Da qualche anno a questa parte si sta assistendo alla rivalutazione di questo Stato, per molto tempo considerato fuori dalle rotte turistiche. Una fioritura che non ha colto impreparata la popolazione, ma che anzi, ha dato loro modo di divulgare una storia e una cultura che non hanno pari nel mondo. La Romania è ancora uno di quei territori dove trovare angoli incontaminati, dove la frenesia e l’onnipresente tecnologia non sono ancora riuscite a soppiantare le tradizioni di una volta, quelle dove l’allevamento e la coltivazione della terra rappresentano le poche economie di sussistenza. Ma non si cerca altro qui, perché tutto quello che serve per essere felici è a portata di mano.
La culla della scrittura
Pensando alle prime forme di scrittura vengono subito in mente i sumeri. Le tavolette di argilla di Tartaria, ritrovate nel 1961 in Transilvania, smentiscono tutte le precedenti teorie sulla nascita della forma scritta. Questi simboli pittografici pare risalgano al 5.300 a.C. e potrebbero essere la più antica testimonianza al mondo. Vi è una popolazione, però, che su tutte ha dato un forte contributo allo sviluppo della civiltà locale: i Traci. I Geti e i Daci erano tribù appartenenti a questo popolo che, per via dei ricchi giacimenti minerari, si trovarono spesso a fronteggiare in campagne militari i Romani. Lo stesso nome attuale dello Stato richiama il periodo storico in cui il territorio era una provincia romana. Le varie e successive dominazioni sono state fondamentali nella creazione di quella che oggi la composizione antropologica della Romania.
Il Medioevo è indissolubilmente legato al Regno d’Ungheria, prima, e all’Impero Ottomano, successivamente. Durante questo periodo furono i fanarioti a governare sui feudi della Romania; questi nobili di etnia greca devono il loro nome al quartiere Fanar di Costantinopoli dove risiedevano, ed erano scelti direttamente dall’Imperatore per la gestione delle terre. La Transilvania è riuscita a mantenere per secoli la sua indipendenza sino al 1867, anno che segna il termine del patto dualistico che la vedeva come principato indipendente dell’Impero. L’odierna conformazione è stata riconosciuta solamente nel 1862, mentre la totale indipendenza risale al 10 maggio 1877. La monarchia durò fino al 1947, quando venne proclamata la Repubblica Popolare Romena guidata prima da Gheorghe Gheoghiu-Dej e successivamente da Nicolae Ceausescu. Il secondo dopoguerra fu un periodo prospero dal punto di vista economico, agricolo e infrastrutturale. Lo stesso non si può dire per i trattamenti riservati agli oppositori del regime, che portarono alla rivolta del popolo nel 1989 a Timisoara.
Il centro geografico d’Europa
Collocata tra il 45° parallelo Nord e il 25° mediano Est, la Romania rappresenta il centro dell’Europa. Geograficamente è composta dalla medesima percentuale di montagne, colline e pianure e sono i Carpazi che delineano quello che è il paesaggio naturale. Questa catena montuosa è conosciuta anche con il nome di Alpi Transilvaniche, per via della somiglianza con l’arco alpino. Oggi sono terreno fertile per gli amanti dello sci invernale e delle escursioni estive, mentre in passato non si sono dimostrate un valido sistema difensivo per via delle molte vallate e dei numerosi valichi che li costellano e li rendono facilmente superabili. Geograficamente è impossibile non citare il Danubio, il confine naturale che percorre la Romania per 1.075 km, separandola da Serbia e Bulgaria. Attrattiva per il turismo è anche il Mar Nero, con le sue spiagge sabbiose, le riserve naturali e le testimonianze storiche lasciate dai romani. La Romania è suddivisa in regioni storiche che comprendono, fra le altre, Transilvania, Bucovina, Muntenia e Maramures.
La gastronomia regionale
Piatti che si perdono nella storia e nell’intero territorio dell’Est Europa e altri che caratterizzano le varie regioni che compongono la Romania. La gastronomia locale segue un formato ben preciso durante i pasti, iniziando con antipasti misti a base di carne, verdure e formaggi a cui seguono zuppe e secondi di carne e pesce con gli immancabili sottaceti. Raramente manca il dolce sulle tavole e può essere ben rappresentato dal papanasi, il krapfen fritto con formaggio e confettura di amarene. Si potrebbe considerare un piatto unico la ciorba de fasole cu afumatura, la minestra di fagioli con carne di maiale affumicata servita dentro al pane e accompagnata da cipolla cruda.
Un piatto nato per soddisfare la fame della popolazione nelle campagne, in grado di soddisfare il fabbisogno giornaliero e di dare il giusto apporto per lavorare nei campi. Due ricette tipiche dell’Est sono gli involtini di verza ripieni di riso, maiale e spezie, sarmale, e le polpette di carne con aglio, pepe e cimbru, mititei. Le regioni attraversate dal Danubio offrono una ricca tradizione culinaria a base di pesce, come la saramura de crap, ossia la carpa in salamoia o la carpa ripiena di verdure. Ad accompagnare il tutto ci pensano gli eccellenti vini del territorio, fra cui spiccano i prodotti realizzati con le uve Cotnari, un vitigno risalente al 1448.
Folclore e tradizione romena
Nelle zone rurali della Romania è possibile ritrovare quella cultura di una volta, forse antiquata per il mondo occidentale, ma autentica come ne sono rimaste poche al mondo. Ci si può imbattere in uomini che salutano le donne con un baciamano, ed è raro sentire le persone darsi del tu. Comportamenti che rendono unica questa zona d’Europa dove tutto sembra essersi fermato nel tempo. Ancora oggi vengono mantenute vive tradizione come la Notte dei Lupi, in occasione di Sant’Andrea il 30 novembre. Una festa risalente all’epoca dei Daci, quando l’autunno lascia spazio all’inverno e gli spiriti, nelle vesti di lupi, ritornano sulla terra.
Altro evento molto sentito è il Mărțișor, il “caro marzo”, con cui si annuncia la primavera. Tutto viene addobbato seguendo i tradizionali colori bianco e rosso, dall’abbigliamento fino alle decorazioni nell’arredo domestico. Arredo che spesso presenta ricchi inserti tessili, strascico dei commerci turchi che giungevano sino al sultano in Transilvania durante il XVI secolo. Tappeti a terra, alle pareti, sulle tradizionali panche che percorrono le mura interne delle abitazioni. La stoffa fa parte della cultura romena anche nel vestiario, con le caratteristiche ie, le camicie decorate che identificano un vero e proprio canone di bellezza. La Romania ha molto da raccontare ed è difficile racchiudere tutto in poche parole, come tutte le cose migliori, va vissuta.