Terra pianeggiante. Hispalis per i Romani, Ishbiliya per gli arabi in epoca andalusa. Siviglia, così per tutti oggi. Capitale della comunità autonoma dell’Andalucia, Siviglia è la quinta città spagnola per popolazione, con un numero di abitanti che supera di poco il mezzo milione, superandolo per area metropolitana.
Da sempre terra contesa, sin dalla storia più antica ove le popolazioni più remote gettarono le basi per la futura città, creando una reputazione sotto il dominio romano, frutto di interesse per il dominio arabo fino alla riconquista dei castigliani e al fiorente periodo della scoperta delle Americhe, dove raggiunse l’apice della sua lunga storia.
Siviglia deteneva il monopolio delle merci e transazioni provenienti dalle colonie americane. Bagnata dal Guadalquivir ( termine che in etimologia deriva dalla connotazione araba che gli fu attribuita, precedentemente col nome di Betis), in passato il fiume era il laccio di connessione fra le traversate atlantiche delle caravelle e galeoni che giungevano nella Penisola gonfie di mercanzia. Non è un caso parlare di questa funzione della città con l’esplosione del massimo splendore letterario ed artistico, oltre che politico e militare, della Spagna, con il nome di Secolo d’Oro.
Successivamente, cause forze maggiori, il ruolo che sino ad allora apparteneva alla città di Siviglia fu trasferito a Cadice, definita di maggior posizione strategica per la Flotta delle Indie. Siviglia, però, mantenne diverse attività commerciali legate al periodo delle grandi conquiste oltreoceano, una delle quali la fabbrica del tabacco, ove ad oggi sorge l’Universidad de Sevilla, centro accademico cuore della formazione universitaria della capitale andalusa.
Nell storia contemporanea ed attuale, le gesta ispaniche che hanno portato Siviglia a tale reputazione, e comprovano quanto detto, sono presenti nell’Archivio delle Indie, museo e archivio di Stato che contiene prove e narrazioni sulle traversate oceaniche, dalle colonizzazioni nelle Americhe e nelle Filippine sino alla documentazione relativa ad esse. Questo edificio si trova in una zona centrale della città, al quale si aggiungono La Cattedrale con la Giralda: una grande chiesa di stile gotico che stupisce chiunque la visiti grazie al suo fascino artistico che ne conserva; all’interno è possibile ammirare la tomba in onore di Cristoforo Colombo. Al lato la Giralda, torre di origine araba sviluppata e decorata dai cristiani; su di essa sorge il simbolo della città.
Siviglia è una città che ha vissuto mutevoli cambiamenti nel corso dei secoli, subendo l’influenza di culture fortemente diverse tra loro. Questa influenza è visibile ancor oggi, la Torre dell’Oro che erge al lato del fiume Guadalquivir, come torre di controllo militare, fu opera della dinastia araba, così come la Giralda sopra citata. La successiva “cristianizzazione” della città ha sviluppato l’arte mudéjar che ha dato vita a diverse opere ed edifici: il Real Alcazar, uno dei palazzi più antichi della penisola Iberica e ancora oggi sede reale della corona spagnola, la Casa de Pilato, un misto con l’arte gotica e rinascimentale, la Plaza de Toros, che rappresenta la tradizione della corrida.
Plaza de España è la stella sopra l’albero di Natale, la ciliegina sulla torta per coronare il fascino artistico che questa città vanta. Costruita nei primi anni del 1900, sta a simboleggiare lo splendore del Regno Iberico durante la scoperta delle Americhe; la sua forma a semicerchio abbraccia tutte le colonie spagnole, i quattro ponti rappresentano i quattro antichi regni spagnoli. Omaggiate le comunità spagnole con le quarantotto panchine decorate e piastrellate che colorano la piazza.
Il Barrio di Santa Cruz è l’anima centrale di Siviglia, gli stretti vicoli popolati da basse case bianche in stile andaluso sono il simbolo dell’antico quartiere ebraico, ad oggi meta preferita dei turisti alla ricerca di romanticismo e passione. Spostandosi oltre il ponte Isabel II che connette il centro storico con il resto della città, possiamo stringere le mani vissute e callose di Siviglia, il Quartiere di Triana. Quartiere gitano che vive in simbiosi con il fiume, casa di artisti, artigiani, ballerini e centro di uno dei mercati più importanti della città, il Mercado de Triana.
Vento caldo che proviene dal Nord Africa soffia durante la maggior parte dell’anno, creando un clima mite e afoso nei mesi estivi, staccato solo da un paio di mesi freddi invernali. Città meta di migrazioni, la vita lenta e le giornate lunghe favoriscono l’umore e stimolano molti giovani ad intraprendere vite alternative. Rilassarsi nelle vie senza preoccuparsi troppo del tempo, fra una tapas (razioni di cibo locale) e un succo d’arancia alternato ad una cerveza helada lasciando che sia Siviglia a comunicare ciò che vuol dire, ciò che vuol trasmettere.
Lo scalpitio dei cavalli, il terreno color ocra e l’odore della zagara accompagnano i sensi di ciascun visitatore quando decide di perdersi in una città segnata per secoli da tormentate battaglie di conquiste, epidemie e crisi economiche e che, nonostante tutto, offre un caldo abbraccio accompagnato da un malinconico sorriso, come un’antica signora con addosso un abito da flamenco che ci invita ad entrare in casa sua.