Andrea Spinelli nasce ad Arluno (MI) il 5 Novembre 1990, dopo il diploma al Liceo Artistico prosegue la sua ricerca artistica tra pittura e musica. Il suo 2016 è stato, e tutt’ora è, entusiasmante. Oltre a svariate esposizioni, ha avuto modo di ritrarre dal vivo – in maniera unica e personale – molti artisti della scena musicale internazionale. Il suo personalissimo live painting ci ha dato modo di scambiare quattro chiacchiere e scoprire qualcosa di più su questa incredibile
Quando e perché hai iniziato a dipingere musicisti dal vivo?
Bella domanda. Ripenso spesso ai primi ritratti che ho fatto dal vivo, ma non riesco mai a identificare quale sia il primo che ho realizzato, forse perché tutto è cominciato abbastanza gradualmente. Ricordo un pomeriggio di luglio, ero con la mia ragazza a un mercatino dell'usato e trovai su una bancarella una copia dell'Hagakure (il libro dei samurai). L'acquistai e arrivato a casa cominciai a sfogliarlo. Mi accorsi che le pagine riportavano singole frasi o comunque brevi paragrafi: c'era molto spazio bianco. Quella sera sarei poi andato al concerto de Il Management Del Dolore Post Operatorio così decisi di portarmi dietro Hagakure e di utilizzarlo come supporto per ritrarre dal vivo l'esibizione della band. A pensarci ora tutto questo ha un certo romanticismo. Comunque credo sia stato questo il primo vero ritratto dal vivo che ho fatto. Sul perché abbia cominciato a farlo… in realtà l'ho sempre fatto, ho spesso girato ai concerti con un taccuino sin dalle scuole superiori. Ho sempre preso appunti e schizzato ciò che vedevo e che mi passava per la testa, anche al di fuori della dimensione della musica dal vivo. Oltre a questo, 2 anni fa la mia band, i LA NUIT, si sciolse (io ero il batterista) e cominciai ad avere problemi fisici legati alla schiena. Facevo molta fatica a suonare e la ripresa era lenta perciò cercavo qualcosa che mi permettesse di continuare a esprimermi artisticamente, pur rimanendo all'interno di quello che ormai consideravo il mio ambiente naturale: la musica.
Suppongo tu dipinga anche in situazioni diverse. Quali sono le sostanziali differenze tra la still life, i ritratti posati e il live painting, a tuo parere?
Hai ragione, sono situazioni tecnicamente ma soprattutto psicologicamente diverse! Quando ritrai nel tuo studio qualcosa o qualcuno hai la possibilità di prenderti il tuo tempo necessario, di sbagliare, di rifare e hai molto più materiale a disposizione per sperimentare. Quando dipingi dal vivo, soprattutto durante eventi musicali grossi, hai un sacco di variabili in più che sono molto simili a quelle che riscontri quando suoni dal vivo con una band: ci sono orari da rispettare, una certa discrezione e attenzione da mantenere, una certa pressione dovuta spesso alla presenza di molte persone intorno a te. Comunque la differenza più grande (che è anche il vero valore aggiunto) è che quando dipingi dal vivo vivi una situazione davvero adrenalinica.
Quali caratteristiche positive (e quali negative, se pensi ve ne siano) ha il live painting e come sono stati i tuoi rapporti con i musicisti che hai ritratto?
Hai toccato un tasto bellissimo. Grazie a questo progetto un po' matto sono riuscito a entrare in contatto con persone meravigliose e con tanti personaggi dell'ambiente che ho sempre desiderato conoscere. Gli artisti rimangono sempre incuriositi e sorpresi dal mio lavoro, moltissimi si sono complimentati con me per il progetto e in particolare per la sua originalità, tanto che alcuni hanno preso a cuore ciò che faccio. Con alcuni di loro ho iniziato un rapporto anche collaborativo o di lavoro, creando artwork e merchandising. Ad esempio, l'artwork che ho creato per un album del busker Milanese Soltanto e le Stampe del suo ritratto dal vivo che Daniele Celona ha portato con sé in tour. Aspetti negativi non saprei dirteli, perché finora ho vissuto tutto come un grande sogno a occhi aperti e come una forte crescita personale e artistica.
Ci racconti qualche aneddoto significativo di questa tua annata in giro per tour?
Ahahahah, ce ne sono tantissimi! C'è il braccio di ferro post-concerto che ho fatto con Daniele Celona per giocarci il ritratto che gli avevo fatto (finito in parità); o quella volta che al Bloom di Mezzago riuscì a far vedere il mio ritratto a Eugene Robinson (leader degli Oxbow, quella sera on stage con i Bunuel) e gli piacque così tanto che decise di scrivere un articolo riguardo il mio progetto. La cosa divertente in generale è che molti vorrebbero portarsi a casa il dipinto e questo crea a sua volta situazioni divertenti! Un episodio incredibile accadde a luglio durante il Ritmo Delle Città Festival: dopo il concerto mostrai il ritratto che avevo fatto ad Antonella Ruggiero e quando iniziai a spiegare in cosa consistesse il mio lavoro lei cominciò a parlare del mio progetto alle persone presenti. Rimasi di sasso! Una leggenda della musica leggera italiana conosceva il mio progetto e lo stava spiegando con passione a tutti i presenti?! È stato incredibile. Senza contare poi che Antonella Ruggiero è una donna davvero magnetica e affascinante.
Come pensi si evolverà questo tuo progetto e quali sono i tuoi programmi futuri?
Ho molta carne al fuoco e credo che la cosa più importante sarà saperla gestire bene. Ho cominciato a collaborare con realtà e persone molto interessanti. Ho in programma di fare dei live painting nelle scuole e nelle università a indirizzo artistico per mostrare le potenzialità che questo progetto possiede, anche solo per offrire un punto di vista diverso da quello puramente accademico. Inoltre voglio far evolvere il semplice ritratto dal vivo in qualcosa di più interattivo, ad esempio videoproiettando il live painting durante il concerto. Attualmente sto registrando le mie performance dal vivo con l'aiuto di un videomaker professionista, Antonio D'Andrea: l'idea è quella di proporre il materiale a realtà televisive e web. Ma la cosa che più mi preme davvero è quella di cominciare a portare i miei live painting all'estero. Anzi, se posso, colgo l'occasione per fare un appello a chi sta leggendo questa intervista e abita in uno Stato che non sia l'Italia. Per il resto chissà… da tutta questa esperienza ho imparato che non sei mai cosa c'è dietro l'angolo. Specialmente se si tratta di cose meravigliose.