La più grande collezione di Chanukkah esistente al mondo, conservata al Museo ebraico, all’interno della splendida Sinagoga di Casale, gioiello di architettura tardobarocca piemontese, dichiarato monumento nazionale, in occasione di Expo 2015 sarà esposta al Castello di Casale Monferrato fino all’inizio di novembre.
Chanukkah, il candelabro a otto bracci più lo shammash, (il servitore), è un oggetto dalla carica emozionale grandissima, destinato al rito durante la festa delle luci, la ricorrenza ebraica che si celebra a dicembre e ricorda la liberazione di Gerusalemme nel 167 a.C. dopo la cacciata di Antioco e la distruzione del Tempio dove, tra le pietre insanguinate, i sacerdoti ritrovarono miracolosamente intatta la menorah, la lampada sacra, e la riaccesero.
Sono 173 le lampade in mostra che hanno ispirato artisti, architetti e designer dagli anni Ottanta ad oggi. Da Emanuele Luzzati a Mimmo Paladino, da Arman a Ugo Nespolo, da Aldo Mondino a Lucio Del Pezzo, da Elio Carmi a Luciano Bobba, da Corrado Bonomi a Marco Porta, a Moreno Gentili e a Maurizio Galimberti, solo per citarne alcuni. Daria Carmi, assessore alla Cultura di Casale spiega in dettaglio il significato di questa esposizione.
La ricca collezione delle Chanukkah si è spostata dal Museo della Comunità Ebraica al grande spazio del Castello. Perché è importante questa mostra sia dal punto di vista artistico che dal punto di vista sociale?
La collezione dei Lumi di Chanukkah è il risultato di un progetto nato circa 20 anni fa quando la Comunità Ebraica di Casale Monferrato ha sentito l'esigenza di produrre cultura contemporanea, di affermare la propria esistenza confrontandosi con artisti e designer. Ogni opera che costituisce la collezione è sintesi di un intervento formale sull'oggetto chanukkiot, di una riflessione sull'identità ebraica e sul concetto di luce; così il tema viene declinato in 172 e più forme differenti, elementi di un discorso collettivo che si compone per addizione. Il fruitore, visitando la mostra, si addentra in una riflessione sfaccettata, ha la percezione di entrare dentro al progetto, di vivere una grande opera d'arte collettiva.
Come viene recepita l’esposizione al Castello dal pubblico della città e quanti visitatori italiani e stranieri avete registrato fino ad ora?
La mostra è aperta venerdì, sabato e domenica o su appuntamento. Fino ad ora contiamo circa 5000 visitatori, dove il numero maggiore di visite è stato a maggio in occasione della rassegna Riso & Rose, con un altissimo numero di turisti che vengono da fuori Casale Monferrato, ma anche stranieri. Diversi francesi e tedeschi, ma anche olandesi e svizzeri. Il pubblico casalese ha largamente apprezzato la mostra ed è occasione di ritorno frequente con ospiti diversi anche dal resto d'Italia, soprattutto dalle città d'arte o che hanno una tradizione simile; c'è buona affluenza e molti ci hanno contattato via web per avere maggiori informazioni, quindi li aspettiamo.
La mostra al Castello può considerarsi la prima tappa di un’esposizione itinerante?
La mostra al Castello rappresenta un punto importante nel processo di costruzione della collezione e della relazione con la città. Per la prima volta i 173 lumi sono presentati in un unico allestimento. Il risultato è sorprendente, denso, ricco. La collezione è molto ampia e ora è possibile procedere a uno step successivo. Certamente quella di portarla in giro per il mondo è una delle evoluzioni possibili, ma non l'unica. E' molto importante mantenere la relazione pubblica con la collezione e portare i visitatori in città per vederla e conoscere al contempo Casale Monferrato, il luogo per cui sono nate. Un’altra evoluzione riguarda l'acquisizione di nuove opere perché intendiamo attivare bandi prestigiosi e ampliare le modalità di produzione. Questo è un momento di grande promozione del progetto stesso, stiamo valutando come procedere e lo scopriremo a inizio novembre.
Per maggiori informazioni:
manifestazioni@comune.casale-monferrato.al.it