Doju Dinajara Freire, monaca buddhista nella tradizione Mahayana Zen Sōtō dal 1998, è responsabile per l’Italia e per l’Europa del Global Peace Initiative of Women la Fondazione Internazionale che riunisce donne di tutto il mondo appartenenti a molte religioni insieme a educatori, autori, artisti impegnati in un'opera di pace e condivisione. Doju è nata in Brasile: per molti anni danzatrice classica, ha appreso la danza libera alla scuola di grandi maestri del Novecento, prima fra tutti Maria Duschenes, allieva diretta di Rudolph Laban.
Poeta di haiku, studia calligrafia sotto la guida della Maestra Kazuko Hiraoka, e ha creato una eclettica via per avvicinare alla pratica del silenzio e della meditazione, per educare alla Bellezza e all’Armonia con la Natura, in un intreccio di arti e saperi che favorisce l’equilibrio del corpo e dello spirito.
Da alcuni anni Doju D. Freire porta avanti anche nelle scuole il suo progetto educativo intitolato “Spazio al Silenzio” nel quale la pratica meditativa viene finalizzata allo sviluppo dell’attenzione e dell’ascolto nei bambini e negli adulti: una proposta formativa nella quale trovano posto la consapevolezza, il rispetto e la generosità.
Come si rapportano all’esperienza del silenzio i tuoi piccoli allievi abituati a un mondo pieno di rumori e di stimoli di ogni genere?
I bambini sono molto più ricettivi e molto più disponibili ad ascoltare di quanto non si immagini. Dovunque sia stato attivato il progetto “Spazio al silenzio” ho sempre trovato una risposta molto positiva sia dai bambini che dagli insegnanti e dai genitori. Gli esiti hanno mostrato che la capacità introspettiva dei bambini è molto profonda e che sono contenti e incuriositi dal silenzio se questo non viene imposto ma praticato come uno strumento pacificante: un “silenzio attivo” come viene chiamato nei percorsi di ricerca portati avanti in molti Paesi, un contributo prezioso per la formazione e la crescita personale. La pratica dei silenzio attivo sviluppa una qualità di presenza mentale che porta grande beneficio all’attenzione, all’ascolto, alla capacità di concentrazione e di osservazione.
Da questa esperienza è nato il libro intitolato Come una Nuvola pubblicato nel Novembre del 2015 che già ha suscitato grande interesse e ottenuto importanti riconoscimenti per l’originalità della sua proposta controcorrente nei metodi della formazione e della didattica. Il libro, del quale ho l’onore di essere curatrice, porta nel sottotitolo la propria finalità: “Impariamo da un gatto a vivere in armonia”. Si tratta infatti di una fiaba “per grandi e piccini”, come un tempo si diceva, che rimanda alla tradizione dei racconti di formazione nei quali i protagonisti, spesso animali parlanti, avevano il compito di educare al Bene e al Bello, di far crescere i bambini nell’amore, nella meraviglia, nella fantasia. Un libro che i genitori possono leggere ai propri figli e che gli educatori possono utilizzare per avvicinare i bambini all’osservazione, alla pazienza, alla quiete.
Come nasce questa storia?
Nasce innanzitutto dall’avere sentito la ricchezza interiore dei bambini, moltissimi, insieme ai quali ho avuto la gioia e l’onore di praticare la meditazione per alcuni anni. Osservando il loro interesse verso il silenzio e la loro saggezza innata, ascoltando le loro risposte, semplici ma molto profonde, alle domande poste da me ho pensato che sarebbe stato di aiuto – soprattutto ad altri adulti e bambini anche fuori dall’ambito scolastico – cercare di condividere almeno in parte quelle bellissime testimonianze. Contemporaneamente sono stata molto ispirata dalla presenza silenziosa del caro vecchio amico felino, Nuvola, con il quale condivido casa da diversi anni. Nuvola, nella fiaba, rappresenta un po’ tutti i bambini con i quali ho interagito nel progetto; rappresenta la possibilità di condividere la pratica meditativa silenziosa con coloro che non immaginiamo siano in grado di apprezzarla ma che sono invece perfettamente capaci di recepirla e di comprenderla. Così, sulla base delle domande che ponevo ai bambini nelle scuole elementari e delle risposte che ascoltavo da parte loro, ho cercato di sviluppare un racconto che esprimesse dei punti fondamentali e utili anche agli adulti. Direi che la fiaba è in realtà più rivolta agli adulti – genitori e insegnanti – perché siano loro ad aiutare i bambini ad essere educati alla pace interiore in un modo semplice e immediato.
Chi sono i protagonisti?
