La Piscina Mirabilis è un enorme cisterna realizzata dagli antichi romani per il rifornimento idrico della flotta romana del Tirreno, Classis Misenensis, ormeggiata nel porto di Miseno, scelta fatta da Augusto attorno al 10 d.C., con la realizzazione un duplice bacino, che metteva in comunicazione la costa, sede del porto, con il retrostante lacuale, mediante un ponte di legno, adibito ad attività di rimessaggio delle navi romane.
Le acque venivano captate dalla sorgente Urciuoli - Serino, nel I secolo a.C. per la suindicata flotta imperiale augustea di Capo Miseno (N.d.R. eponimo che indica nel mito il trombettiere di Enea), realizzando un importante acquedotto a pelo libero, lungo oltre 100 chilometri, dalla valle del Sabato, fiume che scorre nell’Irpinia e Sannio, sino alla Piscina Mirabilis, di Bacoli.
Nella corografia generale dei tre acquedotti alimentati nel tempo dalle sorgenti Urcioli – Serino, il tracciato in rosso è l’Acquedotto Augusteo del I secolo a. c., lo stesso proseguiva verso sud, costeggiando il Monte Somma, passando per il settentrione di Napoli, infine lungo i Campi Flegrei fino alla Piscina Mirabilis - Bacoli funzionante a caduta libera. L’acquedotto del 1885 si sviluppa, sempre a pelo libero, verso Nord e poi ad ovest sino alla collina di Cancello ove sono ubicate le vasche di carico.
L'acquedotto augusteo fu realizzato nel I secolo a.C., tramite il supporto Marco Vipsanio Agrippa, genero dell'imperatore Augusto e architetto idraulico. Aveva un tracciato verso sud dal pre-Appennino Campano, con un tratto di quasi 4000 metri a settentrione del Monte Somma, fu ripristinato a spese dell’imperatore Costantino I, e dai cesari Giulio Crispo e Claudio Costantino, per fornire acqua a città come Pozzuoli, Cuma, Baia e Miseno, giungeva fino alla Piscina Mirabilis - Bacoli.
Il ripristino dell’acquedotto è attestato da una lapide romana del IV secolo d.C., recante la notizia del restauro dell’acquedotto romano del Serino compiuto dall’imperatore Costantino I, rinvenuta nel 1932 durante ulteriori lavori di allacciamento. La rete idrica ancora nel 1885 portava acqua a molteplici centri della Campania Felix.
I nostri principi: Flavio Costantino Pio, felice e vittorioso, Flavio Giulio Crispo e Flavio Claudio Costantino, nobili cesari, comandarono che fosse ricostruito, a loro spese, con la munifica liberalità, l’acquedotto della fonte augustea, andato in rovina col tempo per la grande incuria, e lo restituirono all’uso delle città sottoscritte. Ceionio Giuliano, viceconsole giurisdicente l’agro pontiniano, e preposto all’acquedotto stesso
Immagine presa da Giuseppe Giacco – Don Pietro di Toledo e la riscoperta dell’Acquedotto Augusteo
La Piscina Mirabilis è un'enorme cisterna scavata nel tufo Punta del Poggio - Bacoli, con dimensioni di 75 metri di lunghezza, 25,50 metri di larghezza e 15 metri di altezza, e poteva contenere fino a 12.600 metri cubi di acqua, proveniente dall'acquedotto del Serino, per rifornire le navi nel porto di Miseno. È stata costruita a pianta quadrangolare creando quattro file composte da dodici pilastri cruciformi, con alta zoccolatura, che scandiscono la superficie interna in cinque lunghe navate, sui quali si innesta la volta a botte; su quest’ultima è impiantata la terrazza di copertura pavimentata in cocciopesto, che, come le pareti interne, è composta di un denso strato di opus signinum (oggi conosciuto come cocciopesto, appunto), una miscela di calce e polveri di laterizi con effetto impermeabilizzante per evitare infiltrazioni.
Al centro della navata centrale è presente un bacino profondo 1,10 metri, con un piano inclinato verso un complesso di scarico, con funzione di vasca limaria, veniva impiegato per la decantazione e la pulizia periodica della cisterna. La struttura dispone anche di finestre lungo le pareti che permettevano l'illuminazione e la ventilazione naturale dello spazio interno.
