Questa esperienza mi ha scaraventata indietro nel tempo di non so quanti anni. Una tradizionale transumanza in compagnia dei Butteri delle Due Maremme e della loro mandria nella terra degli Etruschi meritava un servizio fotografico completo, e così, con l'attrezzatura nelle bisacce, sono partita. E' sicuramente stato il servizio più complicato che mi sia capitato negli ultimi anni, ma senza dubbio il più divertente. Complicato semplicemente perché montare un cavallo trotterellante con una reflex in mano, e allo stesso tempo immortalare i vari momenti, evitando potenziali cornate di vacche maremmane non è il tipo di multi-tasking a cui sono abituata, ma una volta che la mia dolce compagna di avventure, una cavallina grigia di nome Lola, ha capito cosa stessimo facendo, si è trasformata in un perfetto “cavalletto”, in tutti i sensi!
Sono sempre stata un'amante delle tradizioni, soprattutto a livello antropologico ed etnografico, curiosa della storia passata e molto affascinata da quella che era la vita senza tecnologia, senza motori, senza comodità. Le tradizioni sono collegate ai vari stili di vita e si adeguano alle diverse esigenze dei popoli. Ho sempre amato i cavalli e pensato che l'uomo non si sarebbe evoluto così velocemente senza questo splendido animale, ma nonostante ciò, oggi è talmente evoluto da non averne più bisogno. Eppure il cavallo fa bene all'animo dell'uomo e in alcune zone del mondo viene ancora impiegato come fedele compagno di lavoro.
Siamo tutti abituati a sentir parlare dei cowboy e quando si pensa a loro viene in mente il far west e i relativi film, e invece, non bisogna guardar tanto lontano, basta andare a trovare i butteri! I butteri sono uomini d'altri tempi, uomini che vivevano a cavallo e governavano le grandi mandrie dei proprietari terrieri di una volta. Una tradizione che lentamente sta scomparendo anche a causa dei cambiamenti economici e dell'abbandono delle campagne, e ormai sono rimasti in pochi a difendere l'antico sapere di questo nobile mestiere. Spesso si incontrano dei butteri alle fiere equestri, si riconoscono subito dall'abbigliamento elegante, il loro tipico cappello e bastone (la mazzarella), i cavalli morelli o bai, le bardelle o scafarde (tipiche selle buttere); eppure alle fiere, malgrado si esibiscano in avvincenti spettacoli, non si riesce a percepire appieno la secolare tradizione che questi cavalieri hanno da tramandare e quindi, per saperne di più, mi sono unita a loro durante una transumanza. Inutile dire che mi sono divertita da morire! Eravamo un gruppo di 35 cavalieri di tutte le età. Poco meno della metà erano butteri di mestiere, gli altri aspiranti butteri come me.
Siamo partiti di venerdì mattina da Vejano (VT), un piccolo paese della Tuscia, nella Maremma Laziale, che si trova vicino al Parco Marturanum e non lontano dai Monti della Tolfa: un insieme di colline che circondano un'infinita distesa di praterie, dove vivono ancora cavalli e vacche allo stato brado. La natura qui è rimasta incontaminata, e ovunque si vedono animali correre su e già per le vallate o semplicemente brucare tranquillamente nelle vaste distese di verde che illuminano quest'incantevole area. Abbiamo visitato posti di una bellezza mozzafiato, attraversato fiumi azzurri e ci siamo inoltrati in boschi incantati, dove l'uomo sembra non essere mai arrivato, lande dimenticate dalla civilizzazione.
La nostra prima tappa è stata il pranzo vicino a un fontanile dove si sono rifocillati sia i cavalli che le vacche, e noi abbiamo assaporato un delizioso piatto di acquacotta, un tipico pasto buttero. La sera siamo arrivati a Civitella Cesi, un minuscolo paesino di circa 300 abitanti dove si trova un villaggio di archeologia sperimentale chiamato Antiquitates*, completo di tradizionali capanne come quelle utilizzate dai butteri durante le lunghe transumanze. Il giorno dopo abbiamo attraversato la valle del Mignone e abbiamo raggiunto i siti archeologici di San Giovenale e Luni sul Mignone. Credo sia quasi impossibile raggiungere Luni senza cavallo a meno che qualcuno non abbia una gran voglia di camminare e tanto tempo a disposizione, ma la vista che si estende dall'alto della collina arriva fino al mare e si capisce perché qui fu costruita un'importante città. Visitare la terra degli Etruschi passeggiando a cavallo tra i loro siti archeologici è un'esperienza che consiglio a tutti almeno una volta nella vita!
Le nostre vacche, anche dette “manzine”, avevano una gran voglia di fermarsi a mangiare e si divertivano a infilarsi in ogni pertugio che trovavano, aiutate dalle lunghe corna che permettono di farsi strada tra i rovi e la vegetazione; ma a nulla sono valse le loro scappatelle perché l'esperienza dei butteri le riportava subito a riunirsi con la mandria. La sera, dopo esser stati in sella buona parte del giorno, riacquistavamo l'energie con dei piatti tipici locali, degustati davanti al fuoco in una bellissima capanna e con una sicuramente eccessiva dose di buon vino. Ho una gran nostalgia di quei giorni, mi sentivo tutt'una con la terra, un centauro con Lola e in armonia con il mondo, un mondo dove uomo e natura collaborano insieme, cosa che nella vita di tutti i giorni purtroppo non succede più.
I Butteri delle Due Maremme organizzano stage e weekend di monta Maremmana. Per chi volesse saperne di più sulle prossime iniziative:
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butteridelleduemaremme@gmail.com
Antiquitates: www.antiquitates.it