Oggi intervistiamo, direttamente da Sanremo, l'eclettica autrice televisiva Valentina Stangherlin Forzano.
WSI: Noi ci conosciamo sin da piccole, io ricordo una ragazza alta, bionda e sempre sorridente con tanti sogni nel cassetto, che donna sei diventata?
VFS: Alta, bionda e sorridente lo sono ancora, credo. A 36 anni ritengo di essere diventata l'evoluzione esatta e forse anche prevedibile di quello che ero da ragazzina. Molti sogni, sì. La mia fortuna penso sia stata quella di avere delle forti passioni e le idee abbastanza chiare su quello che avrei voluto fare "da grande". A partire dall'università, diciamo che ho canalizzato tutte le mie energie per riuscire a fare quello che oggi sto facendo.
WSI: Hai sempre avuto la passione per la televisione o è nata solo a un certo punto del tuo cammino?
VFS: Sono sempre stata una grande appassionata di televisione. Ne ho sempre vista tanta, anche da piccola (anche se ora va molto di moda pensare e dire che non si debba far vedere la tv ai bambini), infatti ho memoria diretta di molte trasmissioni storiche che mi piacevano tantissimo, come ad esempio_ Portobello_ con Enzo Tortora, o Bontà Loro di Costanzo, per citarne un paio. Mi piaceva molto il mezzo, ho sempre apprezzato in particolare la musica, anche il Festival di Sanremo era ogni anno per me un appuntamento irrinunciabile. Naturalmente poi è stato crescendo, all'università forse, che ho capito che avrei voluto farne un mestiere. Seguivo molto la musica di Daniele Silvestri, allora all'inizio della carriera, e sapevo che suo padre Alberto era co-autore del Maurizio Costanzo Show, che adoravo. Questo quadro ha chiarito nella mia testa il desiderio di voler scrivere per la televisione.
WSI: Hai mosso i primi passi insieme a Maurizio Costanzo, raccontaci questa esperienza.
VSF: Sì, Maurizio Costanzo. Devo tutto a lui. All'università studiavo Lettere, anzi Storia dell'Arte. Costanzo insegnava Teorie e Tecniche del linguaggio RadioTelevisivo alla facoltà di Sociologia. Feci domanda per poter sostenere un esame fuori facoltà e lo sostenni. Dopo la laurea, quando già lavoravo all'interno di un museo, uscì il bando per un concorso all'interno di Mediaset: Costanzo avrebbe tenuto una Scuola per Neo Laureati aspiranti Autori Televisivi. Era la mia grande occasione. Riuscii a vincere il concorso e da lì iniziò tutto.
WSI: Hai collaborato con trasmissioni come Forum, Invisibili, Gentes, programmi con una grande audience, hai mai avuto paura di non essere all'altezza?
VSF: Non ho mai pensato di non essere all'altezza, perché non ho mai fatto cose al di sopra delle mie capacità. Ho fatto una lunga gavetta partendo dal basso, non risparmiandomi nulla, neanche le fotocopie o i ruoli da figurante o da telefonista. Sono cresciuta lentamente e così facendo ho imparato moltissimo.
WSI: Cosa fa un'autrice tv nello specifico? Come si idea e si costruisce un programma e quali sono i criteri da seguire?
VSF: Il mestiere dell'autore comprende molte cose. Intanto è un mestiere. Ultimamente si tende a improvvisarsi un po' in tutto e il risultato sono dei prodotti di pessima qualità. Un autore sostanzialmente scrive i contenuti di un programma televisivo. In alcuni casi scrive i copioni dei conduttori, deve saper scrivere e organizzare le scalette, deve interagire con la regia perché non basta avere delle idee in tv, bisogna anche verificarne la fattibilità, la realizzazione. Insomma, ci sono molte cose da fare.
WSI: Lavorare in televisione ti ha portato anche la cosa più bella della tua vita, tuo marito Duccio Forzano, affermato regista televisivo di Verissimo, Che tempo che fa e del Festival di Sanremo, come vi siete conosciuti e com'è lavorare con lui?
VSF: Duccio e io ci siamo conosciuti lavorando. Lui era il regista e io l'autrice di un programma per Rete 4 che si chiamava Il Verdetto, un progetto che non ebbe fortuna di pubblico (fece il 4% di share, un vero disastro), ma portò molta fortuna a noi. Lavorare insieme è molto bello, perché ci stimoliamo e completiamo a vicenda. Come dice lui "giochiamo al rilancio". C'è da dire che per noi questo mestiere è prima di tutto una passione. Ci divertiamo, ci piace. Non smettiamo mai, la nostra vita è impastata di lavoro, è una cosa unica.
WSI: Questo grande amore con tuo marito ha dato due meravigliosi frutti, Emilia e Teresa, come è stato per te diventare mamma e come riesci a organizzarti con il lavoro?
