Cosa è e come nasce VP?
Valnerina Project è prima di tutto un luogo dell'anima che ha preso la forma di un progetto musicale ispirato dai versi e dai racconti di Riziero Flammini, pastore e cantastorie nato a Mucciafora, frazione di Poggiodomo, il più piccolo Comune dell’Umbria per numero di abitanti. Ho avuto la fortuna di conoscere Riziero grazie alla comune partecipazione ad uno dei concerti del Festival Campanili Vivi nel 2018 e ho potuto apprezzare la sua arte nel declamare e improvvisare storie in ottava rima.
Attraverso mie composizioni originali Valnerina mette in musica i passi, i rumori, i profumi, i richiami, le serenate, le leggende, la vita sofferta e faticosa sulla via della transumanza: il bambino che parte all’età di dieci anni per diventare pastore e “abbraccicare” la speranza di un futuro migliore, l’adulto che diventa aedo e compone, recita e canta le esperienze trascorse con le greggi e con altri lavori di agricoltore, produttore di formaggi tra le montagne dell’Appennino umbro e la pianura della Maremma laziale, l’anziano che ricorda la breve vita coniugale e che accetta la vecchiaia con serenità e malinconica ironia. Le tradizioni popolari della Valnerina si fondono con il jazz per dar vita ad un viaggio emotivo fatto di cose semplici e concrete ma anche di visioni, desideri, sogni da coltivare con tenacia, umiltà e fermezza di animo nonostante le difficoltà.
Chi sono i componenti del gruppo? Fai un focus su di te, sul tuo percorso
Il gruppo si è costituito, su mia chiamata, a giugno 2020, nel post-lockdown, per lavorare a Valnerina Project e gli artisti con cui ho l'onore di collaborare sono eccellenze del territorio umbro e nazionale: Manuel Magrini al piano e agli arrangiamenti, Pietro Paris al contrabbasso, Roberto Gatti alle percussioni e Gianluca Saveri al vibrafono e percussioni. Sebbene provenienti da diversi mondi musicali (musica classica, etnica, jazz) i miei compagni di viaggio, ognuno insostituibile e con la sua personalità, contribuiscono a creare atmosfere e sonorità del tutto nuove e coinvolgenti pur rimanendo legati alle tradizioni popolari.
L'aspetto più bello e “magico” nella lavorazione del progetto è stato, secondo me, il mettere insieme tante componenti diverse, a partire dalla mia voce, dalle mie composizioni, dalla veste che volevamo dare, lasciando liberi i musicisti di esprimersi e scegliere in che modo “essere” Valnerina. Pur provenendo da un'iniziale formazione classica, con il diploma di canto lirico, posso dire che ho trovato il mio elemento quando ho incontrato il jazz e, approfondendo questo linguaggio attraverso gli studi accademici di I livello al conservatorio di Frosinone prima e di II livello al conservatorio di Perugia poi, ho compreso che solo prendendo e dando libertà e apertura all'espressione musicale, da ogni punto di vista, si può fare arte e creare qualcosa di personale e unico. Quello che cerco sempre di fare quando canto, compongo o mi rapporto con i colleghi è di stare in ascolto di tutti gli stimoli esterni e interni per poi raccogliere, ripensare, ricomporre secondo il mio sentire. Non secondaria è la mia passione per l'arte e la mia formazione di architetto che mi porta ad essere molto curiosa, pronta a recepire ma anche analitica e rigorosa nel “progettare” in senso ampio.
Che tipo di pubblico ha il jazz e che futuro ha, a tuo avviso? Eventuali contaminazioni?
Direi che il jazz ha ancora molti estimatori, soprattutto se pensiamo a fasce di età più mature, anche se riscontro ai concerti la presenza di giovani. In generale noto che nei grandi festival si tende a dare spazio ad artisti/progetti che non sempre hanno a che fare con il linguaggio jazzistico ma attirano l'attenzione di un pubblico più vasto e quindi ritengo che le contaminazioni con altri generi siano necessarie sia per uno scopo meramente pratico/commerciale ma anche e soprattutto per creare qualcosa di nuovo, che rappresenti il comune sentire e sia in dialogo con la contemporaneità e con quanti più fruitori possibili, i quali si riconoscano nella musica che vanno ad ascoltare e a “vivere”.
