Per oltre un mese, un gruppo di ribelli yemeniti ha attaccato navi mercantili nel Mar Rosso. Gli Houthi, noti anche come i Partigiani di Dio, hanno dichiarato l'intenzione di partecipare alla guerra tra Israele e Hamas, sostenendo il popolo palestinese e attaccando le navi dirette verso Israele. I lanci di missili dallo Yemen hanno aperto un nuovo fronte per Israele, che già affronta attacchi al confine settentrionale provenienti dal Libano. Sin dall'inizio degli attacchi, che hanno incluso persino il sequestro di un'intera nave israeliana, oltre duecento navi hanno riportato incidenti, e circa 180 di esse sono state costrette a cambiare rotta.
Chi sono gli Houthi
I membri degli Houthi, conosciuti anche come Ansar Allah, formano un gruppo ribelle originario dello Yemen, prendendo il nome dal fondatore Hussein al-Houthi. Appartenenti al ramo zaidita dell'Islam sciita, che ha radici principalmente nello Yemen, gli Houthi hanno acquisito importanza negli anni '80 quando si sono opposti all'influenza religiosa dell'Arabia Saudita nella regione settentrionale dello Yemen. La loro ascesa al potere è stata accelerata dalla tumultuosa situazione politica, culminando nel rovesciamento del governo di Ali Abdullah Saleh nel 2012 durante la Primavera Araba. Nel 2014, è scoppiata una guerra civile nello Yemen, con gli Houthi sostenuti dall'Iran, che si sono scontrati con il governo internazionalmente riconosciuto e una coalizione guidata dall'Arabia Saudita. Nonostante una riduzione della violenza dopo un cessate il fuoco nel 2022, gli Houthi mantengono il controllo su una parte significativa del territorio yemenita e su una vasta percentuale della popolazione, consolidando il loro ruolo chiave nel complesso scenario del conflitto in corso. Si stima che il gruppo includa circa 20.000 miliziani.
Quali conseguenze stanno derivando da questa situazione?
La serie di attacchi dei ribelli yemeniti e le conseguenti interruzioni nel Mar Rosso stanno avendo diversi impatti sia sul settore dei trasporti marittimi che su altri aspetti economici e ambientali:
- Distruzione nel settore dei trasporti marittimi: La sospensione temporanea dei viaggi nel Mar Rosso ha generato una significativa interruzione nelle rotte di navigazione e nel commercio mondiale. Le navi, per evitare la zona colpita dagli attacchi, deviano verso rotte più lunghe attraverso il Capo di Buona Speranza, comportando costi aggiuntivi e ritardi nei tempi di consegna.
- Costi aggiuntivi e aumento delle polizze assicurative: Le compagnie di navigazione sono costrette a sostenere costi operativi aggiuntivi a causa delle rotte più lunghe e della necessità di rafforzare le misure di sicurezza. L'aumento delle polizze assicurative delle navi contribuisce a un aumento complessivo dei costi operativi.
- Impatto sul prezzo delle merci: Sebbene al momento non si siano ancora verificati impatti sostanziali sui prezzi delle merci, la situazione potrebbe evolvere con il protrarsi delle interruzioni. La deviazione delle rotte potrebbe influenzare la disponibilità e i costi di alcuni prodotti, con eventuali ripercussioni sui prezzi di mercato.
- Impatto ambientale: La deviazione delle rotte attraverso il Capo di Buona Speranza comporta un aumento dei tempi di viaggio e, di conseguenza, un maggiore consumo di carburante. Ciò ha portato a un incremento delle emissioni di anidride carbonica, contribuendo alle preoccupazioni ambientali legate al cambiamento climatico.
- Costi logistici e tempi di consegna: Le deviazioni delle rotte generano costi logistici aggiuntivi per le aziende e aumentano i tempi di consegna. Questo potrebbe avere impatti sulla catena di approvvigionamento e sulla pianificazione aziendale. Complessivamente, la situazione evidenzia la complessità delle interconnessioni tra sicurezza geopolitica, economia globale e sostenibilità ambientale.
Quali sono le azioni intraprese da parte degli Stati Uniti e dell'Occidente in risposta a questa situazione?
I 27 Paesi membri dell'Unione europea hanno raggiunto un accordo sulla missione navale per assicurare la navigazione nel Mar Rosso e contrastare gli Houthi. Dopo il superamento del veto spagnolo, la responsabilità è ora affidata al Gruppo politico-militare per le sue raccomandazioni e al Comitato militare dell'Unione europea per le indicazioni militari relative al concetto di gestione della crisi. Poco prima, Paolo Gentiloni, commissario europeo all'Economia, aveva sottolineato come le conseguenze della crisi nel Mar Rosso sui prezzi dell'energia e sull'inflazione potessero manifestarsi nelle prossime settimane.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, intervenendo al Parlamento europeo a Strasburgo, ha dichiarato: "Il nostro mondo è in un'epoca di conflitti e scontri. Di frammentazione e paura. Questo momento richiede concentrazione e responsabilità all'interno della nostra Unione. Solo insieme possiamo affrontare le gravi sfide che abbiamo di fronte. La più grande lezione di questi quattro anni è che siamo uniti, l'Europa è forte".
Nonostante le sanzioni e gli attacchi militari, tra cui un'operazione su larga scala condotta venerdì scorso con navi e aerei da guerra statunitensi e britannici che hanno colpito più di 60 obiettivi in tutto lo Yemen, gli Houthi continuano ad attaccare le navi commerciali e militari. Diversi incidenti si sono verificati dopo le operazioni congiunte di venerdì.
L'ultimo episodio è avvenuto mercoledì, quando un drone d'attacco unidirezionale lanciato da un'area controllata dagli Houthi nello Yemen ha colpito la Genco Picardy, battente bandiera delle Isole Marshall e di proprietà e gestione statunitense, nel Golfo di Aden. Gli Stati Uniti hanno strenuamente esortato l'Iran a cessare la fornitura di armi agli Houthi. Giovedì, un raid statunitense nel mar Arabico ha intercettato componenti di missili balistici che, secondo gli USA, l'Iran stava inviando in Yemen. Mercoledì, il portavoce del Pentagono, il maggiore generale Pat Ryder, ha affermato che gli Stati Uniti continueranno a intraprendere azioni militari per prevenire ulteriori attacchi.