Spesso sentiamo dire che la scelta dell'equipaggio di Apollo 11, è nata dopo un attento esame da parte della NASA, che aveva individuato in Armstrong, Aldrin e Collins, i migliori elementi per la missione, e che la decisione che fosse Armstrong il primo a sbarcare sulla Luna, è scaturita dalla necessità politica, che fosse un civile e non un militare a farlo. Ma non è andata realmente in questo modo, e anche se la narrazione dice il contrario, la scelta dell'equipaggio di Apollo 11 non fu per volontà calcolata, ma già stabilita nel 1964, da un rigoroso metodo che Donald Salyton istituì, nel suo ruolo di direttore del Flight Crew Operations per comporre gli equipaggi più capaci a seconda delle esigenze di ogni missione, i cui ritmi di lancio, con l'avvio del programma della biposto Gemini, divennero, rispetto ai lanci delle Mercury, frenetici, con una missione in programma ogni due mesi.

La necessità organizzativa di stabilire un ordine gerarchico sulla base del grado militare e dell'esperienza di volo nello spazio si impose dopo l'ulteriore selezione di nuovi candidati che si andarono ad aggiungere ai primi sette astronauti Mercury per rispondere alle nuove necessità dei programmi Gemini e Apollo. L'Astronaut Group 2, gli astronauti per le Gemini, fu introdotto alla stampa il 17 settembre 1962, mentre il gruppo Apollo, l'Astronaut Group 3, fu presentato il 18 ottobre 1963. Per essere selezionati, questa volta i richiedenti non dovevano necessariamente appartenere a qualche Arma, ma essere diplomati alla USAF TPS (Test Pilot School, alla Edwards Air Force Base, California) la scuola per piloti collaudatori comandata dal colonnello Charles Yeager, e possedere una laurea in ingegneria o di pari grado. Tuttavia, non tutti i finalisti rispondevano totalmente ai requisiti richiesti. Un malinteso comune, è che tutti fossero piloti collaudatori di jet militari e laureati prima di essere selezionati.

In realtà, i Mercury Seven furono scelti con l'unico obiettivo di verificare la sopravvivenza di un essere umano nello spazio. Una distinzione nota è che due dei sette nel primo gruppo non avevano completato una laurea, mentre circa due terzi dei gruppi successivi avevano titoli di studio avanzati in ingegneria, e molti con dottorati di ricerca specifici. Un requisito necessario poiché i progetti Gemini e Apollo, avevano compiti specifici. Il primo doveva perfezionare le tecniche degli appuntamenti spaziali e delle attività extraveicolari, mentre il secondo il pilotaggio del Modulo Lunare e attuare l'esplorazione della Luna. Questa necessità richiedeva che gli astronauti partecipassero, unitamente ai progettisti e agli ingegneri, allo sviluppo delle procedure e dei componenti delle navi, e quindi, necessariamente, dovevano avere conoscenze tecniche comuni. Allo stesso modo per questi ultimi gruppi si richiese che fossero diplomati da una scuola per pilota collaudatore, anche se nel secondo gruppo due selezionati, entrambi civili, non erano mai stati alla Test Pilot School.

Inoltre, se andiamo a esaminare i curriculum vitae del Secondo e Terzo Gruppo, si nota che non fu scelto alcun pilota collaudatore dalla Army Helicopter Test Pilot, e che nessuno dei selezionati aveva qualche esperienza di volo verticale, un dato curioso se si pensa che lo sbarco lunare prevedeva che il Modulo Lunare affrontasse la discesa finale sulla Luna in verticale. A rendere più insolita questa "mancata scelta", è che gli astronauti dovettero seguire corsi di pilotaggio per elicotteri, e che Jack Kluever, pilota collaudatore della Army Helicopter, era già in servizio per la NASA come istruttore al simulatore di volo del Modulo Lunare LLTV (Lunar Landing Trainer Vehicle).

Con l'innesto di altri ventitré piloti, la "Divisione Astronauti" della NASA nel 1964 raggiunse le ventisette unità (dai sette originali, erano esclusi dai voli per motivi medici Slayton e Shepard, mentre Glenn aveva lasciato la NASA nel 1964, per candidarsi come Senatore per il Partito Democratico). Quindi, per Donald Salyton fu più che mai necessario rendere organici gli "effettivi", assegnando a ognuno di loro un ruolo, e una posizione secondo il grado e l'esperienza posseduta all'atto del reclutamento, che gli astronauti chiamarono Pecking Order.

