Contaminare per crescere, fondere per elaborare strategie di pensiero, fare sintesi delle diverse discipline artistiche per realizzare un progetto che diventi pianificazione degli spazi contemporanei. E non basta un arredo minimal, magari eco-friendly, un'atmosfera da club underground berlinese per conquistarsi la medaglia di spazio d'arte alternativo che riscriva l'alfabeto del contemporaneo. Ci vuole un progetto articolato, pianificato nei minimi particolari e tanto, tantissimo impegno. L'iniziativa è ambiziosa, il lavoro è stato certosino e non privo di difficoltà, ma il traguardo è stato raggiunto. E a pieni voti.
È questa l'esperienza che si sta sviluppando da un anno a questa parte a Padova al FAC, acronimo di Fusion Art Center, il primo spazio di narrazione contemporanea senza preclusioni per tutte le discipline dell'arte. Dalla pittura all'installazione, dalla video arte alla musica, dal teatro sperimentale ai laboratori didattici. Insomma, tutto ciò che ruota attorno alla creatività e stimola il pensiero. Artefici del successo di questo concentrato di iniziative ed eventi sono una squadra di giovani che grazie alla vittoria del bando Culturalmente 2014 indetto dalla Fondazione Cariparo oggi costruiscono un progetto di lungo respiro alla Sacra Famiglia, uno dei quartieri più popolosi a sud della città.
Ma passiamo alle presentazioni: Chiara Coltro, presidente dell'associazione culturale Artemisia, pittrice e appassionata d'arte, ha avuto il merito di fare uno scounting accuratissimo per trovare tre giovani entusiasti di buttarsi in un'avventura che promette di diventare un punto di riferimento e un'esperienza unica in Veneto. Da anni si occupa con successo della creazione di eventi e manifestazioni culturali, e organizzazione di corsi in collaborazione con istituzioni, scuole, privati. Oltre che possedere grande esperienza nel campo artistico come pittrice, rappresenta un’importante figura nell’amministrazione dell’associazione e dei singoli progetti.
I tre moschettieri sono Aisha Ruggeri, musicista, compositrice e pianista il cui prossimo disco uscirà per l'etichetta Caligola, Giovanna Maroccolo, curatrice e designer interessata alle pratiche partecipative e alla ricerca sull’arte contemporanea, Andrea Cattelan, educatore e filosofo, interessato ai progetti che legano l’arte alla didattica. Insieme ai fondatori del progetto ci sono altre figure del gruppo che si sono rivelate indispensabili, come l’artista Elena Candeo.
L'incontro con Chiara Coltro avviene quasi per caso, racconta Aisha Ruggeri, “nella chiesetta sconsacrata di Limena dove si stava svolgendo una mostra; dopo 7 mesi ci trovavamo tutti attorno a un tavolo insieme per la prima volta a parlare del futuro e del FAC”. Diplomata con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Vicenza, ha vinto il premio nazionale delle arti 2010, ed è musicista e compositrice dalla ventennale esperienza nel campo del jazz e del contemporaneo, sia per quanto riguarda la formazione nei corsi che tiene per le maggiori scuole di musica del territorio, che per quanto riguarda la direzione artistica di eventi a carattere musicale, progettati per realtà dello spettacolo come per entità imprenditoriali. Ha inciso 5 dischi a nome proprio, fra cui uno registrato a New York prodotto dalla 33 Jazz records. L'ultimo, Southlitude è uscito per Caligola in primavera 2016; oltre ad essersi esibita come side-woman con artisti del calibro di Roy Paci (nella produzione della cantautrice Grazia Negro) e Bobby Solo, ha sviluppato una carriera indipendente come compositrice, pianista, didatta, organizzatrice.
Altra personalità del team è Giovanna Maroccolo, una di quei curatori della nuova generazione che ha visto il suo percorso delinearsi grazie al melting pot delle esperienze più differenti. Per questo si definisce un’esploratrice più che una curatrice, vive il suo tempo e cerca di creare un’esperienza dell’arte che sia indagine sul presente. “Penso che la capacità dell’arte di attivare traiettorie debba portare artisti e curatori a riflettere sul concetto di responsabilità”. La sua formazione inizia come designer, ma in poco tempo approda nel panorama dell’arte lavorando a fianco di gallerie d’arte della città. Nel 2013 fonda insieme a un collettivo di artisti e creativi, tra cui Andrea Cattelan, l'associazione culturale Lo Stato Dell'Arte, con la quale inizia il suo percorso nel campo della ricerca artistica, interessandosi molto alle pratiche partecipative. Al Fusion Art Center, oltre che curatrice è responsabile della comunicazione dell'immagine coordinata del progetto. Quelli che crea al FAC sono progetti nei quali vengono coinvolti molti giovani artisti e curatori del territorio in residenze, talk, dibattiti e rassegne in cui elemento costante è l’indagine del contemporaneo. "Quello che mi appassiona è esplorare il presente. Non intendo l'esposizione come fine ultimo - spiega ancora la giovane curatrice - bensì come una delle forme possibili in grado di contenere quella metafora della realtà che è l'arte. Per questo cerco di lavorare su contenuti che siano indagine e mi interessano le azioni artistiche che attivano processi".
