La sezione parallela del Festival Internazionale del Cinema di Cannes, la Quinzaine des Réalisateurs conclusasi lo scorso 25 maggio, ha visto tra i suoi protagonisti orientali di quest’anno il celebre co-fondatore dello studio Ghibli Isao Takahata, il quale ha presentato il suo nuovo film intitolato The Tale of Princess Kaguya. In patria non meno famoso del regista Hayao Miyazaki, Takahata è già noto al pubblico occidentale per la regia di film animati quali Una tomba per le lucciole e Omoide, e per la fortunata serie televisiva Anna dai capelli rossi.
The Tale of Princess Kaguya, frutto di un intenso lavoro durato oltre otto anni e costato circa cinque miliardi di yen, si ispira direttamente a uno dei racconti popolari più famosi del Giappone, il Taketori Monogatari - Storia di un Tagliabamb”- risalente al lontano X secolo. La favola racconta di un vecchio tagliabambù che, passeggiando un giorno per la foresta, si imbatte in una strana e luminosa canna di bambù al cui interno trova una bambina piccola come un pollice, che insieme alla moglie decide di adottare e chiamare Kaguyahime, “Notte Splendente”. La piccola porta alla povera famiglia di contadini tanta fortuna permettendole di arricchirsi: dal momento del suo ritrovamento infatti, ogni volta che il vecchio Okina taglia una canna di bambù vi scopre all’interno una pepita d’oro.
Kaguyahime cresce molto velocemente divenendo in breve tempo una splendida e desiderata donna: il racconto della sua bellezza passa di bocca in bocca e così, un giorno, si presentano alla porta del tagliabambù cinque principi corteggiatori che sperano di ottenere la mano della splendida fanciulla. Kaguyahime decide di mettere alla prova tutti i prendenti: il primo, se vuole ottenere la sua mano, dovrà portarle in regalo dall’India una sacra ciotola del Buddha, il secondo un ramo del leggendario albero argentato dell’isola di Hōrai, il terzo la pelle di un topo di fuoco dalla Cina, il quarto uno splendido gioiello incastonato nella fronte di un drago, il quinto una conchiglia preziosa che si trova nella pancia di un uccello.
Data l’impossibilità di portare a termine tali prove i pretendenti ricorrono all’inganno, tuttavia Kaguyahime li scopre e li rifiuta. Lo stesso imperatore del Giappone, Mikado, dichiara il proprio amore alla fanciulla, ma anch’egli viene rifiutato. Kaguyahime si scoprirà essere la principessa della Luna, dalla quale proviene e a cui farà ritorno una volta che gli esseri celestiali di Tsuki no Miyako torneranno a prenderla: questo il motivo per cui nessuno dei pretendenti umani poteva essere accettato. Nonostante i tentativi compiuti dall’imperatore del Giappone per fermare la donna della luna, ella con sua grande gioia, vestita di uno splendido abito di piume magiche che le permette di volare e di dimenticare il tempo trascorso sulla Terra, fa ritorno nel suo regno da cui era stata cacciata per scontare una pena. Poco dopo la partenza i genitori si ammalano, mentre l’imperatore si reca sul Monte Fuji per bruciare la lettera di scuse e l’elisir dell’immortalità che Kaguyahime gli aveva lasciato prima di partire: vivere in eterno senza di lei non avrebbe avuto alcun senso.