Ci sono entità che nella forma differiscono totalmente dalla loro essenza. Strutture, agglomerati, gruppi sociali. Definizioni che intendono lanciare un messaggio nella forma ma che poi, nella sostanza, rappresentano tutt’altro. Il Parco Verde di Caivano, comune in provincia di Napoli di circa 37mila abitanti, non si discosta da tutto ciò appena analizzato. Costruito negli anni '80 per dar rifugio agli sfollati del terremoto dell’Irpinia, con gli anni questi palazzoni verdi, simbolo di speranza, sono diventati emblema delle aree degradate e dimenticate della provincia di Napoli.
Al confine tra la zona Casertana e quella Napoletana, negli anni, complice l’assenza dello Stato, il Parco ha rappresentato l’habitat naturale per le azioni criminali tanto dei gruppi attivi nel traffico di rifiuti nella Terra dei Fuochi, tanto dei clan camorristici che guadagnano milioni di euro con lo spaccio di droga.
Con gli anni, con il venir meno delle violenze scaturite dalle faide di Scampia e Secondigliano, la piazza di spaccio di Caivano è diventata tra le più floride della provincia e, secondo gli inquirenti, in certi momenti anche d’Europa. Per anni, anche se non se ne è parlato molto, era innegabile che il Parco fosse diventato una zona franca in scacco alla criminalità.
Nel 2022, non a caso, le forze dell’ordine scoprirono bunker sotterranei e sistemi di videosorveglianza. Ma le violenze più raggelanti sono state portate alla luce a partire dal 2013. In quell’anno il piccolo Antonio Giglio, di 4 anni, perse la vita cadendo dal balcone dell’ottavo piano del suo palazzo. Un anno più tardi anche la sorellina maggiore, Fortuna Loffredo, subì la stessa sorte. Per Antonio ad oggi non c’è ancora giustizia, per la morte della sorellina invece sono stati incriminati e condannati la madre Marianna Fabozzi e il compagno di lei, Raimondo Caputo (quest’ultimo condannato all’ergastolo).
Il fatto scosse non solo la comunità della località alle porte di Caivano ma anche e soprattutto l’Italia. Un incubo che ha preso nuovamente forma nell’agosto scorso quando due cuginette di 10 e 12 anni hanno denunciato una violenza di gruppo ai loro danni consumata proprio nel Parco. A questo punto qualcosa però si è sollevato. C’è chi dice che tutti sapevano ma nessuno parlava. Chi invece ha fatto finta di niente. Chi si è sdegnato. In ogni caso, il 31 agosto c’è stato un segnale forte: il Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, assieme alle cariche dello Stato ed alle forze dell’ordine, ha fatto visita al Parco Verde. Da quel giorno le attività sono state molteplici: in poche settimane circa 700 uomini delle forze dell’ordine, tra Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri, hanno ripetutamente messo al setaccio il Parco, compiendo sequestri ed emettendo denunce.
Poche settimane dopo il 31 agosto, il Governo ha poi emanato il cosiddetto “Decreto Caivano”, grazie al quale vengono inasprite le pene per i reati minorili e, al contempo, stanziati 30 milioni di fondi pubblici per la bonifica e la rivalutazione del Parco. Le attività di monitoraggio sono in capo ad un Commissario Straordinario, Fabio Ciciliano, esperto uomo di Stato con all’attivo già diverse missioni in seguito a emergenze sanitarie mondiali.
Le attività dello Stato si aggiungono all’istituzione, nel 2022, della Compagnia dei Carabinieri proprio nel Parco e, nel 2021, alla creazione di “una stanza tutta per sé”, gestita dai Carabinieri e dedicata alle vittime di violenza. Al centro di questo progetto di rinascita c’è poi il parroco del quartiere, don Maurizio Patriciello, prete anti-camorra ormai sotto scorta e baluardo di legalità e speranza.
Sono tante le persone perbene del Parco Verde ma sono moltissime anche quelle povere. In un agglomerato sociale in cui molti hanno difficoltà anche a comprare un litro di latte, la camorra, complice l’assenza dello Stato, rappresenta l’unica via di sopravvivenza. In una zona in cui si deve decidere spesso come sbarcare il lunario, purtroppo, i grattacapi morali su cosa siano il bene e il male non trovano spazio. La gente del Parco Verde ha voglia e diritto a trovare la resurrezione. Una salvezza dopo anni bui di violenze e isolamento. Lo Stato, ora che ci ha messo la faccia, non può tornare più indietro. Bonifica, rinascita, vicinanza e considerazione. Il Parco Verde merita un futuro migliore.