Ho una malattia si chiama fantasia porta quasi all'eresia è considerata pazzia...
(Il Cappellaio Matto, Alice nel Paese delle Meraviglie)
Il rosa tenue di una Scozia fiorita ed eccezionalmente, soleggiante. La chiameremo, affettuosamente, la donna in rosa, the woman in pink, o meglio ancora la dama in rosa. Sempre con lo stesso affetto e magari anche con un po’ di riverenza. E sempre con uno sguardo alla letteratura. Se volete passeggiare per tranquilli e immensi giardini, degni del sogno o della favola più belli, allora seguiteci. Senza timore, ma aspettandovi solo tanto stupore. Nella fantasia più libera e sfrenata. Perché, come scrive Carola Lodari nel suo A zonzo nei giardini inglesi, partire è un po’ fiorire … Pronti allora per un altro viaggio verde???
Eccoci in uno dei posti più incantevoli d'Europa, intenti a camminare per le strade più belle e serene al mondo, soli con pensieri, colori, idee, percezioni, immagini, disegni, sogni, voglia di favola. Siamo nel giardino del Castello di Crathes, del XVI secolo, nella verdeggiante, regolare e allegra Scozia, vicino a Banchory, nell'Aberdeenshire, dove colori e profumi accomunano ancora una volta i nostri pensieri stanchi da quello che vedono e sentono ogni giorno. Banchory deriva dallo scozzese Beannchar, luogo benedetto. Ho già detto tutto.
Tanti sono i castelli della Scozia e i suoi giardini, ma Crathes è diverso, è un posto magico dove si lascia il cuore. Qui si sente subito la musica. Ora che ci rifletto, ci sentirei le note di Abel Korzeniowski, nella colonna sonora del film W.E. di Madonna. L'ho apprezzata solo dopo la visita a Crathes, su suggerimento di un amico, ma ripensandoci meglio ora, quelle sono davvero le note giuste. Provate a metterle nel vostro moderno iPod mentre camminate per quel giardino e mi darete sicuramente ragione. Un ritmo adatto, i tasti leggeri di un pianoforte che scorrono veloci sui pensieri, un violino inconfondibile. Assoli e acuti che rinfrescheranno passi e riflessioni. Quasi un tintinnio di campanelli felici e allegri che risveglia i vostri sensi assopiti dal grigio del traffico e delle città nebbiose, sature e inquinate. Campanellino di Peter Pan potrebbe essere lì, la piccola fata alata. Campanellino che non parla, ma che si esprime attraverso un tintinnante scampanellio, comprensibile solo a chi ha familiarità con il linguaggio delle fate. Fatina che per le sue dimensioni limitate può contenere solo un sentimento alla volta. Un po’ come noi ora qui a Crathes, di fronte alla sua immensa bellezza. E poi lucciole, la sera, e il rosa che domina ovunque.
Fiori dai mille colori e profumi costeggiano le stradine serpeggianti che uniscono il giardino al castello, incuranti di chiunque passi di lì ma attenti a che nessuna mano irrispettosa li colga. Arredo vegetale gradevole, profondo e armonioso, trionfo di composizioni nei corridoi erbosi.
Ci sembra di disegnare ciò che da piccoli campeggiava sui nostri fogli bianchi di pergamenata carta Fabriano, ovvero una casetta con il camino fumante, tanti alberi spigolosi e una stradina sbilenca che ci faceva entrare dalla piccola porta quasi ovale di quell’abitazione che ospitava i nostri sogni. Lì dentro poteva esserci tutto e di tutto, le aspettative erano immense.
I nostri tratti erano maldestri allora, un po’ come lo sono ancora oggi quando ci avviciniamo a un sogno, come solo quelli di un bambino potevano e sanno essere. Ma quei tratti erano liberi e diligenti. Candidi. Le punte di gesso delle scarpe di una ballerina, intinte nei colori come punte di pennelli ben pettinate, potrebbero disegnare qualsiasi cosa se, volteggiando, dipingessero cerchi di nuvole o linee rette che conducono verso il cielo. Fino a chiudersi un una leggiadra e romantica Terza Arabesque alla Giselle. Lascio ancora una volta a voi la fantasia nel vedere questi tratti luminosi sui prati e sulle viuzze del giardino illuminato dai raggi del sole.
Allora decidiamo di riprovarci, di provare ancora a dipingere, ripartendo da quella libera e lontana innocenza di bambini, ed eccoci a percorrere una stradina fra le siepi che porta non più alla casetta immaginaria della nostra più tenera infanzia ma al Castello. Perché da grandi si cerca il castello... Calpestiamo la ghiaia color grigio-argento, non vediamo né sentiamo la polvere sotto le scarpe da tennis che paiono sempre più leggere e alate. Quasi svolazziamo, tanto siamo leggeri, l'aria non ha peso, la gravità non esiste più. Tutto fluttua.
Chiudiamo un attimo gli occhi, camminando a tentoni nel seguire solo la brezza e il profumo dei fiori che ci conducono a una serra bianca e ricamata. Veniamo guidati lì, passando un arco, fra le foglie e le frasche degli alberi verdeggianti, il nostro cappello di paglia alla Holly Hobbie si impiglia leggermente e leggero fra i rami che scendono abbracciati ad accogliere i nostri passi. Le foglie sembrano mani che stringono altre mani, un coro di benvenuto che apre il cuore a un turista che sente la natura vicina e amica. La natura parla, sempre, ma qui in modo particolare.
