C'è sempre un inizio. Il desiderio di conoscersi, anche questa volta, parte da lontano. L'aver pubblicato un libro ha cambiato la mia vita: l'ha arricchita di relazioni e di strade nuove.
Graziella Pagani insieme a Gianluigi Tartaull ha presentato il mio libro e come ho già scritto hanno realizzato un piccolo capolavoro. Non solo. La rivedo con Franco, suo marito, lavorare all'allestimento della mia mostra alla Manica Lunga della Biblioteca Classense: una grande disponibilità silenziosa, riservata. Non riuscivo a comprenderne l'origine fino a quando al circolo culturale Mama's ho assistito a uno suo spettacolo sul Piemonte. Quella sera ho iniziato a sentirmi a casa al Mama's e ho compreso la natura piemontese di Graziella. Il lavoro percorreva vie private nell'accorata narrazione della figura materna con la voce di sua figlia Sara e vie del territorio piemontese con testimonianze anche musicali. Un lavoro che mi ha coinvolta e commossa per le diverse atmosfere - dal mondo degli affetti, all'ironia, alla memoria. E così quando nella mia mente il desiderio di invadere altri territori si è fatto prorompente ho chiesto a Graziella la collaborazione alle regie dei miei eventi. Da quel momento sono "apparsi" gli altri artisti della famiglia: Sara che recita, danza e crea oggetti di grande grazia e leggerezza, Riccardo, il marito, che costruisce strumenti musicali di sua invenzione e lavora nel campo della grafica, il figlio Luca, il saggio di casa. Con Franco compongono un gruppo che ha lavorato in tutti gli aspetti creativi del mio lavoro. Nei momenti di riposo ho condiviso e condivido con loro cene dove cibo e vino scorrono veramente generosi.
Graziella Pagani
Ballerina, questo era il mio sogno da piccola! Ma ero grassa, o almeno mi vedevo più grassa di quel che ero e quindi coltivai sogni più realizzabili: giornalista, attrice, cantante, scrittrice... Sono diventata insegnante, come mia madre, giornale e teatro sono sempre state materie praticate nelle mie classi e mi è capitato e mi capita ancora di cantare, o di leggere per un pubblico. O di scrivere, soprattutto su ordinazione, racconti su argomenti dati o sceneggiature. L’importante è che l’impegno e la fatica necessari per svolgere queste attività siano almeno pari, meglio se inferiori, al divertimento provato. Nell’insegnamento mi sono divertita e sono certa di aver imparato dal mio lavoro a scuola più di quanto io abbia dato. Non ho materiale catalogato ma ogni tanto mi passano tra le mani ricordi: fotografie, manifesti, libretti, disegni, diari personali. Come ora: ho qui davanti a me foto in bianco e nero con le immagini di una mia classe che sulla riva del mare, con scoponi, secchi, rastrelli, strofinacci, si accinge a pulire l'acqua marina.
Sara Maioli
Il teatro? Un amore che mi è stato trasmesso fin da piccola da mamma e dalla scuola: in orario, alle medie, era prevista anche la lezione di teatro, scrittura del testo, costruzione delle scenografie, prove e infine spettacolo, così alla fine della 3a è nata anche la compagnia teatrale “Le piume di legno”, eravamo compagni di scuola e amici. Poi è diventata una scelta, affiancata alla passione che ho sempre avuto per l’arte, quanti musei, mai abbastanza in realtà, e così ho frequentato l’Accademia di Belle Arti. Calder, Matisse, la semplicità del segno, hanno avuto grande influenza sul mio modo di vedere e creare: un filo sottile di ferro è sempre una tentazione. Uno dei miei desideri di bambina era di lavorare con Drammatico Vegetale, compagnia di teatro di figura e così è stato ed è tutt’ora, ricoprendo i più svariati ruoli. Se qualcuno mi coinvolge in uno spettacolo, mostra, performance… non so proprio dire di no, una forma di sopravvivenza, di felicità, così assieme alla mia famiglia al completo, mi capita di fare spettacoli, mostre, performance e di avere incontrato Mariella.
Luca Galeati
Io partecipo agli “eventi” che organizza la mia famiglia perché mi piace stare assieme a loro e poi mi piace anche far vedere al pubblico le cose che abbiamo studiato per diverso tempo insieme. Mi diverto a prender parte a queste rappresentazioni, e poi ci sono abituato perché la mamma, lavorando in teatro, ha coinvolto me e il babbo in tante occasioni. Il più bello che facciamo è uno spettacolo su Pulcinella che abbiamo proposto in più versioni.
Riccardo Galeati
Suono, immagini, parole, gesti; ogni attimo è un confronto con il mondo che mi circonda, uno scambio attivo che avvolge e rende significativa l'esistenza. Inventare, costruire, riparare, dar vita o resuscitare oggetti sonori per stupirsi ogni volta di fronte alla magia dell'armonia che scaturisce dall'unione di soggetti diversi. Sono queste le emozioni che mi spingono a immergermi in tanti progetti con i quali condividere il piacere di comunicare. Così mi divido tra invenzioni musicali che attraversano tradizioni di diversi popoli, dalla Sicilia al Medio Oriente, dal blues alle tarantelle, dalle canzoni d'autore alle invenzioni sperimentali; collaboro con piacere alle idee teatrali di Sara e sua madre, impegnandomi in rappresentazioni per bambini adulti e adulti bambini; mi lascio travolgere dal trascinante entusiasmo di Mariella, dalle sue provocatorie azioni ingegnose, in cui posso fondermi tra suoni e immagini di un'idea forte in un’espressione collettiva.