La Sardegna è già spettacolare di suo e tra le tante meraviglie che possiede ha pure un’isola…nell’isola. Si chiama Sant’Antioco, si trova a Sud Ovest, nel SulcisIglesiente, dista una ottantina di chilometri da Cagliari ed è collegata all’isola madre da un istmo artificiale costruito in epoca romana e da un ponte più recente. Il suo periplo misura 109 km pertanto si può tranquillamente girare tutta in una giornata. Sant’Antioco è la quarta isola italiana per grandezza dopo la Sicilia, la Sardegna e l’Elba. Ed è come se in essa si fosse condensata e stratificata tutta la storia del continente.
Sant’Antioco: sorsi di fascino autentico
Sant’Antioco, possiede il carisma di una terra dalla natura aspra e selvaggia. H una storia antichissima, m soprattutto una tradizione religiosa molto sentita, con un santo arrivato dal mare e venerato da tutta la Sardegna. Inoltre ha una cultura enogastronomica molto…appetibile. Oltre a essere un borgo marinaro, Sant’Antioco è anche terroir del famoso Carignano del Sulcis, vitigno autoctono che ha attecchito molto bene per la sua resistenza ai venti pieni di salsedine che soffiano dal mare e dal quale si ottiene l’omonimo vino di colore rosso rubino con riflessi granata.
Isola di storia
Sant’Antioco è un angolo di Sardegna da assaporare con lentezza e a ogni passo rivela una pagina di storia. Di datazione nuragica, è un posto completamente diverso dagli altri, adatto per quanti amano i sapori genuini, la semplicità delle vacanze non ostentate. Circondata da spiagge e laguna, macchia mediterranea, scogliere e saline, quest’isola racconta di una devozione che continua da 665 (la Festa Manna, la grande festa in onore di Sant’Antioco che si celebra quindici giorni dopo Pasqua l’edizione estiva, il 1° agosto e il 13 novembre nella ricorrenza della morte del santo) è il vero fulcro della sua comunità, così come in effetti dichiara la sua toponomastica.
Bella a tutte le stagioni, proprio perché la natura pura e le esperienze all’aperto sono godibili durante tutto il corso dell’anno, Sant’Antioco è soprattutto un condensato di storia antica. La basilica di Sant’Antioco martire, per esempio, che contiene la statua e le reliquie del santo, rivela strutture tipiche dell’architettura bizantina. Dall’edificio sacro, scendendo nel sottosuolo, sono visitabili la cripta e un sistema di catacombe unico per affreschi, iscrizioni e tombe ad arcosolio. A poca distanza dalla basilica si trova il Forte di origine sabauda, una possente struttura militare chiamata anche Castello.
Subito sotto si stende la zona archeologica con l’Acropoli che domina la città antica e la Necropoli punica di Is Pirixeddus. La passeggiata continua al Villaggio Ipogeo, uno dei siti più frequentati dai turisti. A breve distanza ci si imbatte nel Museo Etnografico, un tempo ritrovo per gli abitanti del rione Is Gruttas e ora adibito a esposizione permanente di attrezzi rurali. Ma non è finita: a Sant’Antioco c’è pure il Museo Archeologico Ferruccio Barreca e la tappa successiva è il Tofet, luogo di culto fenicio: il più grande santuario a cielo aperto del Mediterraneo, uno dei principali al mondo dopo quello di Cartagine.
Isola di tradizioni
Sant’Antioco è dunque un condensato della Sardegna più autentica, fatta di religiosità e tradizioni popolari molto sentite. Sa Festa Manna, la grande ricorrenza che omaggia Sant’Antioco Martire, è una delle celebrazioni più antiche d’Europa, un rito collettivo che si ripete da 665 anni, catalizza tutte le sotto regioni della Sardegna che giungono alla festa nei loro costumi tipici e coinvolge in processioni lungo le vie del centro grandi e piccini.
Il bisso, l’inestimabile filo
Sant’Antioco annovera molto artigianato, con produzione di arazzi e tappeti, filigrana e ceramica. Soprattutto però in quest’isola pittoresca sopravvive un’arte manuale che è pura maestria, ossia la lavorazione di una fibra tessile naturale conosciuta come la seta del mare: è il bisso, filamento secreto dal mollusco bivalve Pinna Nobilis, che vive nella laguna. Per approfondire la conoscenza della sua storia affascinante, si può visitare il Museo del Bisso in una delle vie storiche del paese, allestito dalla maestra Chiara Vigo, la quale ha raccolto i segreti della tessitura per trasmissione orale diretta delle sue ave. Il bisso non ha peso: è quasi impalpabile al tatto, di una morbidezza evanescente e scintillante, ma una volta lavorato assume i toni splendidi dell’oro. Per questo motivo non ha quantificazione commerciale nè costo: essendo un regalo del mare è inestimabile.
Street art
Il volto a toni blu di Prussia con i capelli raccolti della scrittrice Premio Nobel Grazia Deledda campeggia sul muro che occupa la facciata di due edifici contigui, anticipando di poco quello intitolato “Il suono delle onde” che raffigura una ragazza seduta su un cavalluccio marino. Sono due esempi del grande progetto di rigenerazione urbana che, come un museo diffuso, conduce ad ammirare una Sant’Antioco più colorata e contemporanea, con effetti ottici e cromatici straordinari come solo i graffiti e i murales sanno esprimere.
Sant’Antioco isola di natura pura
Spiagge di posidonia e sentieri naturalistici da percorrere a piedi o in bici sono uno dei vanti di Sant’Antioco. Ma ci sono naturalmente anche cale e grotte da conoscere avvicinandosi in barca, come Portixeddu, Maladroxia, Capo Sperone, Coacuaddus, Turri, Cala Sapone, Cala della Signora, Cala Lunga. Chi lo desidera può organizzare gite al faro o alle saline. Tutto è possibile a Sant’Antioco, dove esiste anche una struttura ricettiva ricavata dentro al Museo del Mare e dei Maestri d’Ascia: la comfort zone ideale come base di soggiorno essendo situata sul lungomare Colombo.
Una vacanza a Sant’Antioco è esattamente questo: scoprire una Sardegna diversa, vivere ai bordi del mare, svegliarsi col grido dei gabbiani che annunciano l’arrivo delle barche col pescato, fare uscite a bordo di canoe trasparenti per vedere i fondali della laguna, uscite a piedi per attività di birdwatching per avvistare e osservare i fenicotteri rosa. Oppure ci si può spostare verso le famose saline che, come una paesaggio lunare, accolgono il visitatore con le loro montagne candide da sembrare neve, le benne sollevate per l’estrazione del sale, le pozzanghere cristallizzate che rimandano scintillii come fossero diamanti.