In una sera d’inverno, mentre fiocca la neve, nasce una grande sognatrice: la piccola Eleonora. Con le manine paffute mima navi, gatti e principesse; a volte corre e apre le braccia come per volare; e ai giardini pubblici cammina in tondo immaginando scene drammatiche per imparare a piangere a comando.
Eleonora cresce e scrive tante storie, ma nessuna di esse finisce; non riesce a scrivere nemmeno un finale, così spesso dice a se stessa: "Quando sarò pronta i finali verranno da soli, come vengono gli inizi". Eppure gli anni passano senza che i finali arrivino. In compenso gli inizi continuano a nascere numerosi e fragranti come biscotti appena sfornati, caldi, carichi di promesse. Le fiabe di Eleonora nascono con lei, crescono con lei, vivono con lei… forse scriverle fino in fondo significherebbe morire?
Eleonora compirà presto vent’anni, e vorrebbe che qualcuno leggesse i suoi racconti. Ma nessuno vuole perdere tempo con una storia incompleta: "Come va a finire?" chiedono un po’ irritati. Eleonora è in ansia! Vuole essere compresa, apprezzata, e comincia a pensare che i finali non arriveranno mai, che lei stessa non concluderà mai nulla! Mai, mai, mai… Prima tutto poteva succedere, ora sembra che semplicemente non accadrà mai niente. Da un infinito numero di possibilità a un vuoto senza capo né coda, senza inizio né fine. Le parole scivolano dai fogli e perdono significato: la strega delle colline, il drago Rosellino, il vecchietto grassottello, lo zombie narcisista... ormai appaiono tutti uguali, perché nessuno di loro sa cosa vuole, o cos’è giusto, o qual è la meta, insomma come si compirà la sua storia.
Inutile dirlo, nemmeno Eleonora sa dove andrà a parare la sua vita. Anche se potrebbe sembrare un’eterna sognatrice lei ha una vita reale, concreta, una storia tutta sua. La vita di Eleonora è nello stesso mondo dove viviamo noi, e non in quello delle favole, ma riesce ad essere favolosa. Eleonora è triste in modo favoloso, felice in modo favoloso, passionale in modo favoloso, malinconica in modo favoloso, arrabbiata in modo favoloso, stressata in modo favoloso, annoiata in modo favoloso e così via. Basta un po’ di fantasia per avere una vita favolosa. Ma per trovare un fine alla vita non basta la fantasia! La fantasia di fini ne trova un milione! E nessuno è quello giusto, l’inconfondibile, il sogno, la fine, THE END.
Passa del tempo, ormai persino i nuovi inizi hanno smesso di arrivare. Certo: che senso avrebbe cominciare nuove storie senza senso? Come non ci sono fini non ci sono inizi. Ma Eleonora vuole uscire da questo stato di stallo grigio come il nulla, così prende una decisione definitiva: deve trovare dei finali per i suoi racconti. Se questo significherà morire, allora morirà.
Eleonora parte per un lungo viaggio: lo chiama solennemente “Alla ricerca della fine”. Ogni giorno dovrà recarsi in un posto nuovo, scoprirlo, e comunque esso sia trovare lì il finale per uno dei suoi personaggi. Ogni giorno una storia conclusa. Per forza! In questo modo il destino delle fiabe sarà un po’ in mani sue, un po’ in quelle del caso.
Il primo giorno Eleonora decide di andare in un’erboristeria vicina casa dove non era mai entrata. Il commesso è un uomo gentile che maneggia creme, tisane e oli essenziali come fossero piccoli tesori. "In questo posto verrà a lavorare la strega delle colline," decide Eleonora. È molto soddisfatta, anche se forse la strega pensava di essere destinata a qualcosa di più pazzesco (ma Eleonora non ha né i soldi né il tempo di visitare New York o un antico tempio buddista).
Poi Eleonora ragiona un attimo e le viene in mente che questa non è davvero una fine! Potrebbe essere un… nuovo inizio? Che combinerà la strega nel negozio? Aggiungerà della magia ai prodotti per regalare un po’ di felicità ai clienti? O li incanterà per farsi pagare il doppio? Cambierà il colore delle pareti? Ora sono verdi, ma forse un bel color pesca sarebbe più caldo e accogliente. Insomma è una fine fasulla, perché una fine vera non esiste! Non esiste! Anche se la strega delle colline un giorno dovesse morire (cosa che probabilmente accadrà), una sua particella potrebbe diventare parte della prima capra su Marte, e poi alla morte della capra potrebbe essere mangiata da un microbo marziano e dopo qualche tempo ritrovarsi nel corpo di un alieno! E così via.
Eleonora, resa euforica dalla sua nuova intuizione, saltella verso casa. "Ma alla gente andrà bene un finale del genere? Non penserà che andare a lavorare in un’erboristeria non porta alla fine di nulla?" si chiede in un attimo d’insicurezza. Fa una prova e scopre che i suoi coinquilini Maria e Riccardo non si accorgono che la fine è finta e sono contenti: "Brava," le dicono, "è un racconto molto carino. Finalmente gli hai dato un senso." Eleonora sorride tra sé e sé: ha imbrogliato tutti. Ora la strega delle colline è libera di continuare a vivere giorno per giorno, ed Eleonora ha la sua storia da condividere. Finalmente qualcuno potrà apprezzare le sue fiabe, spaccati di vita quasi sensati, di sicuro favolosi.
Il lungo viaggio di Eleonora è durato un solo giorno, perché vivendo è impossibile cercare la fine; inoltre iniziare qualcosa è più divertente che finirla. È dunque naturale che spesso non concludiamo nulla e per tirarci su di morale diciamo: "Ogni giorno è un nuovo inizio!"