Alla Piscina Mirabile (N.d.R. l’aggettivo Mirabile al monumentale serbatoio è stato attribuito nel Seicento per il suo valore architettonico e per le affascinanti volte ad arco e dai pilastri alti più di dieci metri) l’accesso avviene mediante due entrate gradinate poste agli spigoli nord ovest e sud-est, mentre la cisterna augustea comunica con l’interno attraverso una serie di portelli e finestre per illuminazione e ventilazione, al vertice vi sono aperture che garantivano il prelevamento dell’acqua attraverso macchinari idraulici, vista la mancanza di fori uscita, che la conducevano poi nei canali di smistamento secondari, l’introduzione dell’acqua era posta in essere attraverso un condotto individuato a nord-ovest.
[Pianta e sezione Tratta da ArcheoFlegrei]
L’atmosfera di arcana, come già precisato, che fece aggettivare questa cisterna romanica “mirabile” è legata alla maestosità della stessa e ai giochi di luce ampliati, che discendono perpendicolari dalle mini-cavità della volta a botte, presentano la costruzione paragonabile ad una grandissima basilica gotica sotterranea, contesti che rammentano tanto le tavole incise a stampa di Gianbattista Piranesi.
Le sue tavole incise, caratterizzate da un tono e una grafica drammatica, riflettono un'idea di dignità e magnificenza tipicamente romana. Questa visione si manifesta attraverso la grandiosità e l'isolamento degli elementi architettonici, evocando un sublime senso di grandezza dell'antichità, nonostante l'inevitabile traccia di abbandono che le segna.
La Piscina Mirabilis è uno dei modelli più straordinari dell’archeo-storia romana dei sistemi idraulici, è il secondo per capacità dei grandi serbatoi romani, può contenere 12.600 metri cubi di acqua (cfr. De Feo e altri), alimentata dall'acqua proveniente dall'acquedotto del Serino, realizzato durante l’età augustea, plausibilmente tra il 33 -12 a.C.
Il tracciato della conduttura, dalla sorgente fondamentale del Serino, si allungava per ≃96 chilometri e fu congegnato essenzialmente per approvvigionare di acqua potabile la Classis Praetoria Misenensis Pia Vindex, la grande armata navale romana creata da Augusto intorno al 27 a.C.; era di stanza a Miseno ed era la più importante dell'Impero e il fondamentale porto commerciale di Puteoli, oltre che per appagare le esigenze idriche dei grandi centri urbani, tra i quali Cuma e Neapolis (Cfr. De Feo & Napoli; Del Prete & Varriale) Il dislivello totale dalla Sorgente del Serino, alla Piscina Mirabilis è di 366 metri (0,38%). (Cfr. Tolle-Kastenbein; Hodge)
Macchine idrauliche romane
L'invenzione della pompa a pistoni rappresentò un’evoluzione rilevante, veniva utilizzata anche dagli allora pompieri romani nelle miniere, e consentiva di sollevare l'acqua di diversi metri, un diversificato uso era lo scarico delle sentine delle navi (N.d.R. la sentina è la parte posta più in basso nello scafo di un'imbarcazione, dove si raccolgono i vari scoli e le infiltrazioni d'acqua). Gli ingegneri romani perfezionarono anche l'impiego della forza idraulica per creare meccanismi automatici che ottenevano il massimo rendimento l'acqua per generare movimento e suoni.
Citiamo tra i tanti esempi:
La fontana di Erone, composta da tre vasi sovrapposti e comunicanti fra loro mediante tubi. Il recipiente superiore è aperto a forma di vaschetta, gli altri due sono chiusi, è un dispositivo il cui meccanismo poggia sul principio dell’equilibrio dei fluidi; ponendo acqua nel vaso superiore si aumenta la pressione sul fondo del contenitore inferiore, che pressa l’acqua tramite i vari tubi fino a farla zampillare.
L'organo idraulico, che utilizzava pompe per stabilizzare la pressione dell'aria, denominato anche hydraulis, era un organo a canne che veniva azionato da un mantice funzionante con una cascata. I romani impiegavano a volte nelle delle piccole orchestre per seguire i duelli dei gladiatori. In un mosaico si intravede, tra i musicisti, pure una schiava, che muove i mantici di un organo. Differenti archetipi di organo venivano adoperati per riprodurre il suono di strumenti impugnati da statue marmoree, come ad esempio Orfeo che suona la cetra.