Valentina gradino dopo gradino conquista il cielo.
Figura dipinta dal Botticelli, per grazia ricevuta, è tra noi.
Come la Sapienza di Ildegarda possiede tre ali.
L'una vola in alto, l'altra feconda la terra, la terza avvolge il tutto.
Ma c'è anche un'altra cosa.
Quella partecipazione di simpatia e di incantamento
che suscita in tutti noi quando ci sfiora e
cattura sguardi e silenzi.
La osservo e sono orgogliosa di tanta bellezza e tenacia.
È la mia primavera e la riconosco nei miei trent'anni.
Da molto tempo questo racconto scorre senza sosta nella mia mente.
Come un fiume sotterraneo ogni tanto affiora e ogni tanto scompare. Solo in superficie perché in profondità il racconto non se n'è mai andato; ha accompagnato le mie giornate.
Ma c'è poi una specie di timore nel dargli corpo attraverso la scrittura.
Valentina.
Valentina, è di lei che voglio parlare. E non so da dove iniziare, tali e tanti sono gli eventi che ha messo in campo in un arco di tempo che è insieme lungo e breve.
Per l'esattezza è entrata in azione nel millenovecentonovantacinque, un anno, per lei, ricco di avvenimenti e lungo come la sua traduzione in lettere.
In quell'anno infatti si è laureata si è sposata e alla fine di agosto ha messo al mondo Natalia, la prima figlia, lasciando me un po' disorientata. Infatti fino ad allora il suo nome mi era apparso come un segno del destino, tanto andava tranquillamente adagio.
Pianino senza fretta.
Quando giocava a pallacanestro il suo impegno era tutto rivolto ad evitare "pallonate" ma è un esempio solo divertente di come Valentina affrontava gli impegni delle sue giornate.
Con calma.
Il momento più bello della giornata, almeno per me, era il riposo del dopo pranzo, quando Marcella, Valentina e io, abbandonate sui divani leggevamo quotidiani e riviste. Ogni tanto alzavo gli occhi per guardare le mie figlie e sentivo di vivere in uno stato di grazia e di bellezza. Avvertivo la potenza dell'appartenere, noi tre, a un'unica sostanza, al legame più intimo che natura e conoscenza possano creare. Conservo ancora la memoria di quei giorni nei quali non c'era trinità più terrena di noi in sacra conversazione. Il mio sguardo avvolgeva in un'unica visione le nostre vite e desideravo che il tempo si fermasse lì. Immobile.
Sono rimasta sola perché Marcella e Valentina stavano costruendo le loro passioni e questo ha richiesto una separazione; loro due via da me nel loro paese, nel loro giorno nella loro ora.
E così è stato.
Valentina ha dato alla sua vita tranquilla una veloce accelerata e si è trovata in breve tempo ad abitare, con la sua nuova famiglia, al terzo piano di una bella palazzina.
Senza ascensore. La scala in compenso è ampia e luminosa.
Così da quel giorno del millenovecentonovantacinque, tutti i giorni, Valentina da sola o in compagnia sale e scende le scale.
Sale in compagnia di bottiglie piene, di sporte stracolme di cibo, di ceste contenenti panni puliti, di zainetti di varia forma e colore, ma tutti pesanti, abbandonati lì ai piedi della scala dai figli. Scende con bottiglie vuote, con ceste di panni sporchi, con i sacchi della spazzatura differenziata e con zaini, quelli sempre pieni di indumenti per attività sportive di tutta la famiglia o sempre carichi di libri. Naturalmente la mia descrizione si limita a un inventario approssimativo, perché poi gli accadimenti quotidiani variano spesso. Desidero però approfondire il via vai di panni puliti e panni sporchi.
Dal movimento grandioso di ceste stracolme di mutande, maglie, calzettini, pigiami, asciugamani, lenzuola, tute, sembra che quell'appartamento al terzo piano ospiti una marea di persone. Quando vado in bagno guardo la cesta degli indumenti sporchi e mi sembrano puliti, profumano anche, ma il loro destino è segnato.
Scendono inesorabilmente in cantina in una lavatrice eccessivamente efficiente, dove a temperature molto elevate vengono, per lungo tempo, sbattuti e centrifugati. Ne escono sfatti; alcuni rimpiccioliti, altri infeltriti e altri ancora mutati di colore.
Queste sviste, in una conduzione famigliare, sono previste.
Ritornano su puliti come erano scesi, ma alcuni di loro forse, geneticamente modificati. Nel corso dell'anno ci sono poi le varianti che superano di gran lunga la mia immaginazione limitata e prevedibile.
