La Costa Concordia è stata finalmente smantellata nel porto di Genova. Sono stati necessari 30 mesi per riuscire a portarla via dall'Isola del Giglio e altri ce ne vorranno per ripulire quell'angolo di paradiso segnato dalla tragedia. Tra polemiche, preoccupazioni e doverose richieste di giustizia. L'incriminata pratica dell'inchino, che la sera del 13 gennaio 2012 ha causato la morte di 32 persone, lascia aperta la porta a riflessioni e discussioni su un altro splendido luogo d'Italia dove le navi da crociera si inchinano sovente: Venezia. Ci ha pensato, fra i tanti, anche il fotografo Gianni Berengo Gardin, che denuncia la situazione del capoluogo veneto, con il reportage Mostri a Venezia, esposto in uno dei beni del Fondo per l'Ambiente Italiano, Villa Necchi Campigli a Milano. L'evento è stato realizzato dal FAI, in collaborazione con Fondazione Forma per la Fotografia e Contrasto.
A volte, un'immagine diretta e precisa come quelle dell'autore vale più di mille parole. Gianni Berengo Gardin sceglie il bianco e nero affinché i colori non distolgano il pubblico da ciò che vuole mostrare. Una trentina circa di scatti, colti fra il 2012 e il 2014, spesso alzandosi alle 5 del mattino per documentare il passaggio delle navi da crociera, testimoniano in modo inequivocabile come quelle immense imbarcazioni siano pericolose per la fragile città lagunare. Una sproporzione che ha qualcosa di allucinante. Sembra un fotomontaggio e invece il gigante bianco che sbuca a sorpresa vicino a San Marco è la realtà degli ultimi anni. Città galleggianti, più alte di Palazzo Ducale e più lunghe di Piazza San Marco, provocano sconcerto nell'osservatore delle immagini fotografiche. Le opere sono state collocate al piano terra della villa, nell'ordinata calma della casa, impattando con un cortocircuito emotivo, un effetto di straniamento procurato dall'allestimento espositivo e dalla mastodontica presenza, nelle fotografie, delle navi che deturpano il paesaggio veneziano.
In alcuni casi, il "mostro" occupa tutto lo spazio visivo. Ingombrante, come in effetti è, assoluto e totalizzante. Non c'è possibilità di scampo. L'intento dell'autore è mettere in evidenza come queste navi, maestose in alto mare, siano terrorizzanti e mostruose, quando così vicine a Venezia. Si vuole scioccare il pubblico, soprattutto quello veneziano, che conosce bene la propria città, e ha fatto l’abitudine ai giganti del mare e li vede quasi con indifferenza. E ancora le imbarcazioni che appaiono tra le case, con la folla dei turisti sui pontili. Dall’alto delle navi, vista da una certa distanza, la città appare come un giocattolo, una sorta di modellino senz'anima.
Secondo Gianni Berengo Gardin, le fotografie esposte non sono "assolutamente artistiche", ma costituiscono un preciso documento di denuncia di una situazione che gli sta particolarmente a cuore. L'artista, infatti, nato a Santa Margherita Ligure, è figlio di padre veneziano. Ha trascorso alcuni anni nella città paterna, lavorando nel negozio di famiglia, oggi chiuso, che a quel tempo vendeva vetri e gioielli di Murano. E' convinto che le grandi navi da crociera distruggano l'anima di Venezia e dei suoi abitanti. Le trova orribili e pericolose, perché potrebbero andare all’impatto contro Punta della Dogana, San Giorgio o San Marco, danneggiando gravemente gli edifici e le persone. Inoltre, i loro motori inquinano l'aria, mentre frotte di turisti assediano le calli, lasciando ovunque i resti dei loro picnic. Come se non bastasse, il movimento marino crea onde e correnti che vanno a intaccare le già fragili fondamenta delle antiche e storiche costruzioni. Che differenza con il libro del 1965 dedicato da Berengo Gardin all'amata Venezia, sua città di adozione! Allora la Serenissima "apparteneva ai Veneziani, ora ai turisti". In quella pubblicazione, l'atmosfera era lirica e rilassata, immortalando la bellezza placida e decadente di un luogo unico al mondo.
L'UNESCO ha chiesto nuovamente al governo italiano di tutelare il delicato ecosistema lagunare che rischia di perdere il riconoscimento di patrimonio dell'umanità, ricevuto nel 1987. Il prossimo 1° Novembre, entreranno in vigore le nuove disposizioni, dovrà cioè essere precluso il transito alle navi superiori a 96mila tonnellate nel canale della Giudecca, in attesa di più precise regolamentazioni, volte a proteggere e preservare la vita e il cuore di Venezia, come la mostra milanese sostiene, accanto a un turismo più consapevole e sostenibile.
Immagini tratte da: Gianni Berengo Gardin. Mostri a Venezia