Come è ovvio, per tutti gli All-American Boys, come racconta Walter Cunningham nel suo libro, entrare nella Divisione Astronauti della NASA significava essere consapevoli di essere i migliori; che molti di loro sarebbero andati sulla Luna, e che solo alcuni vi avrebbero camminato. E come succede in una gara sportiva, ma questo esempio vale benissimo anche per la politica o per la carriera lavorativa, quando si mettono in linea di partenza i migliori centometristi del mondo, la gara sarebbe stata senza esclusione di colpi per chi voleva essere il primo a scendere, e questo lo volevano tutti.

Fu in questo frangente che i "primi sette", forti del loro peso gerarchico, chiesero a Slayton, di essere differenziati dai "nuovi", con l'introduzione di una distinzione che distinguesse tra: Astronauta (chi era stato nello spazio); Candidato (quando assegnato a un equipaggio) e Recluta (in attesa di assegnazione). All'ordine gerarchico e nominale, si applicò anche una distinzione dei tre gruppi per la stampa: i Mercury Seven, i New Nine e The Fourteen.

La scelta di astronauti provenienti prevalentemente da ambienti militari, seppur laureati, però scontentò la comunità scientifica, che voleva anche degli scienziati nello spazio. Nel 1964 l'Accademia Nazionale delle Scienze fece pressioni, per l'ingresso di personale scientifico nella Divisione Astronauti, e dopo lunghe discussioni con i vertici della NASA, fortemente riluttanti alla scelta, in quanto considerava prematuro, l'ingresso di personale non preparato ai rischi delle missioni spaziali, accettò la richiesta dell'Accademia e dopo una lunga selezione, nel giugno 1965 annunciò il primo gruppo di scienziati-astronauti (NASA Astronaut Group 4): F. Curtis Michel; Harrison H. Schmitt; Joseph P. Kerwin; Owen K. Garriot; Edward G. Gibson e Duane E. Graveline, che solo pochi mesi dopo avrebbe rassegnato le dimissioni per motivi personali.

Slayton, che sapeva bene che gli scienziati astronauti non potevano essere impiegati in breve tempo, poiché nessuno di loro, tranne Kerwin che era un pilota attivo dell'Aviazione, aveva alcuna esperienza di volo su jet, e in previsione del personale attivo necessario al proseguimento del programma spaziale statunitense con Apollo Application Program (AAP), si preoccupò di rafforzare la “Divisione” con un ulteriore gruppo (il 5°) di diciannove astronauti, che fu annunciato nell'aprile 1966 e chiamato Original 19.

Ordine gerarchico, fato e politica

Le opportunità nell'assegnazione delle missioni, quindi, erano rigidamente dettate dal Pecking Order (Ordine Gerarchico) che teneva conto dell'esperienza acquisita nelle missioni spaziali fatte, dal grado di servizio (service rank) e dal grado militare. Ciò non toglie, che anche il rigido Pecking Order voluto da Salyton, non fu estraneo da influenze nate da fattori esterni come pressioni politiche o da imprevisti, che pur non superando mai l'aspetto gerarchico favorirono un'astronauta rispetto un altro. Ma tranne un unico caso documentato, quello del pilota del LM Joe Angle che fu sostituito dal geologo Harrison Schmitt nella missione Apollo 17, possiamo essere certi che la selezione degli equipaggi, si svolse sempre nella più rigorosa adesione all'Ordine Gerarchico ideato da Salyton, e non da scelte autonome di alcuni dirigenti della NASA.

La strada che ha portato a definire quale degli astronauti avrebbe registrato il proprio nome negli annali della storia è lunga, tortuosa, e in alcuni punti difficile da seguire. I requisiti necessari per entrare a far parte del ruolino di marcia dei voli Apollo, ideato da Slayton, prevedeva che i primi ad avere il ruolo di comandanti avessero già una esperienza acquisita nelle missioni Mercury e Gemini, mentre quello di piloti del Modulo di Comando aver partecipato alle missioni di rendez-vous, creando un'alternanza con le "matricole", in modo che avessero l'opportunità di svolgere un volo come piloti e poi comandanti. Slayton suddivise gli equipaggi Apollo in tre gruppi: prime crew, backup crew e support crew, in modo tale che l'equipaggio di riserva diventasse effettivo dopo due missioni.

