Nello stato malese del Sarawak, vicino al confine con il Brunei, la natura ha lasciato la sua creazione migliore. Il Gunung Mulu National Park, classificato tra i luoghi più spettacolari e unici del Pianeta dal World Heritage Area, rappresenta una rarità per biologi, speleologi e amanti della natura in genere. Copre un’area di 544 kmq e in esso si trova la seconda montagna più alta del Sarawak, il Mulu (2376 m). Nel massiccio calcareo si snoda il labirinto di caverne più suggestivo della terra: sono state localizzate 26 grotte maggiori, tra cui la Sarawak Chamber (Stanza del Sarawak), che è la più vasta esistente al mondo, capace di ospitare una quarantina di Boeing 747, per un totale di 260 km di gallerie sotterranee. Nel parco sono state censite 3500 specie di piante, di cui 1500 da fiore, comprese 170 diverse orchidee; 8000 tipi di fungo e 20.000 specie animali (perlopiù insetti), di cui 67 di mammiferi, 262 di uccelli, 47 di pesci e 281 di farfalle. Un ecosistema ricchissimo, superiore a quello dell’intero continente africano e ancora in gran parte sconosciuto.
L’origine della regione del Mulu risale a circa 30 milioni di anni fa, ma solo da cinque il massiccio di calcare e arenaria è emerso dal fondo marino. In seguito, le erosioni causate dalle violente piogge tropicali e le infiltrazioni d’acqua, hanno generato l’attuale rete di caverne ricche di stalattiti e stalagmiti. In superficie il paesaggio è caratterizzato da una stupenda e selvaggia vegetazione tropicale di montagna e da torrenti dall’acqua limpida. Nel 1932, lord Edward Shackleton, famoso esploratore del Polo Sud, fu il primo europeo a raggiungere la vetta del Mulu, in una spedizione organizzata dal mitico Tom Harrison. Nel 1974 nasceva ufficialmente il Gunung Mulu National Park, aperto ai visitatori nel 1985; infine, nel 1992 s’inaugurarono i collegamenti aerei con Miri. Oggi, l’area del parco, dotata di ben due di alberghi a 5 stelle, è diventata una meta ambita che richiama turisti da tutto il mondo. Si avverte l’esigenza di costruire un aeroporto internazionale. In caso di necessità, un elicottero con assistenza medica arriva in pochi minuti da Miri.
Per arrivare al parco in aereo basta mezzora di volo: la MASwings, con aerei turboprop e i più piccoli twin-otter, fa la spola due volte al giorno tra Miri e Mulu (codice MZV). Per essere certi di trovare posto nella data stabilita, vi consiglio di prenotare il volo con un certo anticipo, poiché la maggior parte dei visitatori giunge a Mulu in aereo tramite viaggi organizzati. Ricordate che non c’è telefono, banca o ufficio postale a Mulu, quindi cambiate il necessario e riconfermate il volo di ritorno prima di partire da Miri o Marudi. Si cambia valuta allo sportello dell’aeroporto di Mulu o negli hotel all’esterno del campo, ma con cambio decisamente sfavorevole. L’ingresso al parco si trova a 1500 metri dall’aeroporto, percorribili tranquillamente a piedi, mentre per il Royal Mulu Resort, distante ancora un paio di chilometri, si può utilizzare il minivan taxi. Chi invece intende muoversi via fiume e in modo indipendente, deve cambiare 4-5 mezzi per raggiungere il parco in giornata e partire da Miri di primo mattino (vedi di seguito). Il costo del viaggio sarà simile a quello fatto con l’aereo, ma il vantaggio sta nel fatto che non ci sono liste d’attesa e, soprattutto, si può godere di un paesaggio decisamente incantevole.
All’arrivo al quartier generale del parco, a sinistra del molo turistico, si deve registrare l’ingresso e acquistare il five-day-pass, il permesso valido 5 giorni, che costa 30 RM a persona (1 euro = 4.20 RM); si paga pure per la macchina fotografica e per la videocamera. Tutto lo staff parla inglese ed è affidabile e disponibile. Coloro che viaggiano in gruppo organizzato hanno l’accompagnatore che compie ogni prassi burocratica in loro vece. Tuttavia, per visitare le grotte è obbligatorio per chiunque essere accompagnati da una guida ufficiale del parco, in genere armata, allo scopo di controllare che i visitatori rispettino il patrimonio naturale, dando al contempo assistenza e informazioni. Le guide sono prenotabili direttamente al Park Ranger Office di Mulu. I costi delle escursioni sono abbastanza alti e, paradossalmente, potrebbe essere più conveniente viaggiare con un tour tutto compreso, piuttosto che individualmente.