Cosa rappresenta per te la voce e cosa lo strumento
La voce per me è il prolungamento naturale dell'anima verso l'esterno e mi consente la condivisione del mio mondo interiore con le altre persone. È fondamentale per me stabilire una connessione con tutto ciò che mi circonda, trarre energia dagli altri e trasformarla positivamente. Secondo me la voce parlata, cantata, “pensata” non è solo strumento tecnico che va esercitato e studiato ma è anche e soprattutto il mezzo che mi consente di creare il mio “dipinto”, con la ricerca di sfumature, colori, texture che mi rappresentino. L'attenzione verso i piccoli particolari è insita nello studio della voce e invita necessariamente all'approfondimento sensoriale ed emotivo, fondamentale per la percezione e la comunicazione artistica.
Il legame tra la musica e il territorio, l’Umbria, la Valnerina…
Come si evince dal titolo del disco il mio lavoro non può prescindere dal legame col territorio della Valnerina, aspra, difficile, solitaria ma anche intensa, potente e luminosa. Fare una semplice passeggiata in questi luoghi ti catapulta in una dimensione ancestrale e ruvida che ti costringe a pensare, ad accettare la lentezza e la noia che diventa poi portatrice di ispirazione. Valnerina Project ne è la testimonianza!
Collaborazioni con artisti più o meno noti
L'attenzione verso i canti della tradizione rurale umbra è scaturita dalla mia collaborazione con il gruppo Sonidumbra ed in particolare dopo aver sperimentato il discanto antico con l'amica Barbara Bucci ho avuto l'idea di creare armonie jazz che accompagnassero queste linee melodiche così particolari e caratteristiche del nostro territorio. Oltre ai membri del mio gruppo, musicisti e persone eccezionali, ho potuto lavorare grazie a Valnerina Project con Davide Giacchè che ha curato meravigliosamente tutta la registrazione del disco e posso annoverare tra gli estimatori del progetto Riccardo Panfili, compositore di fama internazionale con cui lo scambio di idee musicali è sempre foriero di nuovi stimoli e progetti.
La musica come rinascita, lo è anche per te?
Il fare musica per me è un'esigenza, a prescindere da traguardi, concerti o riscontro esterno: semplicemente non potrei vivere senza. Scoprire aspetti profondi e nascosti del proprio essere e osservarli, accettarli e a volte “curarli” attraverso la musica e/o il pensiero di essa è la mia rinascita quotidiana.
Consigli per chi si approccia alla musica e vuole farla diventare una professione
Il mio consiglio anzitutto è quello di studiare seriamente non solo il proprio strumento ma avere una preparazione musicale completa che consenta di esprimersi attraverso vari medium; trovo fondamentale che il musicista mantenga saldo il contatto con la realtà, con le proprie radici e, allo stesso tempo, abbia una visione quanto più ampia e aperta agli stimoli e alle possibilità forniti dalla vita quotidiana, dalla gente, dalle manifestazioni artistiche, sociali, di pensiero. Tutto ciò contribuisce alla formazione di una personalità artistica ben definita e riconoscibile, elemento essenziale per qualificarsi professionalmente in un determinato ambito.
Progetti futuri
Il progetto di Valnerina è nato dallo studio dei canti della transumanza, beni immateriali portatori di assoluto valore storico ed artistico. La mia ricerca è proseguita con “I canti dai monti alla fabbrica” nella formazione Corten Trio con Federico Bonifazi al piano, composizione e arrangiamenti e Gianluca Saveri al vibrafono e percussioni per il Progetto Cratere 2021 sotto la direzione artistica della Filarmonica Umbra. I canti del pastore si trasformano in ballate operaie di denuncia e testimonianza del passaggio dalla società rurale a quella industriale, in particolare legata allo sviluppo delle acciaierie di Terni. Mi piacerebbe molto realizzare un lavoro discografico su queste tematiche e per il futuro le mie ricerche sono orientate verso la realizzazione del terzo capitolo di questo “trittico” musicale di cui non svelo il finale!
Valnerina project è:
- Marta Lombardo: voce, composizioni
- Manuel Magrini: piano, arrangiamenti
- Roberto Gatti: percussioni etniche
- Pietro Paris: contrabbasso
- Gianluca Saveri: vibrafono, percussioni.
Titoli brani disco
- Da piccolo fanciullo
- La partenza
- Le stelle del cielo
- Genesi
- Mietitora
- Siesta
- Scampanata
- Entropion
- Congedo
- La strega del mulino.