Zaha Hadid fa parte dell’aureola degli architetti contemporanei di spicco. Le sue forme avanguardiste, dinamiche e taglienti hanno segnato la storia dell’architettura dandone un’altra interpretazione. L’evoluzione della sua architettura e il suo pensiero inestricabilmente legato all’astrattismo e dinamismo la distanzia come architetta, aprendola a un tipo di composizione spaziale al tempo inesplorata.

La carriera di Zaha si è costituita nei primi anni unicamente da rappresentazioni grafiche, su carta, che le hanno permesso di affrontare uno studio teoretico profondo, aprendola a esplorazioni che andassero oltre ai classici dogmi architettonici, e che avrebbero costituito le basi per l’uso dei materiali in età più matura. Nei primi anni della sua carriera, Hadid privilegia l’uso di forme acuminate e composizioni spaziali audaci, quali sono reminiscenza della realtà caleidoscopica dell’artista Malevich.

Infatti, dopo essersi trasferita a Londra per frequentare la Architectural Association School of Architecture, Hadid guarda molto all’arte suprematista russa, soprattutto di Kazimir Malevich e Vladimir Tatlin, fortemente visibile nel disegno Tatlin Tower and Tectonic Worldwind del 1992. Le forme acuminate e le composizioni taglienti degli artisti russi si sposano squisitamente con le tavole dal gusto astratto di Hadid e intelaiano nell’artista uno schema di pensiero orientato verso l’astrattismo. L’arte di Malevich costituisce grande inspirazione per Hadid, che la usa come lente attraverso la quale rielaborare il suo concetto di architettura, creando un solido ponte tra pittura, architettura e design.

L’arte e la filosofia di Malevich instillano in Hadid un forte interesse per l’astrattismo, il quale diventa proprio principio investigativo. A partire dalla rielaborazione di forme semplici nello spazio, arriva a creare composizioni complesse dal fascino caleidoscopico, frammentando geometrie e rendendole incredibilmente dinamiche, e privilegiando tecniche progettistiche che potessero esaltare il dinamismo delle sue opere, come ad esempio la rinuncia dei 90 gradi in favore degli 89 gradi nelle sue realizzazioni architettoniche.

Tra i masterplan e tavole in scala macro che caratterizzano il primo periodo, The Peak del 1983 è una tra le prime realizzazioni su carta più esemplari di Zaha Hadid. Create dall’accostamento di forme allungate e taglienti, le mura di un club sportivo si mescolano tra le linee spezzate e acuminate del paesaggio montagnoso di Hong Kong. Tuttavia, la forte ambizione e il carattere visionario del progetto, come sarebbe capitato spesso successivamente, non convincono i committenti, lasciando The Peak un progetto mai realizzato. Nonostante ciò, il progetto ha simboleggiato un passo strategico nella carriera di Hadid, garantendole riconoscimento internazionale. Diversamente, Vitra Fire Station, situata in un complesso di edifici in Germania, consiste nel primo progetto che Hadid riesce finalmente a trasformare in realtà nel 1993, a pochi anni dell’apertura dello studio personale Zaha Hadid Architects. Dinamismo, sovrapposizione e molteplicità di punti di vista caratterizzano la stazione dei pompieri, che incorpora a tutto tondo la filosofia di Hadid.

Il periodo d’ispirazione suprematista ha costituito un passo fondamentale nell’evoluzione del pensiero e della filosofia di Hadid. Ha infatti costituito le basi per i suoi lavori successivi, che hanno visto la trasformazione da linee aguzze a linee sinuose e più gentili, avvicinandola di più a forme naturali e armoniche e a un’architettura più melodiosa e sinfonica. Grazie ai software di ultima generazione, Hadid riesce a concepire edifici diversi da qualsiasi altro precedente, più vicini a una sensibilità vernacolare e decisamente più scultorea. Gioca con pieni e vuoti, forme che navigano nel vuoto e architetture che talvolta sembrano galleggiare, come lo stadio Al Janoub realizzato in Qatar dopo la morte di Hadid nel 2016, il quale ha ospitato la FIFA World Cup del 2022. Analogamente, anche Bergisel Ski Jump in Austria mostra un distacco rispetto alla precedente architettura tagliente, articolandosi su una spirale fluida e progettata per mescolarsi con l’ambiente esterno, nonostante si sviluppi verticalmente per decine e decine di metri.

Il periodo maturo di Hadid è prolifico di commissioni: i suoi edifici vengono realizzati in tutto il mondo, la sua popolarità cresce esponenzialmente. Nel 2004 raggiunge l’acme della sua carriera, essendo la prima donna della storia a vincere il premio Pritzker per l’architettura. Tra le opere più monumentali dell’ultimo periodo dell’architetta consiste l’aeroporto di Daxing International, il quale viene completato solo nel 2019, dopo la morte di Hadid del 2016. Con 700,000 metri quadrati di estensione e quattro piste, Daxing International prevede uno stupefacente equilibrio tra bellezza estetica, funzionalità e solidità strutturale.

Costruito a forma di stella marina, uno tra i sei bracci contiene gli uffici amministrativi, mentre negli altri cinque sono collocati i settantanove gate. La forma organica a stella marina facilita i movimenti all’interno della struttura grazie al suo centro equidistante rispetto ai sei bracci, massimizzandone l’efficienza operativa. L’interno è inondato di luce naturale grazie a un sistema di lucernari strategicamente posizionati, mentre l'estetica fluida e organica dialoga armoniosamente con la funzionalità. L’aeroporto è considerato non solo un capolavoro ingegneristico ma anche un simbolo di sostenibilità, con sistemi all’avanguardia per il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni.

Hadid, con la sua visione straordinaria e attraverso il filtro dell’astrazione, ha creato un linguaggio architettonico che nella metà del XX secolo era ancora grandemente inesplorato. Nel suo percorso, segnato da estrema resilienza e dedizione costante all’innovazione, ha dato vita a opere iconiche che coniugano dinamismo, armonia e funzionalità. Dalle influenze suprematiste alle linee fluide e organiche della sua maturità, Hadid ha dimostrato come l’architettura possa essere una grande fonte comunicativa a livello universale. Il suo impatto si estende ben oltre i confini delle sue realizzazioni, lasciando un’eredità che continua a ispirare architetti e creativi di tutto il mondo. Zaha Hadid non è stata soltanto una pioniera, ma un simbolo della capacità dell’architettura di ridefinire la modernità.

Referenze

Santibañez, D. (2019), The Creative Process of Zaha Hadid, As Revealed Through Her Paintings.
BlessedArch (2021), Zaha Hadid’s Architecture Thesis : An Analysis.
Curious Muse (2021), Zaha Hadid in 7 Minutes: What Makes Her Architecture So Extraordinary?.