nasce l’idea di un atelier rinascimentale; la difficile attuazione del progetto e i continui sbalzi depressivi sono da considerarsi alla base delle molte opere lasciate incomplete.
I primi anni ’70 – al contempo – sono pregni di nuovi spunti che si traducono nella prima grande personale alla Grosvenor Gallery con tele dai colori decisi e dai brillanti effetti decorativi pur mantenendo tratti quasi bi-dimensionali che donano ai dipinti l’aspetto di arazzi. L’approccio estetico è ormai completo in tele quali Lo Specchio di Venere che abbraccia Rinascimento e Preraffaellismo raffigurando Venere e le sue ancelle intente ad ammirare il proprio riflesso nell’acqua, alle loro spalle uno sfondo floreale dietro al quale appare – insidioso – un panorama roccioso. La situazione è puramente preraffaellita ma le figure sono rinascimentali mentre la scelta di ridurre al minimo i dettagli storici enfatizzando l’uso del colore e dell’ornamento è da ricondursi pienamente al movimento estetico.
Lo sguardo rivolto verso il passato e l’ambientazione esotica sono elementi romantici e sono facili da ritrovare in Amore tra le Rovine, negli sguardi languidi dei due amanti immersi all’interno di un paesaggio desolato. Nell’ultimo decennio dell’800, Burne Jones è ormai in grado di rappresentare qualsiasi soggetto e di staccarsi da ogni movimento pittorico per approfondire uno stile personale.