«Canzoni di viaggio nasce da incontri culturali di vario tipo mediati dalla letteratura, dal cinema, dalla radio; folgorazioni istantanee e amori di lunga durata scaturiti mentre ascolto i miei programmi preferiti, mentre guardo un film, leggo un libro, condividendo con gli amici. Nasce dalla curiosità e dalla fascinazione verso l’Italia del secondo dopoguerra, del boom economico, degli artisti e dei personaggi dell’epoca che ancora influenzano l’attualità artistica e culturale. Nasce anche per fermare un momento, catturare la “me interprete”, in presa diretta, senza fronzoli e senza artifici, la mia voce e la mia chitarra».
Un vero e proprio viaggio – a partire dal titolo – nella canzone d'autore italiana, quello percorso da Angela Kinczly nel nuovo album chiamato, per l'appunto, Canzoni di viaggio. Pubblicato da Ritmo&Blu Records di Stefano Castagna, che ne è anche produttore artistico e "regista" delle registrazioni con tecnologia rigorosamente analogica, Canzoni di viaggio ha avuto una lunga genesi e un risultato eccezionale, incentrato in particolare su un patrimonio straordinario di canzoni, quelle dei Cantacronache. Partita inizialmente con l'idea di rivisitare alcune sue canzoni in una nuova veste acustica e minimale, Angela Kinczly si è ritrovata con una scaletta di cover d'autore che hanno mosso sempre di più la sua curiosità intellettuale e la passione per un’area nascosta, e a rischio di oblio, della nostra musica.
Al centro del suo sesto album troviamo alcuni brani dei Cantacronache, il collettivo di musicisti e intellettuali (Sergio Liberovici, Michele L. Straniero, Fausto Amodei, Margot, ma anche Italo Calvino, Gianni Rodari, Umberto Eco, Emilio Jona, Franco Fortini e Giorgio De Maria) nato nel 1957 a Torino e terminato nel 1962. I Cantacronache proposero un'idea di canzone lontana da quella leggera e svenevole di Sanremo, recuperando anche brani della Resistenza, canti anarchici, operai e socialisti, rappresentando così la prima esperienza di cantautorato impegnato in Italia, tanto da influenzare così tutti i cantautori che verranno, da Piero Ciampi a Claudio Lolli, entrambi omaggiati da Angela.
I temi dei Cantacronache, dalla figura della donna alla coscienza civile ai tempi del boom economico, riecheggiano in Canzoni di Viaggio, che però ha una scelta di fondo decisa, sottolinea la cantautrice: «Non è un caso che dai Cantacronache io abbia scelto le canzoni meno esplicite dal punto di vista del “politicamente impegnato”, bensì quelle che più raccontano il vissuto intimo delle persone, i loro sentimenti, le loro relazioni. Ho scelto i brani in base a due principi guida: canzoni (molto) poco conosciute ma senza tempo; canzoni che ho sentito mie sin da subito. Volevo scoprire i tesori nascosti del repertorio cantautorale italiano, canzoni ben scritte ed emozionanti che ti fanno dire: come mai non l’avevo sentita prima? Reinterpretarle ha significato cercare il modo per farle mie: dalla scelta della tonalità più adatta a un’emissione vocale mai forzata, sempre molto naturale, all’adattamento strumentale che potesse rendere le parti di chitarra non puro accompagnamento, come spesso era nell’originale, anche perché malgrado la semplicità di strumentazione degli originali le canzoni erano comunque arrangiate per un insieme più ampio nel quale la chitarra non era protagonista».
Accanto a pezzi di Fortini, Carpi, Jona e Liberovici, Amodei e Pogliotti, Angela Kinczly ha reinventato anche brani affini come Non capisco la domenica di Bruno Martino, La guerra è finita di Claudio Lolli e L’amore è tutto qui di Piero Ciampi. Un'altra sorpresa, con la quale si chiude Canzoni di viaggio, è Io ricordo, scritta da Molly Lloyd Drake che, afferma Angela, «con tutta questa avventura italiana dei Cantacronache non ha niente a che vedere ma al tempo stesso è anche emblema della donna dell’epoca: cantautrice con un punto di vista femminile, che nella sua vita è stata soprattutto madre (di Nick Drake!) e che queste “canzoncine” le cantava e insegnava ai figli per puro diletto, esercitando nei limiti storici dell’epoca il suo ruolo politico di femmina».
Canzoni di viaggio è un disco mosso da urgenza ma anche meditato e accorto, così come le sue sedute di registrazione. La scelta analogica (registratore multitraccia, mix su master tape), oltre a garantire una resa sonora consona al materiale d'epoca, ha imposto di cogliere l’attimo dell’esecuzione, senza ritocchi o rimaneggiamenti.
Canzoni di viaggio
- Quella cosa in Lombardia
Testo di Franco Fortini, musica di Fiorenzo Carpi - La guerra è finita
Testo e musica di Claudio Lolli - Canzone di viaggio
Testo di Emilio Jona, musica di Sergio Liberovici - Un paese vuol dire
Testo e musica di Mario Pogliotti - Valzer della credulità
Testo di Emilio Jona, musica di Sergio Liberovici - Qualcosa da aspettare
Testo e musica di Fausto Amodei - Non capisco la domenica
Testo di Enrico Vaime, musica di Franco Nebbia - Le nostre domande
Testo di Franco Fortini, musica di Margot - L’amore è tutto qui
Testo di Piero Ciampi, musica di Gianni Marchetti, Pino Pavone - Io ricordo
Testo e musica di Molly Lloyd Drake
Titolo originale: I remember
Traduzione e adattamento dall’inglese di Evelina Somenzi e Angela Scalvini