Le missioni spaziali avevano sempre un equipaggio di riserva, ma la complessità della Apollo richiese che se ne aggiungesse un terzo di supporto, in modo che i primi due si potessero dedicare completamente alla formazione e all'addestramento per la missione. Il compito principale del support crew, quindi, consisteva nella partecipazione, spesso quotidiana, alle riunioni tecniche, che si svolgevano nei vari centri della NASA e nelle fabbriche, spostandosi in volo con i loro jet T38, aggiornando poi dei risultati gli equipaggi. Generalmente assegnato ai novizi, questo compito era molto ambito perché permetteva, in taluni casi, di diventare dei veri esperti su determinati sistemi, oltre che essere un'occasione per mettersi in mostra a Slayton, che teneva molto in considerazione la preparazione dei singoli, quando si trattava di decidere un equipaggio.

Nel 1966, prima della tragedia di Apollo 1, Robert Gilruth (direttore del Manned Spacecraft Center della NASA poi rinominato Lyndon B. Johnson SC) e Donald Slayton concordarono che il primo a scendere sulla Luna dovesse essere uno dei Mercury Seven. La scelta, mai ufficializzata, cadde su Virgil Grissom, per l'esperienza conseguita come comandante e pilota collaudatore della prima missione Gemini, di cui aveva seguito l'intera progettazione, e come supervisore, insieme a Robert Chaffee ed Edward White, della nuova astronave Apollo. Il primo uomo a scendere sulla Luna, quindi, sarebbe stato Virgil Grissom, ma il destino e scelte strategiche sparigliarono le carte. Nel 1966, Owen Maynard, capo Divisione Operazioni di Missione del Programma Apollo, stabilì una sequenza voli che prevedevano l'allunaggio dopo una serie di prove fondamentali, che seppur subendo nel tempo diverse variazioni, non cambiò mai nel suo contenuto:

A Collaudo in orbita di un CSM senza equipaggio.

B Collaudo in orbita di un LM senza equipaggio.

C Collaudo in orbita di un CSM con equipaggio.

D Collaudo in orbita di un LM con equipaggio.

E Collaudo in orbita terrestre allungata del complesso CSM-LM.

F Simulazione in orbita lunare dell'allunaggio.

G Atterraggio sulla Luna.

A fronte di questo schema, tenuto conto che Slayton voleva che il pilota del CSM fosse un astronauta con l'esperienza di un volo nello spazio, l'assegnazione degli equipaggi a dicembre 1966, prima della tragedia di Apollo 1, era la seguente:

C Apollo 1

  • Prime crew: Grissom-White-Chafee.
  • Backup crew: Schirra-Eisele-Cunningham.
  • Support crew: Evans-Givens-Swigert.

D Apollo 2

  • Prime crew: McDivitt-Scott-Schweickart.
  • Sackup crew: Stafford-Young-Cernan.
  • support crew: Worden-Mitchell-Haise.

E - Apollo 3

  • Prime crew: Borman-Collins-Anders.
  • Backup crew: Conrad-Gordon-Wilson.
  • Support crew: Mattingly-Bull-Carr.

Alcuni mesi dopo la missione E fu cancellata, in quanto ritenuta una ripetizione della C. Nello specifico la E si doveva realizzare su un'orbita allungata, per verificare la Apollo nello spazio profondo, oltre le Fasce di Van Allen, e non più in orbita bassa. In seguito alla perdita dell'equipaggio di Apollo 1, all'inchiesta e alle necessarie modifiche all'astronave, i voli con equipaggio furono sospesi per venti mesi. Nel frattempo, proseguì lo sviluppo e il collaudo senza equipaggio del modulo lunare (LM) e del razzo Saturn V. Il veicolo di lancio Saturn IB che doveva portare nello spazio Apollo 1 fu poi utilizzato per il primo volo di prova del LM (Apollo 5).

Nell'aprile 1967, durante la consueta riunione mensile, Slayton comunicò agli astronauti la formazione degli equipaggi per le prime tre missioni, dove la prima ad andare nello spazio, la Apollo 7, avrebbe avuto a bordo l'equipaggio di riserva di Apollo 1. Nella stessa riunione, informò tutti i presenti (diciotto astronauti), che ognuno di loro avrebbe partecipato alle missioni che avrebbero portato il primo americano sulla Luna, e insieme definirono due piani di volo: uno ottimistico e uno "molto" ottimistico. Il primo, prevedeva che si arrivasse alla Luna in cinque missioni, il secondo con sole quattro, saltando la prova generale di discesa, un piano questo, che però non fu mai preso seriamente in considerazione.

