Nel 2022, quando anche il cinema teatro Odeon, considerato per anni uno dei più belli della città e una delle poche sale cinematografiche ancora aperte nel centro storico, chiuse i suoi battenti a Firenze sembrò chiudersi un'epoca. Quel teatro a pochi passi da Palazzo Strozzi, in pieno centro storico, che aveva ospitato molti e noti artisti e proiettato pellicole per far sognare generazioni di fiorentini, aveva abbassato il suo sipario e in città si rincorrevano già le voci sul suo destino. Il grande timore era che tutta la storia racchiusa in quelle mura venisse cancellata in pochi mesi di cantiere.
Ma qual è la storia del cinema teatro Odeon? Nel 1809 un gruppo di commercianti e imprenditori chiese al comune di Firenze di poter acquistare il Palazzo dello Strozzino per farlo diventare un teatro, avendo a modello i teatri mondani parigini. Questo edificio rinascimentale era stato fatto edificare a metà del XV secolo da Palla Strozzi su disegno di Filippo Brunelleschi e con l'apporto, in fase costruttiva, di Michelozzo. La famiglia Strozzi lo possedette fino agli inizi dell'Ottocento; in seguito, dopo l'avvicendarsi di vari proprietari, divenne del Comune di Firenze.
L'accordo fra imprenditori e municipalità non ebbe corso e nel 1904 la famiglia Chiari lo acquistò per realizzarvi un albergo di lusso. Intervenne Eleonora Duse, nota attrice teatrale, e convinse i Chiari ad abbandonare l'idea dell'hotel e a dare alla città un moderno teatro. Il progetto fu affidato all'architetto Adolfo Coppedè, divenuto noto in città per l'utilizzo dello stile liberty. Purtroppo i lavori procedettero a rilento fino ad arrestarsi a causa dello scoppio della Grande Guerra.
Nel dopoguerra il teatro fu ceduto alla Compagnia Cinema Italo-Americano che affidò il completamento del restauro agli architetti Marcello Piacentini e Ghino Venturi. In pochi anni venne completata la grande sala in stile liberty, vennero realizzate le facciate in pietra su modello di quelle del vicino palazzo Strozzi e furono costruiti, ai piani superiori, quattordici appartamenti. Grazie all'efficienza di Piacentini, caratteristica che lo stava imponendo nel panorama architettonico italiano, il 14 dicembre 1922, il Gran Teatro Savoia venne inaugurato. Come pronosticato dalla Duse, divenne subito il centro della vita culturale fiorentina ospitando una variegata programmazione teatrale, proiezioni cinematografiche ed eventi mondani. Sull'onda del successo, nel 1928 si decise di ampliarlo: nei sotterranei fu allestito il Bal Tabarin, la cui ispirazione era il celebre locale parigino, dove mentre gli spettatori consumavano bibite e cibo, si svolgevano spettacoli di arte varia. Il Bal Tabarin rimase attivo fino al 1966, quando dovette chiudere in seguito alla distruttiva alluvione che colpì Firenze.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il teatro cambiò proprietà: fu acquistato, infatti, dalla famiglia Germani che gli cambiò anche il nome. In seguito alla nascita della Repubblica Italiana, il Gran Teatro Savoia sostituirà la sua insegna in Cinema Teatro Odeon. Sotto la direzione della famiglia Germani, che durerà fino al 2022, l'Odeon proporrà in prevalenza proiezioni cinematografiche, ospitando spesso prime nazionali e internazionali accompagnate dalla presenza in sala di star del cinema. Non mancheranno, però, spettacoli, eventi dal vivo e festival. Non dimentichiamo che nel 1952 le mura di questo teatro hanno assistito allo storico duetto fra Ella Fitzgerald e Louis Armstrong.
Nel 2022 è proprio la famiglia Germani a vendere l'Odeon al gruppo editoriale Giunti. Con le proiezioni ancora in auge, in città si vociferava di un progetto che mirasse a costruire un ristorante-libreria e le polemiche infuriavano. In realtà, il gruppo editoriale aveva altre idee. La casa editrice non voleva una semplice libreria in centro città, ma “una libreria unica al mondo e un luogo intriso d'arte” e così, sotto la direzione creativa di Gabriele Ametrano ha dato vita a un centro culturale di ampio respiro: Giunti Odeon Libreria e Cinema. Ben consapevoli che il restauro di un luogo iconico come questo dovesse, necessariamente, passare per il rispetto della sua identità: Cinema era e cinema dovrà rimanere, almeno in parte. Ametrano ha così sintetizzato l'intervento “un simbolo del rinascimento culturale che Firenze merita”.
Il restauro, la ristrutturazione interna, il design degli interni e degli arredi sono stati affidati allo studio Benaim di Firenze. La libreria ha riaperto a novembre 2023 e il cantiere è durato otto lunghi mesi. Sotto gli occhi vigili del Ministero della Cultura che ha posto sotto la sua protezione l'edificio, sono stati compiuti molti interventi per riportare nuovamente ai vecchi fasti e rendere fruibile questo grande edificio di ben 2000 metri quadri. La missione era di recuperare decorazioni sulle colonne, fontanelle, pavimenti e corpi illuminanti per avvolgere i visitatori con il fascino dello stile liberty non più leggibile in questi elementi. Un enorme lavoro è stato fatto per ridare splendore alla colorata cupola che sovrasta la sala principale e all'illuminazione per evidenziare gli arazzi.
