Nel 2012 è nata Essequadro Srl, una realtà imprenditoriale che oggi è riconosciuta anche all’estero nel settore dell’occhialeria internazionale. Il vostro carattere distintivo?

La nostra peculiarità è il connubio di diversi caratteri, che posso sintetizzare così: lungimiranza, passione e territorialità. Ossia il guardare oltre gli ostacoli, con i piedi ben piantati. Infatti, il settore in cui investiamo tantissimo è la ricerca e lo sviluppo per innovarci continuamente e ricercare nuove soluzioni nel design e nel prodotto.

Dove avviene la vostra principale produzione?

La produzione è tutta all’interno di Essequadro, ubicata a Frigento, provincia di Avellino, infatti, l’organizzazione produttiva è completamente integrata verticalmente, acquistiamo materie prime e realizziamo totalmente l’occhiale finito.

Il ciclo produttivo per la realizzazione di un occhiale di quante fasi si compone?

Il ciclo produttivo consta di settantadue fasi e all’incirca di quaranta giorni di lavorazione, durante il quale vengono utilizzate macchine di ultima generazione. In particolare: una fresa di acetato con taglio a cinque assi; una macchina taglia-lenti totalmente automatizzata. La pulitura avviene all’interno di buratti per centoventi ore. La lucidatura, la spazzolatura e la rifinitura sono completamente manuali, secondo le antiche e sapienti tradizioni dell’artigianato italiano. Gli incollaggi vengono effettuati tramite macchinari prototipati in modo da produrre pattern e colori esclusivi.

Per la scelta dei materiali vi affidate ad aziende italiane o anche estere?

Per la scelta dei materiali, collaboriamo esclusivamente con partner e stakeholder italiani. La materia prima che utilizziamo è integralmente italiana e ogni occhiale che produciamo è certificato dall'Istituto per la Tutela dei Produttori Italiani. Impieghiamo una lega di acciaio medicale interamente fornita in Italia, mentre le lenti provengono dai principali leader del settore, garantendo così una qualità e un'eccellenza pienamente made in Italy.

La vostra clientela tipo?

La nostra clientela è trasversale e internazionale, a seconda dei nostri brand, cerchiamo difatti di soddisfare e segmentare il mercato a seconda dei profili di clientela. Certo, queste tipologie di clientela devono amare il prodotto italiano e in particolare il prodotto di design e artigianale, insomma una clientela che abbia voglia di differenziarsi.

Tra i brand che sono entrati a far parte della famiglia eyewear Essequadro figurano: Essedue, Bzp, Jplus, Mahila e Kyme. Ci può indicare un aggettivo per descrivere l’unicità di ognuno di questi brand e se si sente legato ad uno in particolare e perché?

Per Essedue direi raffinato, per Bzp oserei vintage, per JPLUS sicuramente essenzialista, per Mahila direi accurato e per KYME, naturalmente, iconico.

Febbraio è il mese dedicato al MIDO, Fiera dell’Eyewear internazionale, che ha visto la partecipazione di oltre 1200 espositori provenienti da oltre 50 Paesi. Cosa significa per voi prendere parte a questa manifestazione leader del settore eyewear?

Il MIDO è una botta d’ossigeno. È l’appuntamento per eccellenza, in cui incontriamo amici, clienti, fornitori, dove presentiamo le nostre ideazioni, e soprattutto dove incontriamo nuovi partner. È un evento dal quale torniamo sempre arricchiti di stimoli, contatti e nuovi rapporti commerciali, soprattutto quest’anno che abbiamo presentato la nuova rete vendita per i mercati esteri.

Dal 2020 ricopre la carica di Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Avellino. Quali sono le principali criticità riscontrate dai giovani imprenditori nel mercato italiano e quali le sue personali difficoltà che ha dovuto affrontare?

Le difficoltà, purtroppo, sono le solite legate alla poca sintonia con il mondo politico, ossia il mondo economico assai spesso non trova supporto, anzi, incontra ostacoli dal mondo della politica. In compenso laddove vi sia, a livello locale così come a livello nazionale, una sinergia fra questi due mondi, ne beneficia tutta la società e soprattutto il mondo del lavoro.

La tua famiglia ha dato inizio alla carriera nel mondo dell’eyewear sul finire degli anni Quaranta. Il segreto del vostro successo? Ha sentito da sempre questa “vocazione” a dover continuare sulla strada dell’azienda di famiglia?

Il nostro successo e quello della mia famiglia è stato il lavorare intensamente e, come dicevo prima, il guardare oltre con la passione di anticipare le tendenze della moda, così come le tendenze di mercato e commerciali. Non accontentarsi facilmente, ma puntare all’eccellenza, nel rapporto con i clienti, in particolare, e poi con il servizio e i prodotti che offriamo.

Progetti futuri?

I progetti nell’immediato, direi, sono di consolidare i nostri mercati, tramite la rete vendita direttamente gestita all’interno di Essequadro, e poi di aprirne di nuovi con la medesima filosofia commerciale e produttiva.

Quanti occhiali possiede attualmente in casa?

Migliaia. Non mi sono ancora fermato a contarli. Sono quelli ereditati dal negozio di mio nonno, poi quelli di mio padre e infine quelli che ho prodotto finora. Ogni campione fa parte della mia collezione.