La COP29, Baku, Azerbaijan, 11 – 22 novembre, ha riportato al centro del dibattito globale l’urgenza della lotta ai cambiamenti climatici. Nonostante le critiche per la scelta di un paese fortemente dipendente dall’industria fossile come sede, il vertice ha affrontato questioni cruciali per il futuro del pianeta, con un’attenzione particolare alle implicazioni per imprese e comunità locali. Durante la conferenza, sono stati affrontati diversi aspetti legati alla crisi climatica. Un tema chiave è stato l’aumento dei fondi destinati ai paesi in via di sviluppo, superando il precedente obiettivo dei 100 miliardi di dollari annui.
Federcontribuenti chiede che una parte di queste risorse venga destinata anche alle PMI (Piccole e Medie Imprese) italiane per finanziare progetti di energia rinnovabile, economia circolare e tecnologie sostenibili. La COP29 ha discusso il rafforzamento dei meccanismi previsti dall’Accordo di Parigi, come l’uso dei crediti di carbonio.
Federcontribuenti sta lavorando per formare le PMI sull’utilizzo di questi strumenti, aiutandole a ridurre le emissioni e a valorizzare le loro pratiche sostenibili. Il rafforzamento delle capacità di adattamento alle conseguenze del cambiamento climatico è stato un altro tema centrale. Federcontribuenti collabora con aziende agricole e realtà locali per sviluppare tecnologie come l’irrigazione intelligente e la gestione sostenibile delle risorse naturali. L’impegno a contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C è stato ribadito come cruciale. Federcontribuenti promuove campagne per sensibilizzare le PMI sull’importanza di integrare la sostenibilità nelle strategie aziendali.
Uno dei temi più rilevanti è stato l’uso della carbon footprint, un metodo che misura l’impronta di carbonio prodotta dalle attività umane. Questo strumento, fondamentale per monitorare e ridurre le emissioni di gas serra, pone però notevoli sfide alle imprese, soprattutto alle piccole e medie imprese (PMI). Secondo un report di Federsviluppo, il dipartimento di Federcontribuenti che si occupa delle PMI, le aziende sono chiamate a rivedere profondamente i loro modelli produttivi per rispettare le normative e ridurre l’impatto ambientale. Gli investimenti richiesti spaziano dall’adozione di tecnologie pulite alla riorganizzazione dei processi, passando per l’utilizzo di nuove materie prime.
Federsviluppo, tuttavia, sottolinea che queste difficoltà possono trasformarsi in opportunità: le imprese che sapranno investire in soluzioni sostenibili non solo contribuiranno a combattere il riscaldamento globale, ma potranno anche acquisire un vantaggio competitivo, attrarre nuovi clienti e migliorare la loro reputazione sul mercato globale. Per agevolare questo processo, Federcontribuenti ha attivato uno sportello dedicato, offrendo gratuitamente ai suoi associati:
- supporto normativo: interpretazione delle leggi e dei nuovi obblighi;
- calcolo della carbon footprint: strumenti e metodologie per misurare le emissioni;
- piani d’azione personalizzati: individuazione delle strategie più efficaci per ridurre l’impatto ambientale; - accesso ai finanziamenti: guida alle opportunità di sostegno economico per progetti di sostenibilità.
L’obiettivo è fornire alle PMI le risorse necessarie per affrontare la transizione ecologica, rendendo la sostenibilità un motore di crescita e innovazione.
In questo scenario, le Piccole e medie imprese italiane, che rappresentano una colonna portante dell’economia nazionale, hanno un ruolo determinante nella transizione ecologica. Federcontribuenti è in prima linea per aiutarle a superare le sfide e sfruttare le opportunità offerte dalla sostenibilità. Grazie a iniziative concrete come lo sportello di supporto e i tavoli di confronto con istituti di credito e stakeholder, l’associazione mira a rafforzare il protagonismo delle PMI nel contesto della transizione ecologica. In questo scenario, l’Italia può posizionarsi non solo come un attore chiave nella lotta ai cambiamenti climatici, ma anche come un modello economico competitivo e sostenibile per il futuro.
Finanza climatica al centro del dibattito
Uno dei punti focali della COP29 è stata la finanza climatica. I paesi sviluppati sono stati chiamati a definire un nuovo obiettivo collettivo quantificato (NCQG) per gli investimenti climatici nei paesi in via di sviluppo, superando il precedente target dei 100 miliardi di dollari annui. La necessità di maggiori risorse finanziarie per sostenere la transizione energetica e l'adattamento ai cambiamenti climatici è emersa come prioritaria.
Altri temi chiave
Oltre alla finanza climatica, la COP29 ha affrontato una serie di altri temi cruciali, tra cui:
Mercati del carbonio: Si è discusso a lungo sull'implementazione efficace dei meccanismi di mercato del carbonio, previsti dall'Accordo di Parigi, al fine di incentivare la riduzione delle emissioni.
Adattamento: È stata sottolineata l'importanza di rafforzare le capacità di adattamento dei paesi più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici.
Ambizione climatica: I partecipanti hanno ribadito la necessità di aumentare l'ambizione degli impegni nazionali di riduzione delle emissioni, al fine di mantenere l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto all'era preindustriale.
Un bilancio ancora da definire
La COP29 ha rappresentato un passo avanti nel percorso verso un futuro più sostenibile, ma molti aspetti richiedono ulteriori approfondimenti e azioni concrete. La realizzazione degli obiettivi fissati dipenderà dalla volontà politica dei governi e dalla cooperazione tra tutti gli attori coinvolti.