Operatrice: Salve, è il signor Ludwig Van Beethowen?
Beethoven: Con la V.
O: Prego?
B: Beethoven, con la V, non con la W.
O: E come ha fatto a sentire al telefono se ho detto la V o la W?
B: Signorina… io sono Beethoven, ho orecchio.
O: Ecco, proprio per questo motivo la sto chiamando.
B: Cioè?
O: Pronto…pronto, mi sente?

B: Sì, la sento benissimo.
O: Ecco, perfetto. Questa conversazione è registrata, io sono dell’ufficio antiparaculi. Lei ha una invalidità per sordità bilaterale pari al 58% e prende la pensione di invalidità. Ma con quello che ha detto prima si è incastrato da solo.
B: Pronto? Chi è?
O: Non sia ridicolo. A noi servono due conferme, una non basta, e lei ha provato due volte che ci sente benissimo, tra l’altro con un trucchetto patetico. Pronto, mi sente? Funziona sempre, non sa quanti ne abbiamo beccati così.

B: Maledetti! E la prima prova?
O: Quella della V e della W. Ce l’ha suggerita un suo caro amico, il quale ci ha detto che lei è molto meticoloso e pedante, al limite dell’arrogante.
B: E chi sarebbe?
O: Wolfang Amadeus Mozart.
B: Quel pezzo di fango invidioso di un austriaco!
O: Su su, non faccia così. Mozart ha fatto solo il suo dovere civico nei confronti dello stato: ha smascherato un falso invalido.

B: Ma lei non lo sa che le mie ultime composizioni le ho fatte con l’orecchio attaccato al pianoforte?
O: L’ho letto da qualche parte, ma la storia è piena di fake news.
B: Fake news! E lei che ha fatto nella vita?
O: La smetta! Piuttosto mi spiega perché sporcarsi così? Con tutti i soldi che ha, c’era bisogno di fingersi invalido?
B: Eh, lei dice bene… La conosce Per Elisa?
O: La sua canzone? Certo, e la adoro.

B: Premettiamo che non è vero che non sono sordo, ho una sordità unilaterale, non bilaterale. Dalla sinistra non ci sento, al telefono uso l’orecchio buono.
O: E posso chiederle come mai solo da una parte?
B: Da giovine ero un grande appassionato di Metal, lo ascoltavo sempre a palla nelle cuffie. Solo che, un giorno, mi si ruppe la cuffia di destra. Per sentire forte come piace a me, mettevo i volumi al massimo, perdendo praticamente l’udito nella parte dove funzionava la cuffia.
O: Si ma che c’entra?
B: Un giorno dal mio commercialista dovevo depositare alla SIAE il mio ultimo pezzo, Per Elisa, appunto. Lui mi chiese prima a chi dovessero andare i diritti SIAE, ma la mia sordità non mi ha permesso di sentire ed io dissi: Per Elisa, pensando che mi avesse chiesto il titolo da registrare. Condannandomi alla povertà praticamente…

O: Va beh ma tanto so che Spotify… per i diritti agli artisti paga uno schifo…
B: Beh sì, ma io avrei preso anche i diritti per le colonne sonore dei film, le pubblicità, tutto! E, per colpa di un commercialista disattento, ora sono praticamente povero…
O: Mi spiace, ma non è una scusa buona per truffare lo stato.
B: Ma lei non sa l’inghippo!
O: Cioè?
B: Il mio commercialista è il cugino di quel caino di Mozart!

O: Quindi, secondo lei, lo ha fatto appositamente per truffarla?
B: Sì, perché poi Mozart si è sposato con Elisa, quella str**a!
O: Cavolo! Manco a *Beautiful
tutti questi intrighi!
B: Si rende conto? Mozart ha fatto con me un po' come Micheal Jackson con il suo amico Paul McCartney dei Beatles! Mozart non amava la musica come la amo io, lui lo fa solo per i soldi!
O: Ah lei dice che Mozart pensa solo ai soldi?
B: E perché, secondo lei, è morto povero? Era uno spendaccione e quando è morto aveva speso tutto in donne, vino e gratta e vinci. Ma non è finita qui, era anche un ladro!
O: Addirittura?

B: Lo conosce Muzio Clementi? Era un grande pianista italiano e Mozart lo odiava perché secondo molti era più bravo di lui.
O: Beh forse sta esagerando facendosi condizionare dal suo odio per Mozart…
B: Signorina, mi ascolti. Nel 1781 Clementi partecipò ad un concorso per pianisti e fece la sua famosa Sonata in Si bemolle maggiore, op. 24, n. 2, I movimento, Allegro con brio. Che lei sicuramente conoscerà…
O: Ehm…sì, certo.

B: A quel concorso, che per inciso venne fatto a Vienna, Clementi suonò quel brano, l’altro concorrente era Mozart. Non ci fu un vincitore perché, l’imperatore Giuseppe II, casualmente connazionale di Mozart, decretò un pareggio. Ma tutti i presenti quella sera sapevano che l’italiano era più bravo. Mio padre perse la scommessa e dovette vendersi mia madre per non perdere il suo cavallo…
O: Un uomo sensibile suo padre…
B: Molto. Comunque la vendetta di Mozart avvenne dieci anni dopo. Si ascolti l’Overture del Flauto magico e mi dica se non è identica a quella di Clementi.
O: Mi spiace, davvero, è un mondo terribile quello dello show business, lo sappiamo. Però, tornando a noi, dovremo toglierle la pensione e lei dovrà restituire i soldi che ha preso per…vediamo un attimo…168 anni. Essendo una quota mensile, dovrà restituire…faccio un conto veloce…2016 quote pensionistiche.

B: 2015!
O: Cioè?
B: Questo mese non l’ho ancora presa.
O: Ok, 2015. Le mando il bollettino?
B: Ok, si segni l’indirizzo. Domgasse n. 5, Salisburgo.
O: Ok, Domgasse n.5 Salisburgo. Un attimo che controllo… Scusi, dai nostri sistemi mi risulta l’indirizzo di Wolfang Amadeus Mozart. Signor Beethoven? Pronto, signor Beethoven? Pronto!