Eclettica, spumeggiante, profondamente motivata è Aisha Ruggeri, ideatrice dei “Dimanché”, gioco di parole sul termine francese “dimanche” per sottolineare gli eventi musicali che si svolgono la domenica pomeriggio al FAC. "Pensare di organizzare delle performance musicali la domenica pomeriggio era già una grande scommessa" – racconta Aisha che al FAC tiene corsi di musica e improvvisazione. "Su uno splendido Yamaha verticale Elena Candeo ha dipinto alcuni dei suoi delicati arabeschi, l'obiettivo era rendere FAC familiare al quartiere e accessibile a chiunque volesse ascoltare della buona musica". Le esibizioni vedono protagonisti ensemble di livello e soprattutto musicalmente impegnativi, non sempre di facile ascolto eppure...:"Eppure" – rivela ancora Aisha con entusiasmo - "sono arrivate le signore, le famiglie, insomma tutta quella fascia di popolazione che non immaginavamo potesse uscire di casa per venire qui ad ascoltare un concerto. Devo dire che l'iniziativa ha avuto un grande successo, oltre 150 persone in due domeniche, c'è chi arriva addirittura con un'ora di anticipo per assicurarsi un posto".
Un progetto di ampio raggio che anima il team del FAC è quello di riuscire a costruire una sorta di museo diffuso all'interno del quartiere che possa nascere dal basso, curato da Giovanna Maroccolo: si chiama FAC Museum, aperto a luglio del 2015 continuerà anche quest’anno con residenze d’artista e nuovi interventi nel quartiere. Quest’anno gran parte della progettualità del centro sarà proiettata alla produzione artistica e numerosi sono i nuovi progetti pronti a prendere il via in questa direzione. “Come sta accadendo per Tubo Teatro - sottolinea Andrea Cattelan – si sta attivando una produzione teatrale che abbiamo creato per lo spazio della fornace e che si presta perfettamente ad essere luogo dove provare gli spettacoli, elaborare piattaforme di ricerca, esperimenti di contaminazione ed essere quindi anche laboratorio aperto”.
Quarto elemento del team, Cattelan è una figura altamente poliedrica; laureato in Filosofia lavora con successo da anni nel campo dell’educazione, come educatore ma anche nell’organizzazione di progetti specifici per la proposta educativa. L’esperienza che l’ha visto per anni lavorare vicino a figure artigiane lo ha portato a sviluppare competenze nell’allestimento, si occupa al FAC di tutta la parte logistica e organizzativa delle risorse fisiche, come allestimenti e materiali scenografici per gli spettacoli, ed è interessato particolarmente alla proposta sperimentale e di ricerca nella quale sono evidenti le sue conoscenze e nozioni in campo storico, sociale, politico.
Le ambizioni del FAC sono anche quelle di essere territorio di confronto e di didattica sociale e animazione del quartiere. "Uno dei progetti che abbiamo in cantiere è 'Colazione con l'arte', un momento dedicato alla terza età per ascoltare e parlare di musica, di arte e di opportunità di crescita di questo luogo". Chiara Coltro, che per prima ha ravvisato le potenzialità dell'ex Fornace, spiega: "FAC nasce dall'idea di cambiare segno a un luogo inutilizzato, appunto gli spazi comunali dell'ex Fornace Carotta, e renderlo vivo. Volevo contribuire a creare un centro culturale legato ai giovani che avessero idee nuove sull'arte contemporanea. Uno spazio che si autoalimentasse costantemente di progetti e iniziative originali”.
Una realtà che sicuramente mancava a Padova e che trova i cittadini assolutamente entusiasti. E il passaparola sta rendendo FAC assolutamente virale, anche grazie ai cicli tematici e di conferenze che si succedono con cadenza molto ravvicinata presso il centro culturale. In programma ci sono stati i processi creativi nell'arte con la performance artistica pittorico-musicale CreActvity il 12 marzo, e la conferenza del neuroscienziato Enrico Facco sui processi sinestetici nell'arte e gli stati non ordinari della coscienza dal titolo L'enigma della coscienza: espressioni non ordinarie della mente, il 15 marzo. Tra i tanti progetti in seno al FAC c'è anche Check me out, ideato da Giovanna Maroccolo come dispositivo di analisi sulla pratica curatoriale e artistica, nella forma di talk/happening nei quali lo studio di una tesi di laurea, attraverso il linguaggio dell’arte si fa esperienza per il pubblico, a prova che l’arte può essere anche azione e non solo oggetto d’esposizione. “Si tratta di un bando per neo-laureati, under 35, che consenta alle loro tesi di laurea di non rimanere chiuse in un cassetto ma di concretizzarsi come base di ricerca per un intervento artistico”. Insomma, al FAC la multidisciplinarietà è la parola d'ordine e il leit-motiv che nel futuro potrà declinarsi in un contenitore esperienziale di pura e permanente creatività.