Alla presa di Brest-Litovsk dell’agosto 1915 da parte dei tedeschi, i russi avevano perduto circa la metà degli effettivi e gran parte degli armamenti, dovendo abbandonare mezzo milione di chilometri quadrati di territorio. Non avevano ceduto, tuttavia, alla pace separata come speravano i generali tedeschi, mentre nell’ottobre del 1915 entrò in guerra, a fianco degli imperi centrali, la Bulgaria portando alla caduta della Serbia con la battaglia di Kosovo tra il 24 e il 29 novembre. Si arrivò alla spartizione del Paese tra austro-ungarici e bulgari, mentre parte dell’esercito serbo ripiegò verso l’Albania, nel tentativo di riuscire a ricevere aiuto dagli Alleati. Infatti, il 16 dicembre truppe italiane sbarcarono a Valona per proteggere la ritirata dell’esercito serbo e aprendo, così, la campagna d’Albania.
Complessivamente, dunque, il 1915, secondo anno di guerra, si concluse con un rafforzamento degli imperi centrali a danno di Francia e Gran Bretagna, dato anche il fallimento della presa dei Dardanelli voluta da Churchill. Proprio il mare divenne prepotentemente protagonista di questa nuova guerra. I tedeschi in modo particolare adoperavano una nuova potentissima arma, i sommergibili o U-Boot, comparsi per la prima volta in combattimento il 22 settembre 1914. Proprio nel 1915, in maggio, l’utilizzo di quegli nuovi strumenti bellici aveva causato il tragico incidente dell’affondamento del piroscafo civile statunitense Lusitania, fatto che portò alla sospensione delle azioni lungo le coste occidentali delle isole britanniche e nel canale della Manica, mantenendole soltanto nel Mediterraneo, per evitare di esasperare i rapporti con gli U.S.A. Si dovette attendere, comunque, fino al 31 maggio del 1916 per avere una vera e propria battaglia navale, quella dello Jütland. La marina tedesca ottenne i migliori risultati, ma l’effetto finale fu vantaggio inglese.
Si combatteva su tutti i fronti, anche se alcuni venivano considerati minori. Era il caso, ad esempio, di Caucaso, Iran, Mesopotamia, dove i russi e gli inglesi portavano avanti azioni in vista della conquista di Baghdad. Anche l’esercito dello zar avanzava in Iran, contemporaneamente all’avanzata inglese verso il fiume Tigri. I turchi, intanto, riuscirono ripetutamente a vincere in vista della conquista dell’insediamento sul prezioso Canale di Suez, fino alla controffensiva inglese che arrivò ai confini della Palestina.
Per l’Italia, poi, le operazioni vennero sospese con la tregua del 5 dicembre 1915, a causa del freddo e della Bora che spazzava il Carso. Si era tentata ancora la presa del monte San Michele, delle Frasche e di piazzaforti ben posizionate austriache, al fine di agevolare le operazioni di pianura, ma scrisse Cadorna nei suoi diari del novembre 1915: “La presente guerra non può finire che per esaurimento di uomini e mezzi e l’Austria è molto più vocina di noi ad arrivarci. È spaventoso, ma è così”.