Schema di Missione

Missione Piano Ottimistico Piano Molto Ottimistico
C CSM in orbita terrestre Apollo 7 Apollo 7
D LM in orbita terrestre Apollo 8 Apollo 8
E CSM e LM in orbita terrestre
Simulazione di una missione lunare con un apogeo di 6.500 km
Apollo 9 Apollo 9
F CSM e LM in orbita lunare per la simulazione dell'allunaggio Apollo 10 n.n.
G Primo tentativo di allunaggio Apollo 11 Apollo 10

Con l'approssimarsi della fine del blocco voli, a marzo 1968, sempre rispettando il principio da lui introdotto di rotazione, dove l'equipaggio di riserva saltava due voli prima di diventare effettivo, Slayton comunicò il quarto equipaggio, quello di Apollo 10:

C Apollo 7

  • Prime crew: Schirra - Eisele - Cunningham.
  • Backup crew: Stafford - Young - Cernan.
  • Support crew: Evans - Swigert - Givens (1) Pouge.

(1) William Pouge sostituisce Edward Givens deceduto il 6 giugno 1967 - incidente auto.

D - Apollo 8

  • Prime crew: McDivitt - Scott - Schweickart.
  • Backup crew: Conrad - Gordon - Williams (2) Bean.
  • Support crew: To Be Assegnate (TBA).

(2) Alan Bean sostituisce Clifton Williams – deceduto il 5 ottobre 1967 – incidente aereo.

E - Apollo 9

  • Prime crew: Borman - Collins (3) Lovell - Anders.
  • Backup crew: Armstrong - Lovell (3) Haise - Aldrin.
  • Support crew : TBA.

(3) James Lovell sostituisce Collins per operazione chirurgica, luglio 1968. Fred Haise sostituisce Lovell come back up.

F - Apollo 10

  • Prime crew: Stafford - Young - Cernan.
  • Backup: Cooper - Eisele - Mitchell (4).
  • Support crew: TBA.

(4) Equipaggio assegnato dopo Apollo 7.

Da mesi George Low (Manager dell'Apollo Spacecraft Program Office) e Chris Kraft (primo Direttore di Volo della NASA), discutevano, ma solo a livello teorico, se sostituire la missione E, il collaudo in orbita alta del CSM-LM, con una missione circumlunare. Anche Bob Gilruth partecipò alle discussioni, che però non furono mai prese sul serio.

Poi, improvvisamente, la missione pensata divenne reale. La causa principale era dovuta al ritardo accumulato dalla Grumman, per completare il Modulo Lunare, che rischiava di compromettere il calendario voli della NASA, inoltre, già da mesi circolava la voce che i russi stessero preparando una missione di circumnavigazione della Luna, e questo fece accelerare i tempi. Nelle settimane seguenti, dopo ulteriori confronti ai più alti livelli e rassicurazioni sulla sicurezza per gli astronauti, effettuando l'impresa in anticipo rispetto ai tempi previsti, la missione E fu eliminata per essere sostituita dalla C-prime mission (C') Apollo 8. Con questa decisione, l'equipaggio della Apollo 8, oltre a diventare il primo a orbitare la Luna, sarebbe stato anche il primo a partire con un Saturn V. Una missione nel complesso semplice, ma che comportava molti "rischi calcolati".

Il 16 aprile, Donald Salyton convocò James McDivitt, comandante della Apollo 8, per informarlo che il LM non sarebbe stato pronto per la sua missione, che di conseguenza sarebbe stata spostata alla Apollo 9. McDivitt e il suo equipaggio, si preparavano al collaudo del traghetto lunare da oltre un anno e mezzo e, quindi, nonostante la mal celata delusione di non essere i primi a circumnavigare la Luna, confermarono la volontà di continuare con il collaudo del LM. Fu così che Borman, Lovell e Anders "vinsero" il primo giro della Luna, e così facendo, mesi prima di prendere l'impegno di tentare l'allunaggio con Apollo 11, questo cambiamento fornì all'equipaggio di riserva, quello comandato da Armstrong, un biglietto di prima classe al primo sbarco sulla Luna.

Il 19 agosto 1968, come stabilito dai vertici della NASA, Salyton annunciò il cambio fra i due equipaggi, senza però svelare le intenzioni di voler raggiungere la Luna. C'erano ancora troppe incognite da affrontare, prima di tutte la funzionalità della nuova Apollo, il cui collaudo era affidato all'equipaggio di Apollo 7. Solo dopo questo passo, si sarebbe ufficializzata la vera natura di Apollo 8:

C Apollo 7

  • Prime crew: Schirra-Eisele-Cunningham.
  • Backup crew: Stafford-Young-Cernan.

