Sandro Luporini nasce a Viareggio il 12 luglio 1930. Dopo aver frequentato il Liceo si iscrive alla Facoltà di ingegneria dell’Università di Pisa, ma, nel 1953, senza aver completato gli studi, decide di dedicarsi alla pittura trasferendosi a Roma per frequentare la Scuola libera del nudo nel biennio 1953-1955. “…Forse per sottrarmi a studi non amati, forse per cercare nella metropoli una via convincente, capace di liberare l’animo dalla malinconia dei lunghi inverni in Versilia… ” (Luporini).
L’incontro con l’Urbe e gli artisti che la vivevano fu fulminante. Era quella un’epoca nella quale a Roma si manifestavano due tendenze: l’astratto e il realismo sociale. Sandro cerca di individuare una strada autonoma che fosse sintesi di modalità diverse di osservare e rappresentare la realtà prefiggendosi di cogliere e cantate il realismo sociale, partendo dal realismo quotidiano di una città colta nella crudezza post bellica.
Milano e il Realismo Esistenziale
Nel 1956 Luporini decide di trasferirsi a Milano, dove la ricerca artistica era più pregnante, e dove si inserisce nel gruppo definito del Realismo Esistenziale. Con il gruppo Sandro partecipa a varie mostre alla Galleria Bergamini (1958-1963), facendosi subito notare dalla critica. Le sue opere di quel periodo rappresentano lo scenario urbano del capoluogo lombardo, con cupe cromie di palazzi e chiese dove l’artista ha condensato fabbriche reali, ma viste con occhi incantati. In questi lavori l’immaginario creativo di Sandro si arricchisce di fantasmi che vivono nella sua assillante visione del reale, tuttavia non si evince ancora la rabbia verso le ingiustizie e le debolezze del mondo, successivamente sfogata assieme al cantante Giorgio Gaber, con cui collaborerà nei testi delle canzoni, ma invece si trova la parte più contemplativa e solitaria, oserei dire romantica, di un pittore che riesce a sublimare paesaggi e aspetti di normale vita quotidiana.
In occasione della mostra del 1963 alla Galleria Bergamini viene effettuato dall’Istituto Luce un cinegiornale, quello del 14 febbraio, che riporta: “Il pittore Sandro Luporini si aggiunge ad una qualificata compagnia: è Giorgio Gaber che fa la serenata ai quadri esposti dall’artista viareggino in una nota galleria milanese (….), i quadri sono degni di attenzione per la loro felicissima vena poetica al limite tra il figurativo e l’astratto, tra la realtà e la fantasia, come in un lirico dormiveglia”.
I dipinti degli anni Settanta annoverano diversi elementi “visti” a Viareggio, dove continuava a recarsi ogni estate, a dimostrazione che nell’animo dell’artista la sua città di mare torna ad essere pulsante. È il caso di Spiaggia con gabbiani del 1975 dove sopra stabilimenti balneari posti sulla spiaggia due splenditi gabbiani con le ali dispiegate, somiglianti più ad angeli che uccelli, solcano un cielo plumbeo invernale.
Il ritorno a Viareggio e “La Metacosa”
Nel 1970 Luporini sente tuttavia la necessità di lasciare Milano, decide di ritornare a vivere nella natia e mai dimenticata Viareggio, pur mantenendo stretti contatti con il capoluogo lombardo e le consolidate amicizie, in particolare quella con Gaber. Nel 1979 con artisti quali Gianfranco Ferroni, Giuseppe Bartolini, Giorgio Tonelli, Lino Mannocci, Giuseppe Biagi, Bernardino Luino, Luporini prende parte al progetto-movimento denominato “La Metacosa”.
L’Associazione Diffusione Arte e Cultura di Modena (Adac)
Alla fine degli anni Settanta Sandro Luporini nello studio di Gianfranco Ferroni conosce Adriano Primo Baldi, Presidente dell’Associazione Adac (Associazione Diffusione Arte e Cultura di Modena). Tra i due nacque un’amicizia e un rapporto esclusivo che nel 1983 si trasforma in rapporto professionale. Dal 22 ottobre 1983 Luporini, infatti, affida tutta la sua produzione all’Adac che cura l’organizzazione dell’attività espositiva, la raccolta bibliografica, l’archiviazione e la conservazione opere. L’associazione cura inoltre la raccolta delle recensioni giornalistiche e altri scritti, costituendo una rassegna stampa che viene continuamente aggiornata.
Le prime mostre
Dopo le mostre personali del 1958, 1961, 1963, presso la Galleria Bergamini di Milano, Luporini nel 1964 espone alla Galleria Mutina di Modena, nel 1965 alla Galleria Botero di Torino, nel 1967 alla Galleria Fant Cagnì di Brescia. Nasce una collaborazione con la Galleria Il Fante di Spade con sede a Roma e Milano, nella prima città espone nel 1969 e nel 1972, a Milano nel 1974 e nel 1981.
Nel 1983 espone a Modena e Franco Solmi, anche riferendosi a una precedente mostra così scrisse nel catalogo: ”In una recente mostra tenutasi in Palazzo Paolina a Viareggio, Roberto Tassi collocava criticamente l’opera di Sandro Luporini in una situazione neometafisica che ha le sue origini in una tradizione, tutta europea, dello sguardo fisso e lontananze, di luci sospese e come raggrumate in antiche calcine che mantengono il sapore terso e vagamente impenetrabile dell’affresco di memoria mediterranea anche laddove più calano a costruire immagini di quotidianità dispiegata. In questa aura di metafisica del quotidiano possono riconoscersi quelli che nella mostra viareggina Tassi ha raccolto come congeneri di una comune poetica dilatata fino a comprendere, oltre che le consonanze, anche le diversità”.
