Esiste una fondamentale differenza tra l'uomo di diritto e l'uomo che si occupa di medicina. L'uomo di diritto ha una dirittura morale compromessa. L'uomo che si occupa di medicina, invece, ha una condotta irreprensibile. Si alimenta con oculatezza. Ha un aspetto fisico gradevole. Basta guardare chi lavora in una farmacia per rendersene conto. Usa il cibo come medicinale. In alcuni casi riscopre la spiritualità, e nel farlo sacralizza un po' tutto quel che fa: persino il respiro diventa un atto da prendersi molto seriamente. Fa le cose con moderazione. Poco sale. Niente zucchero. Del resto, le sopravvalutiamo, queste spezie. Pensiamo al pane. Tutti amiamo il pane. Ma il pane è un alimento dal gusto leggero. Non molto salato né dolce. Mi chiedo se poi ci piacciano davvero, i gusti aggressivi. Se siamo fatti per la pugna, come crediamo.
Forse l'uomo è un essere molto più pacifico di quanto voglia raccontarsi. L'uomo non è un animale. Cerca la pace. La trova nella comodità. La comodità di una pistola, ad esempio. Invece di dover ammazzare a mani nude o servendosi di una spada. La pistola è una forma pacifica di violenza. L'uomo gettato in mezzo a una natura ostile ha imparato a difendersi. Ha tirato fuori zanne che non ha. Ha mostrato unghie che non possiede. Ma l'uomo non è un animale. Ha solo frequentato cattive compagnie (tigri, leoni, orsi, serpenti) e ha imparato a difendersi. Infatti quando l'uomo dà la caccia all'uomo, spesso lo pensa come un animale feroce: un cobra o una tigre… E vive nella jungla. L'uomo ha imparato la violenza dalla natura ostile. Ma ripetiamolo, non è un animale. Può vivere dei prodotti della terra. Cibarsi di bacche. Di fave. Dei prodotti dell'orto. Questione di forma mentis. Fare la lotta col cibo presuppone gusti forti. Dosi abbondanti di cibo. Dopo un pasto abbondante lotti con la digestione come se fossi un pugile che cerca di schivare jeb allo stomaco.
Ma se guardi la questione sotto un'altra angolatura, se assumi un'altra forma mentis, ti rendi conto che tutto quel sale, tutto quello zucchero non è necessario. La fame è l'ingrediente fondamentale. Siediti affamato e una zuppa di farro senza sale e con due gocce d'olio la scoprirai buona. Stanco e affamato. Non ci stanchiamo più. Non sappiamo più cosa sia una sana stanchezza. Eppure, non facciamo altro che stancarci. Cerchiamo la stanchezza. La cerchiamo disperatamente. Il sesso. L'esercizio ginnico. Stancarsi è un comandamento. Ma non è quella stanchezza sana, che viene dal lavoro. Siamo noi che stanchiamo noi stessi. Ancora una volta una lotta. Una lotta con noi stessi.
I medici nel praticare la loro disciplina escono migliori. Più morali. Del resto, già lo sappiamo. Salva una vita e sei un eroe. Salva decine di vite tutti i giorni e sei un'infermiera. I medici sono un po' come il comunismo. Non vuoi averci a che fare, ma poi i diritti più forti che hai, se andiamo a vedere, li devi alle istanze socialiste. Gli avvocati nell'occuparsi di materie giuridiche invece no. Non escono migliori. I giudici non saprei. Ma gli avvocati no. Non imparano a fare il contrario di ciò che vedono. Se un alimento fa male, un medico lo evita. Impara a guardarlo con sospetto. Ma gli avvocati non sono così. Non imparano dalla materia giuridica. Difendono quotidianamente gente che manda a carte quarantotto le loro vite e non traggono alcuna lezione morale da tutto questo. Non diventano ipocondriaci della morale. Non indossano il saio. Tutt'altro. Tutt'altro. Eppure, ti difendono. Un avvocato con quattro mogli difende un poveretto che si incasina con l'assegno mensile. E magari se le sente pure, l'operaio. E ci fermiamo a questo aspetto elementare, senza addentrarci in altri traffici.
In tutto questo il religioso è un po' tagliato fuori perché si è preso un vantaggio troppo grande rispetto agli altri. Ha rinunciato al sesso. Quantomeno, non è un suo problema. Un laico se non fa sesso dopo un po' si sente dare del monaco. Invece, un religioso se non fa sesso, si sente dire… bravo. Bene. Vorremmo tutti avere quella forza; per non finire in mille casini. Anche i religiosi che praticano il digiuno come regola sono un po' tagliati fuori. Digiunare è un modo per non affrontare uno dei demoni più grandi. Saltare l'appuntamento con la zuppa di lenticchie è un modo un po' vigliacco di affrontare la faccenda. No, tu adesso ti siedi e mangi poco e scondito. No, caro, tu adesso esci là fuori, ti cerchi una, la seduci in qualche modo e risolvi la questione. No che fai l'indifferente. No che non affronti. Cosa ben diversa dall'essere donnaiolo. I donnaioli sono dei bulici. Sono i veri froci. Fanno schifo. Bisogna essere uomini veri. Un po' imbranati, ma anche fermi, nei propri intenti. Avere ideali. Passioni. Cose da fare. Non le donne. Qualche donna. Donne vere. Per cui morire. Anche se sono della gran bagasce.
Non è facile essere uomini. Per niente. Sulle donne non so. Credo che uomini e donne dovrebbero smettere di giudicarsi l'un l'altro. Perché i giudizi non sono sereni. Sono alterati. Massimamente alterati. Dal sesso. Dal desiderio sessuale. Un uomo non può vederci chiaro in tema di donne e una donna non credo possa vederci chiaro in tema di uomini. Qualcosa offusca la vista. Non ci permette di veramente vedere. Ma credo il discorso, per uomini e donne, sia simile, anche se pieno di differenze. Alle donne piacciono gli uomini esperti – i puttanieri, diciamo. Ma agli uomini piacciono le donne che vanno con tremila uomini? Non credo. Perdere la testa. Quello piace. Ammazzarsi non sai neanche tu per cosa. Quello piace. O non piace, ma in modo nobile. Perché è tuo e solo tuo. Intoccabile. Scemo finché si vuole, ma infrangibile. Vivere con la morte nel cuore non è facile pure. Frequentare persone di cui non ti interessa nulla e fare finta che non sia così. Essere pieno di amici che per te non contano nulla. Che non ti pungolano. Che non ti picchiano dentro, nell'anima. Ma sono gli amici migliori, in fondo. I piatti sconditi, quando si ha fame e si è stanchi, sono buoni.