L’Istituto Nazionale del Nastro Azzurro con sede a Roma ha deciso, attraverso il suo centro studi, di celebrare il suo centesimo anniversario di fondazione, non soltanto con la partecipazione a manifestazioni e a parate, con medaglie commemorative e con deposizioni di corone d’alloro, ma anche preservando il ricordo, attraverso i moderni sistemi di ricerca, con la creazione di un database che conterrà le memorie militari, dalla fine del Settecento fino ai nostri giorni, con decine di inserimenti quotidiani, grazie all’assiduo e al preciso lavoro dei membri del Cesvam.
L’attività di ricerca non si limiterà alla semplice copiatura dei testi cartacei, ma sarà dinamica proprio grazie all’inserimento dei dati lacunosi o mancanti, che saranno verificati negli archivi del Ministero, sarà anche continuativa nel tempo. Un lavoro che potremmo definire più che certosino, certamente non un esercizio fine a se stesso, ma con il preciso obiettivo di mantenere viva e preservare la memoria di coloro che hanno, letteralmente, costruito l’Italia con le proprie gesta, con il proprio valore riconosciuto con medaglie d’oro, d’argento, di bronzo, croci di guerra, promozioni per merito, medaglie al valore per i militi indigeni delle colonie, la medaglia albanese, i militi insigniti di medaglia dell’ordine militare di Savoia, per esempio, come simbolo di tutti coloro che altrettanto hanno dato la vita per la propria patria..
La memoria viene onorata attraverso il recupero di episodi di vario genere: alcuni noti, altri dimenticati o conosciuti soltanto per sommi capi, come, per esempio, la famosissima Beffa di Buccari. La memoria verrà altresì onorata attraverso il ricordo delle vicende che hanno portato al riconoscimento del valore militare i carabinieri in servizio durante il tempo di pace. Tra i vari esempi di memorie di gesta compiute da militari ricordiamo questa suggestiva dedica: “Durante un vigoroso contrattacco nemico, cooperava a mantenere la posizione raggiunta, esponendosi arditamente al pericolo e dando ai soldati nobile esempio di valore e di tenacia, finché colpito a morte, sacrificava la sua vita alla Patria”. È la motivazione di conferimento della medaglia d’argento al Valore Militare alla memoria di un sergente del 277esimo Reggimento Fanteria, per un episodio accaduto sull’Altopiano della Bainsizza il 28 agosto 1917.
Un lavoro lungo che richiederà ancora tempo per perfezionarsi, ma che diventerà un vero e proprio capolavoro al servizio della memoria di tutti coloro (studiosi, familiari, eccetera) che vorranno approfondire il tema del valore militare, spesso considerato desueto e assolutamente inutile per molti ragazze e ragazzi delle scuole di oggi. Certamente, esso è un tema talvolta caro a volte invece inviso: come si può comprendere il sacrificio della vita di chi si schierava davanti al proprio superiore, facendosi scudo con il proprio corpo, o che dava la vita per quell’ideale di patria oggi sempre più “liquido”?
Spesso si viene tacciati di sottolineare questi argomenti perché si è guerrafondai, senza tenere conto che soltanto avendo ben chiari i principi fondativi della libertà, della pace, dell’identità propria e nazionale si può essere capaci di avere rispetto anche per quelle degli altri: lavorando insieme (dentro se stessi e con gli altri) per mantenere vivi proprio questi concetti che da un momento all’altro ci sembrano traballare, rischiando di naufragare in molte parti del mondo. E forse siamo proprio noi per primi a essere incapaci di approfondire davvero il significato di quei valori che per molti hanno comportato il riconoscimento non di un governo, ma del Tempo per i Posteri. Appunto con la lettera maiuscola. La memoria di questi eventi non dovrebbe essere ricordata soltanto durante la giornata in cui ci viene imposto di commemorare: la memoria è un esercizio umile e costante che ci fa crescere come persone prima dentro e, pertanto, anche fuori.