Le grotte visitabili
Delle decine di grotte esplorate, vale la pena visitare quelle che vengono definite Show Caves (grotte da vedere) aperte al pubblico e parzialmente illuminate: le più imponenti sono Deer Cave (Grotta del Cervo) e Clearwater Cave (Grotta dell’Acqua Limpida) e le minori Lang’s Cave (dal nome dello scopritore) e Wind Cave (Grotta del Vento). L’accesso ad altre grotte, considerate pericolose per il cedimenti dei soffitti, è consentito solo agli speleologi o agli studiosi muniti di permessi speciali. Visitare le grotte scolpite in modo magistrale dalla natura è come immergersi in un altro mondo estremamente vario sotto il profilo morfologico e sicuramente di grande interesse scientifico. E’ un percorso tutto sommato abbastanza facile, accessibile anche a famiglie con bambini che possono godere di un’atmosfera magica e stimolante sotto il profilo fisico e mentale.
La Deer Cave è la più vicina al quartier generale, raggiungibile in 1-2 ore di cammino lungo un sentiero pianeggiante, ampio e ben marcato. All’entrata principale migliaia di impronte di zoccolo di cervo fossilizzate spiegano l’origine del suo nome. Un superbo passaggio lungo quasi 2 km, alto 127 metri e largo 98, conduce all’ingresso del Garden of Eden, un luogo paradisiaco dominato da una natura lussureggiante. Nella parte centrale dell’enorme tunnel, considerato il più grande del mondo, c’è un buio pesto, il suolo è ricoperto da guano ed è quindi necessario dotarsi di una torcia elettrica. Lo spettacolo più suggestivo avviene verso il crepuscolo, quando le centinaia di migliaia di pipistrelli che abitano la grotta escono in cerca di cibo e formano gigantesche e spettacolari scie che volteggiano in gruppo nel cielo. Si alzano in volo all’unisono e, come in un rito liberatorio, sempre all’unisono, generano uno spettacolo nello spettacolo, che rende ancora più incantevole e misterioso questo tratto di mondo.
La Lang’s Cave, vicina all’ingresso della Deer Cave, è la più piccola delle grotte visitabili, ma ugualmente interessante per l’impressionante formazione di stalattiti e stalagmiti modellate da secoli di infiltrazioni piovane. Per raggiungere la Clearwater Cave, con una barca a motore si risale per quindici minuti il fiume Melinau fino all’interminabile scalinata scolpita nella roccia che, dalla piccola laguna all’attracco, conduce dentro alla caverna, invasa dalle acque limpide che ne hanno suggerito il nome. Percorsa da 67 km di fiumi sotterranei, la grotta vanta la più estesa rete di tunnel del sud-est asiatico, con 78 km di caverne. Armati di torcia, al pari di speleologi si cammina immersi nell’acqua fino alla cintola, con la rara opportunità di fare una memorabile nuotata sotto terra. Cinque minuti a valle del Melinau (10 min. dal quartier generale), che qui non supera i dieci metri di larghezza, si trova l’ingresso alla piccola Wind Cave, con la King’s Room tappezzata di stalattiti giganti e piena di spifferi. La Wind e la Clearwater, ma anche l’insediamento Penan sulla riva opposta possono essere inseriti nell’escursione diretta ai pinnacoli.
Da non perdere anche il vanto delle attività all’aria aperta proposte dai responsabili del parco, la sicura ma anche oscillante Rainforest Canopy Walkway, lunga passerella in legno e corda che permette di passeggiare sul tetto della foresta, a tu per tu con cortecce e rampicanti. Vale la pena di accantonare vertigini e fobie e camminare di albero in albero, sospesi a 35 metri d’altezza, quasi 500 metri di giungla, osservando da vicino la flora equatoriale e il suo corredo di libellule, lucertole e scoiattoli. Una full immersion nella incantevole suggestione nella Natura più autentica.