VSF: L'organizzazione fra figlie e lavoro è abbastanza un caos. Io ho una posizione privilegiata, perché avendo il marito nello stesso settore, pur essendomi assentata per lunghi periodi a causa delle gravidanze e del puerperio, ho avuto la fortuna di essere rientrata grazie a a lui. Diversamente, mi sarei potuta scordare di continuare a fare l'autrice televisiva. Chi scende dalla giostra è finito, il nostro lavoro se non ha una continuità finisce, non c'è nulla da fare. In ogni caso da quando io e Duccio abbiamo deciso di mettere su famiglia, ho smesso di spingere sull'acceleratore della mia carriera (fino ad allora avevo spinto al massimo). Essendo Duccio a un livello piuttosto alto, ho deciso di mettermi un passo dietro a lui, altrimenti niente avrebbe avuto senso. Impossibile puntare entrambi alla vetta. D'altronde non c'è niente di più importante delle nostre figlie, niente che ci dia maggiore soddisfazione e felicità. Con due figlie non avrei mai potuto mantenere i ritmi di prima. Ho ripreso a lavorare, certamente, barcamenandomi come meglio riesco e con una brava babysitter che mi aiuta, ma le mie figlie restano sempre e comunque la mia priorità.
WSI: Tra i vari progetti realizzati con Duccio, c'è L'amore è sordo, una fiction per la Rai: che esperienza è stata, e per te l'amore è davvero sordo?
VSF: L'amore è sordo è stata un'esperienza bellissima e molto gratificante. Lo abbiamo scritto e realizzato completamente da soli, grazie alla nostra piccola casa di produzione che si chiama PennyLane Production, insieme a Giuditta Cambieri e Francesco D'Amico, che sono anche una coppia comica teatrale. Se l'amore è sordo davvero non lo so, di certo lavorando insieme ad attori sordi ho sperimentato che i sentimenti, così come il resto, non si esprimono solo a parole, ma in moltissime altre maniere, efficaci e splendide.
WSI: Hai prodotto anche dei video/cortometraggi per Claudio Baglioni e altri cantanti, come è andata?
VSF: I videoclip, sia quelli fatti con Claudio Baglioni che con altri cantanti, sono sempre molto divertenti. Mi piace molto scrivere per la musica e adoro montarla.
WSI: Tu e Duccio siete ora a Sanremo per l'edizione 2013 del Festival, come sta andando, puoi rivelarci qualche indiscrezione? Ho visto che ci sono dei nomi interessanti.
VSF: Quanto a indiscrezioni o scoop di sorta io sono un vero disastro. Sono una pessima talpa e una schiappa totale quanto a gossip. Non avrei alcuna chance di lavorare per qualche testata giornalistica che vive di questo. Mi sembra che tutto stia procedendo bene. Credo che non ci sia mai stato un Sanremo con tante belle canzoni come quest'anno. Io stessa sono dilaniata fra i pezzi di Max Gazzè, di Daniele Silvestri e altri. Altissimo livello. Anche il palco è di una bellezza senza precedenti, secondo me.
WSI: Pensi mai che se fossi rimasta a Terni, la tua città d'origine, saresti stata diversa e avresti avuto un'altra vita rispetto a quella di ora? Consiglieresti di lasciare quella città di provincia per realizzare i propri sogni? Ci torni spesso? O magari sei la donna che sei proprio perché sei nata in quel tipo di ambiente?
VSF: Sicuramente sono la persona che sono oggi grazie a ciò che sono stata in passato, ma più che la città credo che sia stata la mia famiglia a gettare le basi per essere la persona che sono oggi. Certamente non avrei potuto fare ciò che faccio se fossi rimasta a Terni. Terni come qualunque altra città di provincia. Consigliare di lasciarla non è esatto, perché bisogna vedere cosa si intende fare nella vita. Ci sono cose che si possono realizzare meravigliosamente vivendo lì, altre, come il mio lavoro, che è materialmente impossibile svolgere.
WSI: Quali sono i tuoi progetti per il futuro, lavorativi e non?
VSF: Attualmente sto scrivendo una pièce per il teatro che parla di mafia, sto curando il progetto per una fiction televisiva e sto seguendo alcuni format che realizzeremo per i canali satellitari. Inoltre a breve mi piacerebbe andare a New York e restarci un pochino, magari d'estate, per respirare un po' d'aria d'Oltreoceano, raccogliere stimoli (anche per le mie figlie) e presentare a tempo perso qualche progetto anche lì. Non si sa mai...
WSI: A tuo avviso, è vero che il mondo della televisione è fatto solo di apparenze e falsità, o hai trovato vere amicizie in quel contesto?
VSF: Il mondo della televisione è fatto di apparenze e falsità esattamente come qualunque altro ambiente di lavoro. Come in ogni contesto ci sono persone false e persone sincere, solo che siamo di più sotto gli occhi di tutti, coi riflettori accesi, quindi è tutto amplificato. Quanto a me, lì ho trovato un marito e alcuni amici per la vita, quindi non posso lamentarmi.
WSI: Cosa manca alla tua vita?
VSF: Non sono solita concentrarmi su quello che mi manca, tendo più a essere grata per quello che ho. E penso di avere molto: un lavoro che adoro e una famiglia che è tutta la mia vita. Tutto il resto, come si dice, fa volume. Tutto il resto, onestamente, se c'è o non c'è, mi importa poco. Anzi, ogni giorno ringrazio Dio. Credo di essere nella condizione di poter fare solo questo. Poi se vogliamo buttarla sullo scherzo posso dire che mi manca un bel ruolo come attrice in un film (mio grande sogno) e un Oscar come sceneggiatrice a Hollywood!