A volte ci sono luoghi dimenticati nelle nebbie del tempo, ricchi di fascino e magia, dove arte, cultura, mito e leggenda si intrecciano indissolubilmente e che aspettano solo di essere riscoperti.
Se siete alla ricerca di un luogo misterioso, dove poter sentirsi Indiana Jones in una delle sue scorribande avventurose e dove il tempo non si sa bene se abbia deciso di trascorrere in modo diverso, vi consigliamo di visitare Norchia, un sito archeologico preistorico, etrusco, romano e medievale situato nei pressi di Vetralla, nel comune di Viterbo. Norchia è una delle più importanti e imponenti necropoli rupestri di tutta l'Etruria, che si estende tra i solchi scavati dai fossi Biedano, Pile e Acqualta, sulla sommità di un'altura tufacea.
Le origini di Norchia risalgono all'Età del Bronzo, ma la città visse il suo massimo splendore nel periodo della dominazione etrusca tra il IV e il III secolo a.C., quando era conosciuta con il nome di Orclae. Testimonianza di questa incisiva presenza sono le migliaia di tombe rupestri disseminate non solo sull'altura ma anche lungo i fianchi dei fossati che la delimitano. Le tombe, quasi tutte a dado o finto dado, sono arricchite con svariati accorgimenti architettonici che tuttora possiamo ammirare. Alcune di queste, come la Tomba Ciarlanti, la Tomba Smurinas, la Tomba Prostila e la Tomba Caronte nella necropoli del Fosso di Pile, e la Tomba dei Lattanzi in quella del Biedano, sono tra le più importanti del mondo etrusco.
Norchia però non fu solo etrusca ma anche romana e medioevale. Durante il periodo della dominazione romana la fortuna della città era dovuta al fatto di essere attraversata da un'importante via di comunicazione, la Via Clodia, che collegava Roma alle province etrusche passando per importanti centri come Blera e Tuscania. Nonostante questa favorevole posizione la città fu quasi dimenticata durante l'età repubblicana per ritornare in auge nel X secolo d.C. in piena epoca medioevale.
La presenza di un centro abitato nel Medioevo è testimoniata, nei pressi del Fosso di Pile, da alcuni resti del borgo, del castello della famiglia Di Vico e della Chiesa di San Pietro risalente al IX secolo d.C. e costruita su un preesistente tempio etrusco-romano. Sono inoltre ben visibili i resti di una porta d'accesso e il tracciato della Via Clodia. Questo tracciato si inoltra per circa 400 metri in una "tagliata" che, in epoca etrusca, serviva come via di comunicazione per muoversi all'interno della città.
Questa importante città, che visse periodi di splendore alternati a periodi di profonda decadenza, fu definitivamente abbandonata nel 1453 a seguito di una grave epidemia di malaria. Oggi Norchia è un sito unico, selvaggio e grandioso, quasi abbandonato, eppure impressionante. Immersa nel tufo e nel fitto bosco, l'antico centro etrusco esplode potente con le sue tombe che si affacciano sull'antico tracciato romano della via Clodia. Tra gli anfratti del paesaggio selvaggio appaiono gli antichi insediamenti che restituiscono a questo luogo la magia e la sensazione di essere fuori dal tempo.
Per visitare Norchia si può partire da Vetralla, percorrendo per circa 9 chilometri la S.S. Aurelia bis verso Tarquinia. Si stacca sulla destra, in località Colle Cinelli una stradina che dopo altri 6 km termina in corrispondenza del parcheggio del sito archeologico. Da qui si può seguire un sentiero che conduce alla necropoli del Fosso di Pile, dove si trovano le tombe più spettacolari. Si prosegue poi verso la necropoli del Biedano, dove si possono ammirare altre tombe e il ponte etrusco-romano sul torrente. Infine si raggiunge la necropoli dell'Acqualta, dove si trovano le tombe più antiche e semplici.
Norchia è un luogo che merita di essere valorizzato e preso seriamente in visione per opere di bonifica e messa in sicurezza per la sua bellezza e per la sua storia. Un viaggio nella Tuscia che vi farà immergere in un'atmosfera unica e suggestiva, tra necropoli etrusche e resti medievali.