Sono seguite altre esposizioni personali di particolare importanza: nel 1985 a Ferrara nel Palazzo dei Diamanti, nel 1986 a Vignola (Modena) nella Rocca Medievale, nel 1987 a Carpi (Modena) nel Castello dei Pio.
Nel 1989 realizza tre mostre: a Reggio Emilia nel Teatro Ariosto, a Pavullo (Modena) nel Palazzo Ducale, a Bergamo nel Teatro Sociale. In quest’ultima occasione l’Adac pubblica un catalogo monografico contenente autorevoli testi critici: Elvira Cassa Salvi, Giorgio Mascherpa, Pier Carlo Santini, Vittorio Sgarbi, Franco Solmi, Roberto Tassi.
Nel 1992 Luporini è scelto per la mostra Omaggio al Maestro dal Premio Viareggio-Rapaci che gli allestisce una personale a Villa Borbone (in questa occasione la prima rete Rai trasmette un’intervista a Luporini e un servizio televisivo sulla sua opera) e sempre nel 1992 tiene una mostra antologica nella Sala dell’Esedra del Palazzo Ducale di Mantova.
La mostra Dal Realismo esistenziale alla Metafisica
Nel 2001 è stata presentata una mostra personale di Luporini, curata di Vittorio Sgarbi, allo Spazio Oberdan di Milano. Si tratta di Sandro Luporini, dal Realismo Esistenziale alla Metafisica, dove vengono esposte opere eseguite dal 1955 al 2000, tra tecniche miste, oli su tela e su tavola. Una lunga vicenda che attraversa la stagione emotivamente intensa del Realismo Esistenziale, tra metafora sociale ed esperienza individuale, per poi attestarsi con una sicurezza priva di remore dinanzi al paesaggio marino della Versilia. Il mare è il protagonista dei quadri di Luporini, osservato nella sua grandiosa fisicità ma anche sognato come teatro dei ricordi o luogo di improvvise apparizioni: le navi da guerra che solcano le acque con le loro imponenti moli, grandi gabbiani, qualche raro bagnante.
Nel catalogo dell’editore Mazzotta così Mauro Corradini si esprime: “Sul mare, grigio-azzurro, leggero, il veliero o le navi, masse grigio-bianche o grigie, immobili, figlie come sono del ricordo. Oltre il mare, la linea del cielo, la terza ampia striscia orizzontale, a scandire questo allontanarsi dalla realtà, questo volo nella memoria: un cielo sempre più immobile, in cui né i gabbiani o i paracaduti più compaiono, come accade all’inizio di questo ciclo. Il cielo costruisce la linea di fuga, il punto di non ritorno della fantasia che si immerge nella memoria e rilegge il passato alla luce del presente (o il presente alla luce del passato?)”.
Le mostre recenti
Nel 2001 la Provincia di Lucca ha dedicato a Sandro Luporini una nuova esposizione antologica dal titolo La tensione dello sguardo, allestita a Palazzo Ducale.
Nel 2002, la Galleria d’Arte Moderna (GAM) di Brescia, unitamente alla rivista Stile Arte, ha dedicato a Luporini una mostra, comprendente opere dal 1982 al 2002. Il quella occasione il direttore del quotidiano di cultura STILEarte, Maurizio Bernardelli Curuz, ha pubblicato una significativa intervista a Luporini, che spazia dal lavoro pittorico alla scrittura dei testi delle canzoni e degli spettacoli teatrali scritti con Giorgio Gaber.
Dal 5 luglio al 10 settembre 2004 espone all’ Università Bocconi di Milano con la mostra Sandro Luporini. Dagli esordi alla neometafisica, curata da Michele Fusco e testi in catalogo di Carlo Secchi e Salvatore Grillo.
Nel 2005, il Comune di Pisa ha organizzato una serie di iniziative sull’opera pittorica e teatrale di Luporini. Evento centrale è stata la mostra Metafisica del quotidiano al Teatro Verdi presentata da Philippe Daverio.
Il catalogo della mostra pittorica è accompagnato dal volume curato da Micaela Bonavia Immagini, parole e note nell’opera di Sandro Luporini, una raccolta di testi e materiali sul teatro di Luporini-Gaber.
Nel 2006 viene allestita una mostra personale al Palazzo Ducale di Massa curata da Philippe Daverio.
Dal 6 al 28 novembre 2010 espone a Palazzo Avogadro di Sarezzo, in una mostra curata da Adriano Primo Baldi e da Micaela Bonavia per la documentazione inerente il rapporto Luporini-Gaber.
L’ultima grande mostra alle Terme di Diocleziano
Dal 10 giugno all’11 settembre del 2016 Sandro Luporini espone nelle prestigiose sale delle Terme di Diocleziano a Roma. La mostra, curata da Philippe Daverio, intitolata Sandro Luporini pittore scrittore rappresenta certamente il punto di arrivo del nostro artista. Il progetto dell’allestimento della mostra è di Roberto Luciani, che nel catalogo Electa Mondadori firma anche il testo critico, la prefazione e un'intervista a Luporini. Nell’importante evento vengono esposte opere essenzialmente prodotte a Viareggio dove protagonista è il mare, osservato nella sua fisicità grandiosa, ma soprattutto come teatro dei ricordi o luogo di apparizioni improvvise: navi da guerra che solcano le acque, ma anche velieri e petroliere, grandi gabbiani con le ali dispiegate, uomini visti di spalle che contemplano il mare, qualche raro bagnante. Questa grande mostra è un riconoscimento doveroso a un artista, il cui discorso è diventato comprensibile in varie parti del mondo, continuando a essere fatto con un tessuto pittorico tra i più lirici e personali che appartengono alla più antica tradizione italiana.