I fiori più diversi e variopinti ti salutano e ti sorridono, tutto ha un'anima. Le radici battono quasi le mani al tuo arrivo, le spine delle rose si ritirano per permetterti una carezza, le foglie si aprono per lasciarti cadere sul viso una goccia di rugiada rimasta imprigionata dal mattino. Sui tuoi capelli cade un fiore bianco, anche questo un modo per darti ancora il benvenuto. La serra racchiude i discorsi di tante persone che, entrando, si sono confrontate al grande, all’immenso e lì hanno trovato il coraggio di parlarsi, di ammettere sentimenti, di chiedere scusa, di perdonare, di lasciarsi andare, di abbandonarsi all’infinito e intangibile potere dei fiori.
Ci piace immaginare che in quella serra umida, una coppia si è chiarita, degli amici si sono ritrovati, un parte imperfetta dell’umanità ha capito cosa fare e dove andare, cosa sia giusto rifiutare, accettare e cambiare, come guidare le proprie mani incerte nel cogliere il bello e il brutto di un’esistenza che non aspetta e che non sa aspettare. Perché, come diceva John Lennon, Life is what happens to you when you're busy making other plans. E allora, carpe diem, ci verrebbe da dire.
E dopo i colori sei invaso e assalito dai profumi. Un po’ come quando entri in un’affollata profumeria degli Champs Elysées, dove il tuo naso viene improvvisamente accolto da essenze di ogni tipo. Rose, rose e ancora rose e poi, rododendri, calli, siepi di tasso irlandese, iris giapponesi a fiore blu violaceo. Il giardino delle rose è magnifico. A Crathes tutto è meraviglioso. Un luogo di culto per tutti i giardinieri del mondo e non solo.
Vedi una torretta da lontano, immersa nel verde anch’essa, perfetta per un regalo che davvero vorresti ricevere, forse una principessa lì vi ha scritto papiri e pagine d’amore, accanto a un cavaliere piumato. Quello poteva essere il rifugio di pomeriggi piovosi o assolati, dove su un’intarsiata e raffinata scrivania di legno bianco scorrevano fiumi di inchiostro a descrivere un amore felice ma nascosto. Non ci viene nemmeno in mente che quell’amore potesse essere infelice.
Virginia Woolf in Una Stanza tutta per sé ammetteva che, se ha intenzione di scrivere romanzi, una donna deve possedere denaro e una stanza tutta per sé. Forse in quella torretta intarsiata e perlata una giovane e bella principessa scriveva il suo romanzo, nella sua stanza, sola con se stessa. O magari era semplicemente una delle cameriere o uno dei giardinieri che, lì dentro nelle brevi pause dalle fatiche quotidiane di camere e giardini, diventavano principesse o principi, mentre rinchiusi per poche ore scrivevano i loro pensieri e sogni. Chiunque poteva e può diventare nobile scrivendo.
E poi incroci siepi, ancora siepi, l'arte topiaria qui ha raggiunto i suoi più alti livelli. Forme, tante. Vedi le forme più strane e varie, sembra quasi di essere all'interno di un cartone animato. Anche tu disegni con la matita colorata della tua fantasia. Basta farle un po’ di punta in più, con un agile e curioso temperino, e contribuisci pure tu con il tuo tratto preciso e personalizzato. Tirare linee a volte serve, aiuta.
A Crathes i giardini a tema sono otto, ciascuno dei quali rappresenta uno stato d'animo. Lascio a voi scoprire quali. Magari senza indicazioni precise, ognuno troverà il suo e personalizzerà quel luogo pieno di magia. Meglio non darvi suggerimenti e lasciarvi immaginare liberamente dove e con chi siete o dove e con chi vorreste essere.
Continui a camminare e ti ritrovi in un attimo nel Giardino Segreto di Frances Hodgson Burnett. Un passaggio del libro ti torna in mente, quello dove un personaggio - non importa se non ricordi quale - sussurra che … Naturalmente ci sono molte magie nel mondo … ma la gente non sa a che servano o come utilizzarle. Forse il sistema migliore è dire che stanno per accadere delle belle cose, finché non accadono davvero. Voglio provare. … Sono sicuro che c’è magia in ogni cosa, solo che noi non abbiamo una sensibilità sufficiente a comprenderla e utilizzarla...
Allora se parliamo di magia, che qui regna sovrana ovunque, anche per i corridoi bui del castello, un’altra sensazione immediatamente ci pervade. Avete presente il buon, saggio e simpatico Mago Merlino di Walt Disney? Lì a Crathes lo troverete, con la sua candida barba al vento, a guidarvi saltellando fra l’erba e le siepi, risvegliando la vostra curiosità naturale e umana verso il bello. Sarà tutto vivo, sacro, recupererete energia e stupore. Quello stupore dei bambini, spesso perso o magari solo nascosto o addormentato, unitamente alla loro fantasia che vi farà fare salti verso il futuro, verso la realizzazione dei vostri desideri più profondi. Qui riprenderete energia. Quell'energia che solo la purezza della natura trasparente può ridarvi. Perché come diceva sempre anche il citato e caro Walt, se puoi sognarlo, puoi farlo. Il mio motto ormai da qualche anno. Perché tutto è possibile se davvero lo si vuole. È nell’aria.
E poi anche Cenerentola diceva che i sogni sono desideri chiusi in fondo al cuor… nel sonno ci sembran veri e tutto ci parla d'amor… non disperare nel presente ma credi fermamente e il sogno realtà diverrà …
Allora sognate con me, in libertà.