I protagonisti sono principalmente il gatto Nuvola e il saggio Bosatsu, senza che questo significhi che sia un racconto sulla vita dei gatti e sui praticanti di questo o quel tipo di filosofia: Nuvola potrebbe essere stato un qualsiasi altro animale e Bosatsu un saggio di qualunque cultura. Le loro presenze servono a rappresentare la possibilità di comunicazione profonda e pacifica, evolutiva, fra esseri viventi diversi, servono a esprimere la possibilità di interagire nel naturale rispetto fra forme di vita differenti.
Passo dopo passo attraverso le domande, le risposte e le osservazioni del gatto Nuvola e del saggio Bosatsu anche il lettore ritrova la via dell’ascolto e percepisce la sensazione di quiete che viene dall’essere in pace con tutto ciò che ci circonda.
Che tipo di lettori immagini per questa favola?
Sinceramente non ho aspettative ma sarei felice se fossero adulti insieme ai bambini, persone di età diversa che possano aiutarsi reciprocamente a cogliere il senso profondo del racconto e crescere, così, insieme. Ho cercato di proporre nel modo più semplice possibile dei contenuti che appartengono a un sapere antico di cui chiunque può beneficiare. Come dicevo spesso a bambini e adulti coinvolti nel progetto didattico: “Essere tranquilli, gentili, pazienti, generosi, essere forti, coraggiosi, concentrati, determinati, non dipende né dalla forma né dalla misura che si ha, non dipende dalla lingua che parliamo, né dal colore della nostra pelle né dalla nostra età, ma dipende soltanto da quanto spazio aperto c'è in noi per accogliere la saggezza e il buon cuore che ci offre la natura della Vita”.
So che il contenuto di questo libro ti ha accompagnato nella tua esperienza a Land of Hope il progetto che la Gallmann Foundation sta realizzando in Kenya per salvaguardare mamme e bambini. Vorrei che tu parlassi di questa importante iniziativa e della tua collaborazione con Kuki Gallmann.
Kuki Gallmann è una carissima vecchia amica, la più coraggiosa fra tutte, che ho avuto la fortuna e il grande piacere di incontrare grazie alla nostra comune collaborazione con il “Global Peace Initiative of Women-GPIW” di New York. Ci siamo conosciute in India e subito siamo diventate un po’ come delle sorelle. Negli anni sono stata più volte ospite nella immensa riserva naturale della Gallmann Foundation che si trova nella savana situata nell’altipiano kenyota di Laikipia. Qui Kuki abita da circa quarant’anni aiutando instancabilmente gli abitanti locali e difendendo - a costo della sua propria vita - la Natura e gli animali, in special modo, gli elefanti che lì transitano da tempi immemorabili ma che, negli ultimi decenni, sono purtroppo divenuti vittime dell’orribile bracconaggio dell’avorio. Kuki ha fatto costruire dentro il territorio della riserva di Ol ari Nyiro in mezzo alla savana una bellissima scuola per bambini e adulti delle popolazioni locali come i Pokot e i Samburu, e, poiché conosce il mio progetto educativo, mi ha invitata a collaborare attivamente all’interno di Land of Hope. Da gennaio a marzo 2015 ho abitato a Ol ari Nyiro e lì ho avuto una grande esperienza grazie alle persone meravigliose che ci abitano, grazie ai bambini la cui saggezza e interiorità sono impossibili da raccontare e grazie soprattutto allo struggente potere e alla bellezza della Natura che, in Africa, è davvero eloquente e parla direttamente al cuore. Il gatto Nuvola-Mawingo e la sua storia sono entrati a far parte dell’immaginario di questa “Terra di Speranza”!
Il testo è accompagnato dalle bellissime immagini della disegnatrice Linda Mazzoni che ha creato il personaggio-Nuvola e lo ha collocato in un universo ricco di simboli e di stimoli. Noi viviamo in un mondo di immagini dominanti, anzi ne siamo addirittura sopraffatti, ma questi disegni hanno qualcosa di antico, di poetico.
Come accolgono i bambini queste figure a mezzo tra realtà e fantasia?
Sono molto grata a Linda Mazzoni la cui arte ha apportato un contributo fondamentale al racconto. Non solo i bambini ma io stessa accolgo con meraviglia le immagini da lei disegnate: è riuscita a cogliere molto bene anche lo spirito del “vero” Nuvola il quale ha proprio quello sguardo e quegli atteggiamenti. Sono disegni belli e la loro armonia aiuta a fare spazio nel mondo interiore di coloro che leggono la fiaba. Le persone, di qualunque età, ne restano affascinate e più facilmente riescono a condividere il cammino dei protagonisti, ad entrare nello spirito dei luoghi.
