"Qui non ci sono quadri alle pareti. Le uniche opere d’arte sono quelle che si vedono dietro le finestre e le vetrate: capolavori della natura incorniciati negli spazi abitati, gigantografie reali di un vivere quotidiano in osmosi con l’ecosistema. Un dialogo ininterrotto fra dentro e fuori". Mentre ci accompagna nella site inspection del Forestis Lodge - uno degli hotel più favolosi delle Dolomiti - il responsabile marketing Lukas spiega la filosofia del luogo. "Qui il silenzio lascia parlare il creato – aggiunge - e la quiete rigenerativa è il primo comandamento".
Forestis è una nuova ed esclusiva struttura alberghiera di 62 suite tutta legno, cemento e vetro che sorge a 1.800 metri di altitudine tra i boschi di Plancios, sopra Bressanone, in Alto Adige. Praticamente adagiata sul versante meridionale della Plose.
Il nome, Forestis, ne rivela la sostanza: i due corpi di edificio che compongono il complesso ricettivo - l’antica casa di cura originaria e le moderne torri di recente costruzione - sono circondati da innumerevoli conifere e la sensazione è davvero quella di essere totalmente immersi in una foresta, una cattedrale verde con vista maestosa sul Gruppo delle Odle.
Al Forestis gli occhi si riempiono di meraviglia al cospetto di queste sculture di roccia che frastagliano l’orizzonte e rendono il panorama simile a un quadro di Segantini. È bellezza pura: quella che tocca corde emozionali profonde e ancestrali e si armonizza con la natura.
La suite che ci viene assegnata si trova in una di quelle che vengono definite Tower, dove la verticalità della bioarchitettura consente di stare ancora più a contatto con le cime e il bosco, che sembra quasi di toccare. I raggi del sole arrivano dritti a illuminare un terrazzo dove, volendo, la notte è possibile anche dormire all’aperto, in un letto appositamente e accuratamente preparato per stare ancora più a contatto con l’esterno, nella pace assoluta del bosco, respirando l’aria rarefatta dell’ambiente alpino. Il Forestis, essendo costruito con molto legno, sprigiona nelle stanze e nelle parti comuni, note balsamiche di resine e di pino, abeti e cirmoli. E questa ultima essenza, si dice, rilassa il battito cardiaco.
Il logo dell’hotel è una freccia puntata verso il cielo: tre linee che stanno a significare il potere intrinseco del luogo ma anche quello che ha l’ospite di partecipare a questa dimensione altra e alta di rigenerazione sostenibile. La storia di questo luogo ha per protagonista Alois Hinteregger che nel 2000 scopre un edificio abbandonato, un sanatorio dei tempi dell’impero asburgico che non aveva mai visto una vera apertura in quanto sopraggiunse la morte dell’architetto Otto Wagner e scoppiò la guerra.
Alois Hinteregger in questi spazi – avvalendosi anche di studi geomantici – riconosce la presenza di un’energia ancestrale, ideale per la guarigione di corpo e anima: un percorso interiore facilitato anche dalla prorompente presenza della natura e della vicina fonte della Plose. Cosicché procede nella progettazione del Forestis. Per lasciare spazio alla realizzazione delle due torri di legno che visivamente e poi concretamente accolgono l’ospite, sono stati abbattuti degli alberi, che sono però stati utilizzati per le recinzioni di tutto il perimetro dell’hotel. Inoltre sono stati messi a dimora nuovi alberi dello stesso numero di quelli sacrificati. Anche le rocce divelte sono state macinate e reimpiegate per costruire bagni e pavimenti e l’energia elettrica è assicurata da un impianto indipendente che la autoproduce.
Coadiuvata dallo studio di architettura Asaggio, la proprietà nel 2020 ha riprogettato l’hotel come si mostra adesso nella sua forma essenziale e minimalista e dove anche a tavola viene servita quella che lo chef Roland Lamprecht ha definito «cucina della foresta» fatta di erbe spontanee, vegetali dell’orto interno e prodotti regionali. Il resort, infatti, ha anche un ristorante interno, pensato con una disposizione dei tavoli a gradoni e con sedute imbottite ad arco, tipo sala da cinema, per dare modo di ammirare dall’imponente vetrata la splendida vista sulla vastità dei boschi circostanti e godersi il tramonto sul Sass de Putia. Proprio come uno spettacolo da grande schermo.
L’edificio principale del Forestis, fulcro della struttura e collegato da un corridoio coperto alle nuove costruzioni (una delle quali ha anche il primato di essere il rooftop più alto del mondo), risale al 1921, e conserva quella che in origine era la funzionalità di ex sanatorio per patologie respiratorie grazie a un attento intervento di ristrutturazione che ha tenuto conto del valore storico da preservare. Sia per aspetto esteriore che per stile di arredo, questa porzione ricorda i tipici chalet di montagna e di questo impianto originario sono stati mantenuti il soffitto a cassettoni, le scale e la facciata in legno. Insieme, parte antica e contemporanea, costituiscono un unicum equamente distribuito nel verde.
Il claim utilizzato per sintetizzare in due parole questo boutique hotel di grande fascino è "L’arte dell’essenzialità". A significare che la natura offre già tutto: fascino discreto ed energia.