Un viaggio durato 10 partite e che culmina nello scenario irlandese dell'Aviva Arena, regala all’Atalanta la corona di regina d'Europa. Una stagione europea, quella oramai trascorsa, più che mai eclettica, spettacolare e ricca di sorprese. Dalla preannunciata rivincita della Roma, al roboante successo del Liverpool fino alla pronosticata vittoria degli invincibili di Leverkusen, la sorpresa che non ti aspetti. Contro ogni pronostico in finale il risultato parla italiano. È 3-0 per la dea Bergamasca. L'Italia torna a vincere l’Europa League dopo 25 anni.

22 maggio 2024, si chiude ufficialmente l’Europa League 2023/2024. Una stagione che certamente passerà agli annali. Affascinante, inaspettata, eclettica nonché ricca di emozioni e talento. Questa la sintesi di una grande stagione di calcio europeo. Da tempo bistrattata come competizione di serie B, la oramai ex coppa UEFA fa il salto di qualità. Bayer Leverkusen, Liverpool, Milan, Sporting Lisbona, Roma, Atalanta e Benfica tra le partecipanti alla competizione. Un torneo dagli esiti incerti. Una stagione da cardiopalma per ogni bookmaker. Liverpool, Bayer Leverkusen e Roma da subito si impongono fra le favorite alla vittoria finale.

Chi come i giallorossi per l’amaro in bocca di un trionfo appena sfiorato l’anno prima. Chi per la supremazia di una squadra che ha fatto del campo europeo il suo giardino di casa come il Liverpool. Chi per la gloria di una stagione che passerà agli annali come il Leverkusen. La UEFA Europa League assume tinte sempre più rossastre. In questo pandemonio rosso, La domanda sorge spontanea. E l’Atalanta?

L’Atalanta Bergamasca Calcio, o meglio conosciuta come “La Dea”, riferito all’omonima figura mitologica da cui riprende il nome. Inizia il suo percorso europeo tra le fila del gruppo D al fianco di Sporting Lisbona, Sturm Gratz e Rakow Czestochowa. Una squadra quella Orobica non certo avvezza ai grandi palcoscenici europei, ma che negli ultimi anni ha iniziato a calcare la mano anche contro gli avversari più ostici del panorama continentale. Un successo, un percorso, che viene da lontano. 9 anni quelli di Gasperini sulla panchina dell’Atalanta. Un decennio di innovazione e successi all’insegna del 3-4-3.

Un calcio totale, il suo stile è caratterizzato da una grande aggressività: in fase di non possesso con la squadra che avanza sui riferimenti avversari, anziché muoversi orizzontalmente. In fase offensiva, il gioco si sviluppa invece prevalentemente sulle fasce con successiva occupazione in massa dell’area avversaria e con l’inserimento dell’ala opposta. Un gioco sicuramente in grado di mettere in difficoltà anche le squadre più attrezzate. L’organico di Gasperini si caratterizza poi per la presenza di giocatori offensivi, abili nel giocare sia sull’esterno che sulla trequarti, da abbinarsi poi a punte classiche. Il gioco a centrocampo, fulcro del meccanismo, si divide in un giusto equilibrio tra fisicità e abilità nel gioco di regia, in grado di creare così un efficiente filtro tra difesa e attacco.

3 finali, 3 partecipazioni all’Europa League, 3 qualificazioni in Champions League ed un 2° posto in serie A.

Così “Il Gasp”, appellativo affibbiatogli dai suoi tifosi, ha portato l’Atalanta a toccare vette mai nemmeno immaginate fin lì dalla città lombarda. Già perché la Dea una finale Europea non l’aveva mai giocata: contro ogni pronostico i neroazzurri al termine di una grande cavalcata europea sono in finale di UEFA Europa League. Dopo aver Annichilito il Liverpool in casa propria con un netto 3-0, e aver dato battaglia fino al 90esimo minuto al Gewis Stadium, i Bergamaschi fanno un decisivo passo verso la conquista della coppa. Archiviato anche l’appuntamento di semifinale contro il Marsiglia, solo il Leverkusen si frappone fra la dea e il sogno. Quale miglior banco di prova se non la squadra del momento: “Gli invincibili”, il Bayer Leverkusen.

Fin dal principio lo scontro è descritto come una partita ampiamente alla portata dei tedeschi. Sembra la trama di uno di quei soliti film dal finale preannunciato. E invece come la Storia insegna Davide può battere Golia. E lo fa. Lo fa sotto la forma di un giocatore, non certo il più atteso da questa finale, ma non per questo meno letale. Ademola Lookman è l’autentico mattatore della serata. 3 i gol siglati dal nigeriano al termine di una prestazione al limite dell'umano. Al triplice fischio Percassi, il presidente tifoso, piange, Bergamo piange. È tutto vero. L'Atalanta è campione d’Europa. Il trofeo torna in Italia dopo 25 anni. il cielo si fa di nero e di azzurro e la capitale Dublino sembra Bergamo. É il coronamento di una carriera, di un percorso, di un sogno di un popolo intero. Per una notte l’Atalanta è la Dea d’Europa.