Lenta la luna raggiunse il pozzo e lo illuminò.
Sognarono in due quella notte, la stessa notte di tempi diversi. Ma non importava.
Perché la luna, che specchiava in acque distanti, non era che la medesima luna,
e un ruscello collegava i due cuori.
Il giardino evaporava profumi caldi di arance,
faceva ghirigori il merlo, nell'aria, col canto. Sui rami della magnolia le scimmie dormivano abbracciate, le code dondolanti.
Oltre la vetrata, sottile confine all'incanto, dormiva la piccola Frida, uccellino zoppo.
Era stata una giornata di giochi sfrenati e di scherzi malvagi.
'Zampa di legno!' la prendevano in giro i compagni.
'Siete senza coraggio, vi batto tutti se voglio!' aveva replicato lei dalla bicicletta pedalando forsennata. C'era in quella bambina un impeto, una forza, una crosta d'acciaio a difendere ferite che sanguinavano dentro.
Fu uno sbocciare di rosa il suo sogno. Ascolta il profumo.
Sognò una Signora seduta accanto al suo letto, il petto trapuntato di lacrime e fiori.
"Tutto andrà bene. Ci sono io, con te, e sono già oltre..."
La bambina si agitò nel sonno, la Signora, allora, le strinse una mano che era morbida e calda.
Frida si acquietò, mentre il ruscello gorgogliava cantando,
la sua corrente rivolta al futuro.
Molti anni più tardi, ma non era che la medesima notte, la stessa luna,
il pappagallo sul bordo del materasso osservò la coppia di cani russare sul pavimento. Dal comodino rise il teschio di zucchero, un nome scritto sulla fronte: Frida.
La giovane donna, colonna di marmo spezzata a metà,
dormiva seduta nel letto, aggrappata al cuscino.
Era stata una giornata di fuoco e di pena. Sulla corazza di gesso aveva graffiato parole, liberato farfalle, naufragato lacrime con furore respinte.
Fu una goccia di miele, una punta di balsamo, il suo sogno. Assaggia il sapore.
La Signora era seduta sul letto, così attenta, così saggia. Dietro di lei Fridabambina giocava con la palla in un cono di luce, canterellando. Gli occhi della giovane si socchiusero guardando.
E quando videro il ruscello che collegava i due cuori, quando la raggiunse il fruscio dell'acqua e il canto dolce e sottile, le mani lasciarono andare il cuscino,
che si adagiò in silenzio sul pavimento di piastrelle azzurre,
e sognarono di dipingere un quadro.
Allora non fu più necessario ascoltare parole.
La Signora le strinse una mano e sorrise a entrambe.
Tra loro scorreva
un'antica memoria. Un'impronta di futuro. Un amore.
In mezzo, un tram impazzito.
Testo di Chiara Lossani
Chiara Lossani, scrittrice e direttrice di due biblioteche nella provincia di Milano, pubblica romanzi e picture-book per ragazzi dal 1995. Eventi e personaggi storici, e del mondo dell'arte, sono al centro delle sue storie. Alcuni suoi libri sono stati illustrati da famosi artisti e pubblicati in diverse lingue. Con Octavia Monaco ha pubblicato per le edizioni Arka Vincent van Gogh e i colori del vento (in dodici lingue), La nascita delle stagioni, il mito di Demetra e Persefone, Arianna e Teseo, un fragile filo d'amore.