Ci sono parole, tante parole che rischiano di non essere più dette, ci sono tanti libri che rischiano di non essere più letti, eppure le parole affidate alle pagine di un libro sono tracce lasciate sulla via della memoria e della conoscenza. In questo libro sono custodite parole preziose che dicono di sentimenti importanti. Fiducia, gentilezza, pazienza, attenzione, ascolto sono come piccoli semi pronti per essere accolti da quel terreno fecondo che è il cuore puro di un bambino, semi di pace e di amorevolezza che non mancheranno di germogliare. Anche per questo “Save the Words” il marchio che rappresenta la Campagna Internazionale in difesa delle Parole di cui sono promotrice ha voluto sostenere e far conoscere questo libro e il prezioso lavoro creativo ed educativo di Doju Dinajara Freire.
Quali percorsi stai seguendo per continuare a sostenere e diffondere “la via del silenzio”, quali sono i tuoi progetti ?
La meditazione è certo uno dei modi per aiutare persone di differenti età e con diversa formazione ad approfondire il significato del silenzio. Da oltre venticinque anni porto avanti questa pratica presso il Dojo Zen Sanrin a Fossano nella provincia di Cuneo che è divenuta la mia città d’adozione una volta arrivata in Italia: è un luogo aperto a tutti al di là che le persone siano oppure no praticanti della Via del Buddha. Ci sono poi preziose arti quali la danza libera che propongo come mezzo di ricerca interiore; la scrittura a pennello (shodo), la composizione dei versi haiku. Nutro un profondo interesse per l’intreccio tra arte e spiritualità che considero sorelle capaci di procedere mano nella mano rendendo, così, più facile e immediato il contatto pacificante con l’interiorità. Al Dojo Zen di Fossano guido inoltre sedute di rilassamento tramite le campane nepalesi il cui suono armonioso porta grande beneficio alle persone e induce vibrazioni salutari che favoriscono il benessere e l’armonia e, ancor più, aiutano a comprendere l’esperienza del “silenzio attivo”.
La danza e la spiritualità sono componenti fondamentali anche per un’altra originalissima via di ricerca, che Doju ha creato e diffonde attraverso seminari e conferenze, nella quale il corpo della donna, attraverso il movimento libero e la pratica della meditazione, la respirazione e l’ascolto, ritrova le proprie radici negli archetipi del femminile ancestrale. È un percorso che fa emergere il bisogno profondo di ritrovare il perduto equilibrio con la potenza creatrice della Natura, di ricostruire l’armonia tra la lingua del cuore e il nostro essere nel mondo.
Vuoi parlarci di questa importante esperienza che ti porta a incontrare donne di differenti culture in un grande abbraccio di sorellanza?
Da oltre quarant’anni porto avanti un percorso di ricerca sul “Femminile ancestrale” ovvero l’archetipo sul quale si regge il contatto con la vita in ciascun essere, al di là dell’ appartenenza di genere o di specie. Ho iniziato rispondendo all’esigenza personale di trovare l’essenza dalla cui forza creatrice scaturisce ogni nostro movimento interiore: la danza era il veicolo mentre lo studio di antichi miti e storie di ogni luogo e tempo era il nutrimento del percorso di approfondimento divenuto anche collettivo giacché l’archetipo vive dentro tutti noi. Nel 2004, la ricerca ha preso corpo e si è focalizzata sul tema della Grande Madre. Da allora, non ho più smesso di condividere questo cammino spirituale ed artistico che passa attraverso la danza libera. Sono state tantissime le donne, in Italia e all’estero, in Brasile, in Africa, con le quali ho danzato. Ho ascoltato il loro cercare nella stessa direzione che sento essere di fondamentale importanza per tutti noi. È necessario recuperare la comune antica conoscenza dei valori della vita: il riconoscimento del proprio libero spazio interiore, l’ascolto, il nutrimento nel senso più vasto del termine , la solidarietà fra gli esseri viventi. Sarei felice, nel futuro prossimo, di scrivere un libro che raccolga i risultati di questa ricerca.
Ascoltare Doju è già un percorso del cuore: la sua voce è calma e al tempo stessa ricca di emozioni; sempre attenta a dare all’interlocutore ogni elemento utile a comprendere, sempre rassicurante e amorevole, riesce a placare il vortice di pensieri che si affollano senza tregua nella nostra mente. Le sono molto grata per il suo instancabile impegno di pace e voglio esprimerle la mia riconoscenza e la mia gioia di averla come maestra.
Doju Dinajara Freire, Come una Nuvola. Impariamo da un gatto a vivere in armonia, Frik and Book Edizioni, Poirino (TO), 2015