I pinnacoli del monte Api
I pinnacles o pinnacoli sono affilate e taglienti guglie di calcare alte oltre 40 metri, sorte lungo la parete nord del Gunung Api (1710 m), a un’altezza di 1200 metri e modellate dall’erosione dell’acqua, in cinque milioni di anni. La visita alla spettacolare area richiede un’escursione di 3 giorni e 2 notti. Dal quartier generale si risale il Melinau fino a Long Berar, superando alcune rapide dove sovente è necessario sospingere l’imbarcazione, e si prosegue per Camp 5 via terra con 3 ore di trekking nella giungla, a lato del fiume. Il campo base 5 consiste in due baracche con letti in legno e la cucina, sistemate nella valle che separa l’Api dal Benarat (1585 m), poco prima del Melinau Gorge. Lungo il percorso, caratterizzato da passerelle e ponti sospesi, non è così facile vedere animali, fatta eccezione per le immancabili scimmie e forse qualche grosso varano o un boa reticolato. Anche la notte regala suggestioni intense e indimenticabili, completamente immersi nei rumori della foresta. A titolo informativo, il ponte che dal campo base porta sulla sponda nord, conduce allo storico sentiero denominato Headhunters, costruito dalla tribù Kayan alla fine dell’Ottocento. Seguendolo si arriva in 4 ore a Lubang Cina, sul fiume Terikan: è la via da/per la città di Limbang, sulla costa. Al mattino presto si parte per la scalata: l’ascesa all’area dei pinnacoli comporta un’intera giornata di faticosa marcia di montagna: 3 ore di salita (con l’ultimo tratto quasi verticale), 1 ora e mezza di sosta e 2 ore e mezza di discesa. Portatevi uno zainetto leggero, cibo e una bottiglia d’acqua potabile. All’arrivo, la vista di un centinaio di aguzze piramidi grigie che emergono dagli alberi della foresta, la natura e il panorama circostante, ripagheranno della fatica.
Pinnacles e trekking duro
Gli aspri pinnacoli che emergono, aguzzi e taglienti come rasoi, dal verde del monte Api, rappresentano senz’altro uno degli scenari più affascinanti di Mulu. Alti fino a 45 metri, i pinnacoli sono un ottimo esempio del potere dell’erosione, causata dall’azione di piogge e vento sulle rocce calcaree. L’ultima parte del sentiero è estremamente ripida: si percorre un dislivello di 1200 metri di altitudine negli ultimi 2 chilometri di semi-arrampicata. Per gli escursionisti più in forma e per i più audaci, il parco organizza trekking guidati di tre giorni e due notti per circa 70 euro a persona, compresa la sistemazione nei campi base e il ritorno in long boat.
Scalata al monte Mulu
L’accesso alla vetta d’arenaria del Gunung Mulu, considerata inaccessibile per le pareti verticali che fecero fallire l’impresa al console del Brunei, Spencer St. John (1857), e al governatore di Marudi, Charles Hose (1858), fu scoperto negli anni ’20 da Tama Nilong, un cacciatore di rinoceronti della tribù Berawan. Tale passaggio permise a Shackleton di portare a termine, per primo, l’impresa nel 1932. Ancora oggi, la via che dal quartier generale del parco porta alla montagna, segue il sentiero percorso da Shackleton. Coloro che intendono fare questa esperienza devono programmare da 3 a 5 giorni, mentre agli scalatori più preparati ne bastano due. Normalmente, il primo giorno si raggiunge Paku Camp (ex Camp 1) in 3 facili ore di pianura e si prosegue per Summit Camp (ex Camp 4) con altre 6 ore di salita. Il secondo giorno si arriva sulla cima in 2 ore e mezza, si dorme per la seconda notte al Summit Camp (1800 m) e il giorno successivo si torna al quartier generale. Con una tabella di marcia più tranquilla e piacevole, si può programmare una sosta per la notte nei campi base del percorso, impiegando uno o due giorni in più. Dalla vetta, se la giornata è limpida, si vede la costa del Brunei a ovest e la cima del Murud (2439 m) a est. Poiché piove abbastanza spesso e di notte fa freddo, non dimenticate un poncho o l’ombrello, una camicia pesante, un giubbetto e il sacco a pelo, anche se la gente del posto sostiene: “chi di giorno sta al sole di notte non ha freddo, mentre chi si ripara all’ombra, gela”.