C’ Apollo 8

  • Prime crew: Borman-Lovell-Anders (5).
  • Backup crew: Armstrong-Haise-Aldrin.

(5) Nel passaggio equipaggi dalla Apollo 9 alla Apollo 8, Anders perse la possibilità di pilotare il LM.

D - Apollo 9

  • Prime crew: McDivitt-Scott-Schweickart.
  • Backup crew: Conrad-Gordon-Bean.

F - Apollo 10

  • Prime crew: Stafford-Young-Cernan.
  • Backup crew: TBA.

Se ora facciamo il gioco del "Cosa Succede Se" ci accorgeremmo che, "se" il Modulo Lunare fosse arrivato in tempo, oppure, "se" McDivitt avesse chiesto di restare con la Apollo 8, non ci sarebbe stato il cambio con l'equipaggio di Borman, che dopo aver recuperato Collins dall'intervento chirurgico, avrebbe comandato Apollo 9.

Nella turnazione degli equipaggi di riserva, Armstrong, Lovell e Aldrin avrebbero avuto il comando di Apollo 12, il secondo allunaggio, mentre Charles Conrad e Alan Bean, backup crew della Apollo 8 insieme a Richard Gordon, sarebbero stati i primi uomini a scendere sulla Luna con Apollo 11. Possiamo essere certi che il cambiamento non scontentò solo McDivitt che perse l'occasione di essere il primo a circumnavigare la Luna, ma anche Anders, che perse la possibilità di pilotare il LM, mentre Conrad e Bean, che pur senza nessuna vera consegna da parte di Slayton già pensavano di essere i primi a scendere sulla Luna, persero la storica occasione.

Dopo il successo di Apollo 7 e 8, nei mesi seguenti Apollo 11 non aveva ancora alcuna la certezza di essere la missione di allunaggio, poiché esistevano ancora due missioni che dovevano andare alla perfezione: Apollo 9 e Apollo 10. Se una delle due avesse fallito, la possibilità di scendere sulla Luna entro il periodo simbolico indicato dal presidente Kennedy, sarebbe passata alla Apollo 12 di Conrad e Bean.

Dopo aver recuperato, a novembre 1968, lo stato di volo, in seguito all'intervento chirurgico di ernia al disco a cui era stato sottoposto, Michael Collins era troppo in ritardo per poter rientrare nell'equipaggio della Apollo 8, Slayton quindi lo mise al posto di Fred Haise, pilota del Modulo Lunare, che seppure uno dei migliori del suo gruppo, il 5° Group del 1966, non era uno dei diciotto astronauti, selezionati nel 1°, 2° e 3°, ai quali Slayton aveva ventilato, durante il meeting dell'aprile 1967, la possibilità di scendere sulla Luna. Collins però avrebbe assunto il ruolo di Pilota del Modulo di Comando, in considerazione che Aldrin si era allenato per il pilotaggio del LM ancor prima che avvenisse lo scambio equipaggi Apollo 8-Apollo 9. L’equipaggio finale fu annunciato alla stampa il 6 gennaio 1969.

G - Apollo 11

  • Prime crew: Armstrong (CMD)-Collins (CMP)-Aldrin (LMP).
  • Backup crew: Lovell-Anders-Haise (6).

(6) Con le dimissioni di Borman, dopo Apollo 8, e la conseguente sostituzione con Lovell, cambiarono i ruoli di Anders, che da pilota del Modulo Lunare (LMP) passò a pilota del modulo di Comando (CMP), mentre Haise assunse il ruolo di LMP.

In teoria, quindi, ognuno degli astronauti dei primi tre gruppi ebbe l'opportunità di essere il primo uomo a scendere sulla Luna. Fu solo il destino, la politica e le rispettive prestazioni, a far emergere dal gruppo dei diciotto, il nome del primo uomo a scendere sulla Luna. Nessuno fu avvantaggiato o scelto appositamente, ma oggi, a decenni di distanza da quello storico evento, non possiamo che essere grati che sia stato Neil Armstrong. Infatti, nessuno potrà mai sapere come un altro avrebbe gestito l'enorme pressione psicologica di un evento di tale portata.

L'umanità è stata fortunata che Neil Armstrong sia stato il primo, perché lo ha fatto con dignità e grazia, per poi ritirarsi senza clamori, nella tranquilla vita accademica che aveva sempre desiderato, come membro della facoltà dell'università di Cincinnati. Armstrong ci ha lasciato nel 2012 ma il suo ricordo resterà impresso nei secoli a venire come: il primo uomo ad aver camminato sulla Luna.