La realtà, quella sì, che è ricca di sorprese e di invenzioni inimmaginabili. E le giornate di una giovane mamma che abita al terzo piano in una casa priva di ascensore è colma di imprevisti.
Ci sono poi i cambi di stagione. L'operazione non ha né inizio né fine. C'è sempre qualche capo d'abbigliamento che rimane su quando Valentina è giù e viceversa. Ai primi segni di primavera ecco che scendono in cantina cappotti, piumini, piumoni, maglioni, stivali con pelo o senza pelo, borse vestiti gonne pantaloni invernali, sciarpe e accessori vari. Arriva poi "il colpo di coda dell'inverno che non vuol morire" e qualche cosa torna su. Tornano su insieme agli indumenti primaverili, non proprio estivi.
Sono gli abiti della mezza stagione che per molti "la mezza stagione non c'è più" ma per Valentina e per la sua famiglia ancora esiste.
Esiste per poco perché nel frattempo l'andare per scale viene arricchito dal trasloco Ravenna-Marina di Ravenna. Al mare Valentina e la sua famiglia abitano in una bellissima casa. Al terzo piano. Senza ascensore. Quello di Valentina è un destino segnato. Avendo le ali lei vola, sarà per questa ragione che nessuno l'aiuta. È noto che fare le scale fa bene alla salute. Senza pesi però. E qui invece assisto alla apoteosi del carico pesante. Penso che mia figlia con queste salite e discese sempre carica come un portuale voglia equilibrare il dono della leggerezza. Sale e scende senza colpo ferire; leggera come una piuma porta il suo carico pesante. A me, che sono la madre, tutti questi voli su e giù con i suoi pesi che sono tanti, preoccupano moltissimo e la invito a dividere - quei pesi - per quattro. "Come va Valentina?" E lei con il suo sorriso migliore "Va tutto bene, per fortuna che ci sono le scale, così faccio ginnastica anche quando non vado a correre".
Nel frattempo arriva veloce l'autunno e con l'autunno il ritorno a Ravenna.
L'evento comprende un altro piccolo trasloco e un altro cambio di stagione. Nasce così una nuova alchimia. Dal mare arrivano vestiti, costumi e accessori vari che si fermano in cantina. Dalla cantina parte l'abbigliamento autunnale che in ceste, gradino dopo gradino, viene depositato in ordine e ben stirato negli armadi del terzo piano. Sembra un'operazione semplice, elementare. Non ci sono mai riuscita. Ho tutto qui a portata di mano. Devo solo salire sul quarto gradino di una solida scala di legno "foppapedretti".
Ed è il caos.
In un appartamento dove fino al millenovecentonovantacinque abitavamo comodamente in quattro, ora che siamo in due ci stiamo stretti.
Ma ritorno a Valentina che per breve tempo ha vissuto solo con Andrea, poi è arrivata Natalia, dopo tre anni Federico e dopo quattordici anni, cioè tre mesi fa, è nata Allegra.
Così ora oltre ai cambi di stagione, ai piccoli traslochi, ai quotidiani sali e scendi con zainetti sacche sporte, con panni puliti e sporchi e bottiglie piene e vuote, Valentina vola su e giù con la parte superiore di una monumentale carrozzina che contiene naturalmente anche Allegra. Decine di chili viaggiano tra le sue braccia.
Perché?
Perché Valentina si carica di tanti pesi? Ci saranno sicuramente ragioni profonde. L'inconscio a volte ci fa scherzi imprevedibili.
Qui nessuno le richiede tanta fatica che come fiume in piena si dilata nella cura e nell'amore per figli e marito e nella passione per l'insegnamento.
Tutto ciò che la circonda, persone e cose, devono vivere in armonia e in un benessere che lei costruisce con il sacrificio di sé. Richiede solo un microcosmo riconoscente. Nei suoi confronti, gentilezza. Ecco quello che Valentina con i suoi pesi vuole.
La guardo in questa sua ultima impresa e vedo una figura potente che mantiene in vita il suo mondo facendolo prima germogliare e poi crescere. È la radice e l'origine di ogni cosa che la circonda. Ma in lei come in tutti e tutte noi c'è anche l'aspetto debole e se accade qualcosa che scombina tanta grazia e bellezza si ripiega su se stessa e su di lei scende la notte.
20 dicembre 2013
Ora Valentina abita in un palazzo di tre piani tutto per sé e per la sua famiglia.
Oggi pomeriggio è caduta dalle scale. Il corpo, come dice Claudia, manda i suoi messaggi ed è più intelligente della mente.