Possibilità di alloggio e dove mangiare
I visitatori che intendono usufruire delle strutture all’interno del parco, devono prenotare l’alloggio online [1] e pagare all’arrivo. La prenotazione deve essere confermata almeno 5 giorni prima dell’ingresso al parco, diversamente viene annullata. Se vi trovate di passaggio a Miri, recatevi al Visitors’ Information Centre, che si trova poco a sud del centro: Lot 452, Jalan Melayu. Informazioni dettagliate si possono chiedere anche all’ufficio del National Park and Wildlife [2] in Jalan Rajah, nel palazzo governativo alle spalle del municipio. Pernottare nei dormitori da 6 letti del New Hostel *rappresenta la soluzione più economica. Un letto nei vecchi chalet costa però soltanto un dollaro in più, mentre i nuovi chalet, deluxe bi-locali, si affittano preferibilmente a stanze (6 letti a castello). Al *Bat Observatory, una bella costruzione circolare a due piani all’esterno della Deer Cave, si paga come negli chalet, mentre le confortevoli camere doppie con aria condizionata delle Vip Resthouse hanno prezzi decisamente più alti. Ogni casa è fornita di cucina in comune con stufa a gas, frigo e corrente elettrica. Sostare per la notte nei rifugi di montagna o mountain hut, posizionati nei punti strategici del parco, costa veramente poco, una cifra simbolica.
All’esterno del parco i viaggiatori indipendenti possono alloggiare al Melinau Canteen, sulla riva opposta al quartier generale per poca spesa, oppure chiedere se c’è posto al Gua-Mulu Lodging House, semplici bungalow di proprietà dei tour operator costruiti a Long Pala, il villaggio poco a valle. Nella stessa zona, affacciato sul Melinau, il cinque stelle Royal Mulu Resort offre un centinaio di lussuose camere, fornite di acqua calda, tv satellitare, oltre alla piscina e al ristorante, racchiusi in un’elegante costruzione a palafitta, ispirata all’architettura delle longhouse Dayak. Il servizio taxi è possibile grazie a un robusto ponte che collega il resort alla pista per l’aeroporto, lontana 4 km. Comodamente seduti nelle poltrone in vimini del suo caratteristico Wildflower Coffee House, si mangia cinese, giapponese, malese e occidentale. Piatti semplici, ma gradevoli alla Melinau Canteen (orario 8-20), nel vicino Bayun Sipan (per omelette e birra) e al Kopi del parco. Un piccolo spaccio alle spalle degli uffici vende perlopiù sardine in scatola e biscotti ed è pertanto consigliabile giungere al parco con una propria scorta di provviste. Da aprile del 2015 ha aperto anche il lussuoso Mulu Mariott Resort, il più esclusivo nell’area del parco.
Arrivare al parco via fiume
A Miri, dalla stazione dietro al Park Hotel prendete uno dei tanti autobus diretti a Kuala Baram (45 min.), oppure un taxi collettivo. Qui, a ogni ora un veloce motoscafo risale il fiume fino a Marudi (2 ore 30 min.), da dove a mezzogiorno parte il Tutoh Ekspres (barcone cabinato) diretto a Kuala Apoh (3 ore), vicino a Long Panai. Quando il livello del fiume lo consente, si raggiunge Long Terawan (4 ore), ma molto spesso si trasborda su di un’imbarcazione più leggera. Le longboat (lunghe barche a motore) dei privati conducono al quartier generale del parco in 2-3 ore, dipende dalle condizioni del fiume: nel prezzo è compreso il ritorno e ovviamente più sono i passeggeri meno è il costo individuale. Dopo Long Terawan il corso del Tutoh si chiude e occorre superare quattordici rapide prima di entrare nel tranquillo e stupendo Melinau, gate d’accesso al Mulu Park. Nella stagione secca, diventa un viaggio faticoso e lungo, che comunque non giustifica gli stratosferici compensi. Chi va a Mulu deve essere disposto a spendere una discreta somma di denaro. Per il ritorno bisogna accordarsi con le guardie, che procurano una barca diretta a Long Terawan in tempo per la coincidenza con Marudi.
[1] www.mulunationalpark.com/
[2] Tel. 085-433361