Il tunnel che traversa il massiccio svizzero del San Gottardo io l’ho percorso in ferrovia, da tre decenni e più, diverse volte all’anno, ne sia lode al Cielo. E chi non avrebbe condiviso la mia gioia vedendo il treno, che era sprofondato nel buio a Göschenen, sbucare fuori ad Airolo?
La serpe delle carrozze uscì, d’in tratto silenziosa, quasi con tranquilla solennità, dal cuore della montagna alla luce del mondo nuovo, e mentre a Göschenen avevamo lasciato nuvole basse, buio, umidità e freddo, ci sentimmo avvolti lì da un’aria mite, mentre sopra di noi s’incarnava nel suo azzurro impeccabile il cielo del sud.
L’impulso verso il meridione, che aveva contribuito a determinare un viaggio in complesso, a dire il vero, senza scopo, parve felicemente giustificato. Un’esistenza faticosa e senza gioia si staccava dalla triste terra del nord – dove il giorno non riesce mai a liberarsi completamente dalla notte – per fare un’altra volta esperienza di un miracolo, la cui dovizia l’insufficiente medium del linguaggio non può esprimere.
(G. Hauptmann, Mignon, 1946)
Gerhart Johann Robert Hauptmann (1862 – 1946) è stato un poeta, drammaturgo e romanziere tedesco. Studente di belle arti a Breslau e a Roma, si affacciò al mondo della letteratura con opere che si ispirarono al movimento naturalista, del quale, ben presto, divenne il massimo esponente. Dimostrò tuttavia una personalità complessa e versatile che lo portò spesso a varcare i confini del naturalismo per esplorare, di volta in volta, e mai a scapito della genuina ispirazione, vaste zone intimistiche, neoromantiche, simboliste e perfino paraboliche. Nel 1912 venne insignito del premio Nobel per la letteratura.