La musica in Algeria abbraccia diversi generi ed espressioni: Raï, Kabyle, Staifi, Chaabi, Haouzi, Chaoui, Sahraoui, Andalusa, Gnawa, Malouf, Gasba, Rap, Charki, tradizionale e jazz, oltre a quella magrebina, araba, libanese, egiziana e medio orientale. La scena musicale fa riferimento ad artisti di fama internazionale quali Khaled, Cheb Mami, Cheb Hasni, Zahouania, Reda Taliani, Idir, Souad Massi, Gnawa diffusion. L'orecchio occidentale deve abituarsi ai suoni e agli strumenti tradizionali di questo paese, lontani dai ritmi e dalle nostre intonazioni, il risultato dell'educazione all'ascolto è di apprezzare una diversa musicalità, favorendo un arricchimento culturale e un'apertura mentale, necessari per comprendere i tanti aspetti e le contraddizioni di questa nazione.
Il Raï è il genere musicale dell'Algeria più conosciuto nel mondo, la sua nascita risale agli anni Settanta, riconducibile alla città di Orano, da sempre fulcro della cultura del paese. Questo genere fonde le musiche popolari dell'ovest algerino e del pop elettrico occidentale. La parola Raï significa "punto di vista", il termine si diffuse nell'epoca in cui il cheikh (maestro), poeta di tradizione melhoun, prodigò saggezza e consigli sotto forma di poesie cantate nel dialetto locale. Tuttavia, nel contesto della nenia popolare, il cantante si lamenta del suo malumore incolpando la propria facoltà di giudizio, il suo raï, che cedendo ai sentimenti lo porta a prendere decisioni sbagliate. [1]
Tra gli strumenti più diffusi vi sono vari tipi di violini, sia quelli del mondo arabo sia di tipo europeo, questi ultimi accordati in modo diverso. Il violino più utilizzato è il Kamanjah, ottenuto da una noce di cocco spaccata a metà, ricoperta di pelle di pecora o di pesce. Il suonatore lo utilizza tenendolo in grembo, seduto sul pavimento a gambe incrociate. Anche il Rabab è molto diffuso in tutto il Maghreb, si tratta di uno strumento a corde sfregate dall'arco, realizzato da un unico pezzo di legno con il corpo di forma stretta e convessa. Altri strumenti tradizionali sono: guesba (flauto speciale), oud (strumento della famiglia dei liuti a manico corto, con cassa piriforme con tre fori decorati a rosette), chitarre, mandolini, tanbur (strumento a corde di origini orientali), kanun (cordofono a 72 corde della tradizione classica araba) e Luth-Liuto di origine persiana. Nel Raï i più utilizzati sono: nay (flauto orientale), derbouka (percussione) e bendir (tamburo a cornice), oltre a quelli di origine occidentale.
La musica Gnawa predilige strumenti quali il sintir, un liuto-tamburo a tre corde con due parti principali in legno e i tbola, un tamburo grande e uno piccolo, solitamente decorati con l’henné. Si tratta di una musica etnica tipica del Sud del Marocco e del sud-ovest dell'Algeria, che si dice provenga dagli schiavi originari dalla Guinea, che la suonavano in occasione di particolari cerimonie. Il suo ritmo è ipnotico e capace di indurre uno stato di trance, grazie ai suoni bassi e ritmati del sintir, canti ad antifona, battito di mani e percussioni di cembali chiamati krakeb. Musica e danza sono impiegate per evocare forze spirituali capaci di estirpare il male, curare malattie della psiche e guarire addirittura le punture dei micidiali scorpioni del deserto. Con il passare del tempo, la musica Gnawa ha iniziato a destare interesse anche al di fuori della società tradizionale ed è salita alla ribalta internazionale. Suonatori Gnawa collaborano con musicisti di fama internazionale quali Bill Laswell, Adam Rudolph e Randy Weston. Naturalmente i tradizionalisti sono contrari alla commistione tra un genere considerato sacro con musiche decisamente più commerciali, mentre artisti come Hassan Hakmoun allestiscono spettacoli per chi desidera assaporare un'esperienza di musica e trance. Raï e Gnawa sono due aspetti della variegata scena musicale algerina, in costante crescita e trasformazione. Con questo primo articolo abbiamo iniziato a parlarne, consapevoli che i ritmi e le loro tradizioni ci diventeranno sempre più familiari.
Gli artisti
Idir è il musicista cabilo più conosciuto all'estero, grazie al brano A vava inouva (Il mio papà), una dolce ninna nanna con le parole di Ben Mohamed. Il musicista algerino esordì a Radio Algeri, inventandosi lo pseudonimo che lo avrebbe reso celebre, per non far sapere ai propri genitori che stava intraprendendo la carriera artistica. A vava inouva ebbe un exploit immediato, da allora Idir ha prodotto un numero limitato di album, avvalendosi spesso dei testi di Ben Mohamed. Questo brano è considerato il primo grande successo venuto dall'Africa settentrionale e rappresenta l'affermazione del ritorno alle radici, un sentimento molto sentito dagli algerini.
Souad Massi è una sensibile e raffinata cantautrice nata ad Algeri nel quartiere popolare di Bab El-Oued, reso famoso dall’omonimo film di Merzak Allouache. Incoraggiata dal fratello maggiore, iniziò a studiare musica in giovane età, cantando e suonando la chitarra. Crescendo apprezzò sempre di più il rock e il genere country americano, stili musicali che avrebbero influenzato il suo modo di comporre. Souad canta in arabo algerino, francese e, occasionalmente, in inglese e cabilo, alcune volte impiegando più lingue nella stessa canzone.
Amazingh Kaleb, figlio dello scrittore algerino Kateb Yacine, ha formato una delle band più famose di questo genere, conosciuta con il nome di Gnawa Diffusion. Il gruppo, che vive a Grenoble in Francia, è noto per la fusion tra reggae e tradizione, i testi dei loro brani sono in lingua araba, tamazight, francese e inglese. Khaled è il più famoso musicista di Raï, conosciuto all’inizio della carriera con il nome di Cheb (il giovane) Khaled. La sua musica è un mix di ritmi nordafricani, spagnoli, francesi e anglosassoni. I testi sono in algerino, arabo e francese, il suo più grande successo internazionale è stato Didi, mentre l’album più recente si intitola C’est la vie.