Quando ero piccola mio nonno mi ripeteva sempre: “Non perdere mai la curiosità di capire cosa c’è di nuovo nel mondo anche se la maggior parte delle volte viene da un lontano passato, chissà quante cose potrebbe raccontarci se solo potesse parlare...”
Molte cose si comprendono guardandole da una certa distanza non solo intesa come spazio o lontananza, ma, parliamo anche di tempo! Eh sì! Il tempo, questo misterioso anziano plurimillenario che ogni tanto si diverte a dare prova della sua magia facendo tornare alla luce da lontane ombre di un lontanissimo passato realtà impossibili per la loro creazione e stessa esistenza costringendo le stesse lancette di un ideale orologio a spostarsi indietro, molto indietro rispetto alla storia così come è conosciuta.
A distanza di circa 390 Km l'una dall’altra sorgono in Cappadocia, due spettacolari città sotterranee che ancora attendono di essere descritte e conosciute come meriterebbero: Derinkuyu e Göbekli Tepe.
Queste due città sotterranee sono tra le più antiche e misteriose del mondo, e rappresentano due capolavori di ingegno e creatività umana.
Derinkuyu è la più grande e la più profonda delle oltre 200 città sotterranee scoperte nella regione della Cappadocia, famosa per i suoi paesaggi vulcanici e le sue formazioni rocciose. Derinkuyu si estende per una profondità di 85 metri nel sottosuolo, e comprende 18 livelli, di cui solo 8 sono aperti al pubblico.
La città poteva ospitare fino a 20.000 persone, con i loro animali domestici e le loro provviste, offrendo loro tutti i servizi e le comodità necessarie per una vita sotterranea. Derinkuyu aveva infatti delle stanze per il deposito del cibo, delle cucine, delle stalle, delle cantine, delle scuole, delle chiese, delle tombe, e persino una sala riunioni. La città era inoltre collegata con altre città sotterranee della zona, attraverso dei lunghi tunnel che potevano raggiungere anche i 10 km di lunghezza.
L'origine di Derinkuyu è incerta, ma si ritiene che la costruzione della città sotterranea sia iniziata già nel Paleolitico, e che sia stata ampliata e perfezionata nel corso dei secoli, fino a raggiungere la sua conformazione attuale. La città ha avuto diverse funzioni e popolazioni nel tempo, ma la sua principale ragione d'essere era quella di offrire un rifugio sicuro e nascosto agli abitanti della superficie, minacciati da invasioni, guerre e persecuzioni religiose. Derinkuyu era infatti una città fortificata, dotata di grandi porte di pietra che potevano essere chiuse dall'interno, e di pozzi, cisterne e camini di ventilazione che garantivano l'approvvigionamento di acqua e aria.
Derinkuyu è stata scoperta quasi per caso nel 1963, quando un abitante del luogo ha abbattuto un muro nel seminterrato della sua casa, trovando un passaggio segreto che conduceva alla città nascosta. Da allora, la città è stata oggetto di numerosi studi e ricerche, che hanno cercato di svelare i suoi segreti e la sua storia.
Göbekli Tepe è un altro sito archeologico, situato a circa 18 km a nordest dalla città di Şanlıurfa nell'odierna Turchia, presso il confine con la Siria, risalente forse all'inizio del Neolitico, o alla fine del Mesolitico. Vi è stato rinvenuto un complesso di costruzioni in pietra datato al X millennio a.C., che potrebbe essere il più antico tempio del mondo. La datazione sarebbe stata ricavata da un esame col metodo del carbonio-14 sullo stucco organico che ricopre alcuni muri del sito archeologico.
L'unicità di Göbekli Tepe non è solo nella sua antichità, ma anche nella sua monumentalità. Il complesso megalitico si compone di diversi recinti circolari delimitati da mura costruite “a secco”, con un diametro compreso tra i 10 e i 20 m, intervallate da pilastri monumentali a forma di T alti da 1,5 m a 7 m e pesanti oltre 15 tonnellate.
Un’altra caratteristica unica di Göbekli Tepe è proprio nelle incisioni presenti sui pilastri, decorati a rilievo con rappresentazioni schematiche di animali selvatici (uccelli, serpenti, scorpioni, cinghiali) e di figure umane stilizzate, queste ultime raffigurate su coppie di pilastri generalmente poste al centro dei recinti, Lo scopo e l'utilizzo, di tali complessi architettonici, probabilmente, era prettamente come osservatorio astronomico, interessante le immagini antropomorfe che rappresentano il quotidiano di popolazioni di migliaia di anni, secoli or sono.
Gli archeologi non sono ancora certi di come i monumentali blocchi siano stati cavati e soprattutto trasportati fino alla cima della collina, considerata l’assenza della ruota e di animali da soma domestici a quel tempo. L'ipotesi più accreditata al momento è che la costruzione del complesso megalitico di Göbekli Tepe sia dunque avvenuta senza l’ausilio di particolari strumenti, sfruttando la forza di gruppi di centinaia di persone nell’arco di un lungo periodo di tempo (si stima un periodo compreso tra 3 e 5 secoli).
La scoperta di Göbekli Tepe ha messo certamente in discussione la storia delle civiltà umane, così come finora conosciuta. Fino ad allora, si riteneva che la transizione verso l'agricoltura avesse segnato nel Neolitico il passaggio da una vita nomade a una vita stanziale e organizzata in gruppi; il sito attesta invece l'esistenza di una comunità orbitante intorno a un centro religioso in un'epoca antecedente alla transizione agricola. Göbekli Tepe potrebbe essere la più antica testimonianza di un'antica civiltà, assieme al sito "gemello" Karahan Tepe.
Derinkuyu e Göbekli Tepe sono quindi due meraviglie architettoniche sotterranee della Turchia antica, che testimoniano la capacità dell'uomo di adattarsi e di innovare, di fronte alle sfide e alle opportunità che si presentano. Due città che raccontano una storia antica e affascinante, e che spesso la stessa storia quella che viene scritta sui libri non è sempre quella reale o per lo meno non è la sola conosciuta, questo ci insegna a porre nella giusta prospettiva le cose che si Insegnano, oltre a quelle che si imparano, soltanto perchè così c’è scritto! Avere la curiosità di mettere in dubbio verità propinate per cercare ed approfondire argomenti e strade ancora impervie tutte ancora da dimostrare è questa la vera sfida del mondo moderno: accettare e conoscere un passato che si ribella di essere incasellato ed andare oltre.