Il primissimo progetto prevedeva che la grande sala principale fosse trasformata in una sala polifunzionale. Questo avrebbe dovuto far rinunciare alla proiezione dei film. Un buon restauro, però, passa inevitabilmente per un attento studio dei documenti storici. Lo studio Benaim ha scoperto, infatti, che la platea inclinata non apparteneva al progetto degli anni Venti ma era molto più recente. Ha coraggiosamente deciso di toglierla e di allestire la libreria al suo posto. Non più poltroncine, ma espositori carichi di libri (più di venticinquemila titoli!) ad altezza uomo e sapientemente illuminati da piccoli fari, in modo da continuare a percepire l'interezza dello spazio. Ma il risultato principale di questa operazione è stato quello di poter mantenere palco e schermo per le proiezioni e oltretutto nella loro posizione originale. Come era un tempo il punto focale di questa sala sono due grandi schermi: un ledwall per le proiezioni diurne e uno schermo per le proiezioni al buio serali. La programmazione è varia per abbracciare varie fasce di pubblico: i classici cartoni animati Disney, grandi cult del passato e ultime uscite, anche in lingua originale con i sottotitoli (come da tradizione di questa sala). A memoria della vecchia platea sono state mantenute due file di poltroncine color ocra: un tempo ospitavano occhi sognanti, oggi si prestano a occhi intenti a leggere quarte di copertina, per farsi trascinare in una nuova avventura. Neanche a dirlo, in pochi mesi, il palco ha già ospitato grandi autori desiderosi di presentare i loro libri in questa bellissima location.
I progettisti hanno dichiarato che grazie a questa scelta, sono riusciti anche a rimuovere le barriere architettoniche: questo spazio culturale è per tutti, nessuno escluso. Su questa linea anche la scelta di posizionare un ascensore, magistralmente rivestito con una lamiera con centinaia di libri intagliati, per salire alla galleria accanto a uno dei due scaloni principali. Non ci sono percorsi A e percorsi B.
Restaurare, però, non vuol dire solo cristallizzare un fasto antico, ma anche inserire nuovi comfort al passo con i tempi. Impianti di riscaldamento e climatizzazione sono stati completamente rifatti ma sono stati nascosti sotto al palcoscenico o nei vani sottoscala o integrati nei mobili. Anche i bagni sono stati ripensati in modo molto originale e ricordano i vecchi camerini di teatro. Per ogni blocco di servizi è stato scelto un colore e tutto, ma proprio tutto ha quel colore. Si anche il wc è stato smaltato di rosso!
Ma la sala principale non è tutto. Se entrando nel foyer si resiste alla tentazione dei libri, a destra e a sinistra si possono notare due importanti scalinate con ringhiere in ferro battuto decorate. Percorrendole si arriva alla galleria del cinema. 200 comode poltroncine color ocra, a memoria di quelle preesistenti, pronte per le proiezioni cinematografiche, che si susseguono durante tutta la giornata. Il colpo d'occhio sulla platea piena di libri e sulla cupola soprastante è davvero emozionante. Inoltre, nei corridoi laterali sono stati allestiti sedie, tavoli e prese elettriche per rispondere all'esigenza di avere uno spazio culturale e favorire la socialità. Studenti, giovani scrittori in erba, smart worker e circoli del libro se li contendono e, se arrivate tardi, sarà difficile trovarne di disponibili! Alle loro spalle pareti spoglie pronte ad ospitare esposizioni artistiche, così come anche quelle degli spazi filtro per entrare nella galleria stessa. La prima mostra è già stata inaugurata il 10 dicembre ed è una personale del pittore toscano Massimo Giannoni.
Ai piedi dei due scaloni, nel foyer, sono stati mantenuti due punti bar, uno è attivo solo durante gli spettacoli serali e attira i più piccoli, e non solo, con una teca in vetro e legno carica di pop corn, l'altro è un bar “green e fai da te”. Una vecchia spinatrice è stata trasformata in una fontanella: niente plastica, ci si riempie la propria borraccia giusto il tempo di perdersi nello splendido bancone intarsiato. Completa l'offerta anche un caffè-bistrot, accessibile sia dal foyer che dalla piazza esterna. L'intento è di avere uno spazio aperto tutto il giorno, come i grandi caffè mitteleuropei, in cui durante le ore del giorno si avvicendano caffè, brioches, brunch, aperitivi, pranzi, the delle cinque e cene. Un luogo sempre vivo e animato il cui cuore pulsante è un grande bancone in legno con grandi specchi alle spalle.
Non ho altro da aggiungere se non invitarvi, se passate a Firenze, a spingere una delle tre porte all'ingresso e ad addentrarvi nel Giunti Odeon Libreria e Cinema. Lasciatevi trasportare dalla curiosità che vi catapulterà nella sala principale, perdetevi tra gli scaffali e acquistate un libro solo per il divertimento di scovare la cassa posta lateralmente, defilata, in una vecchia uscita della sala. I protagonisti sono i libri. Sicuramente vedendola dal basso, vi verrà voglia di salire in galleria. Percorrete uno degli scaloni e trovate posto in una poltroncina. Prendetevi del tempo per guardare uno spezzone del film in proiezione,per perdervi nella cupola vetrata sopra di voi o per spaziare fra gli scaffali sotto di voi; insomma prendetevi del tempo per capire l'anima del posto in cui siete e vedrete che vi sarà chiaro perché questa libreria si candida a essere una delle più belle d'Europa.