Nel passaggio dalla forma alla Metaforma, scopriamo Giulia Sillato, apprezzata critica d’arte italiana, di grande preparazione e riconosciuta esperienza. Ha dedicato la sua vita e il suo talento all’arte e alla ricerca artistica rivolgendosi verso quella contemporanea ma tenendo i piedi ben piantati nelle radici di quella antica, con una visione completa di tutta la storia dell’arte e delle tradizioni artistiche, anche popolari.
Il suo lavoro sempre minuzioso e preciso è rivolto alla ricerca appassionata dei dettagli e delle sfumature che legano le diverse tendenze artistiche al loro tempo, e queste stesse, ai periodi storici attraverso l’indagine delle forme e delle espressioni, nelle variazioni delle strutture nel tempo e nello spazio. La cultura popolare e i suoi diversi ambiti d’espressione hanno forgiato una materia di studio particolarmente interessante per la Sillato, che attraverso il rigore scientifico e l’interpretazione della realtà giunge alla visione della possibile convivenza tra arte antica e moderna. Persona vibrante e geniale, riesce a mostraci sotto un’unica lente il passato e il presente dell’arte, lasciando un segno ai prossimi studiosi.
Si laurea con lode nel 1970 in Storia e Filosofia dell’Arte con Ferdinando Bologna, primo allievo di Roberto Longhi (scuola Longhiana): due figure che avranno particolare influenza non solo nella sua formazione, ma anche nelle scelte e nel modo di osservare l’arte e gli artisti. L’arte prima che fattore sociale, è misura della passione personale, un modo di vedere ed interpretare la realtà.
La crescita personale avviene attraverso importanti esperienze sul campo, come la “Rassegna del mobile Regionale Italiano dal XV al XX Secolo”. Quattro anni di studi, ricerche e lavoro sul territorio nazionale che la portano verso l’analisi delle culture e tradizioni italiane, regione per regione, con accurati approfondimenti teorici e contatti con i più importanti musei nazionali.
Inizia a dedicarsi al mondo contemporaneo, terreno ancora vergine e inesplorato, bisognoso di contributi costruttivi: Achille Bonito Oliva con la Transavanguardia, Renato Barilli con i Nuovi Nuovi, Maurizio Calvesi con la Nuova Maniera Italiana, sono alcuni dei gruppi che insorgono come ultimi protagonisti della scena dell’arte del penultimo decennio del Novecento, e Giulia Sillato vuole scoprirne la percezione reale che essi hanno dello spirito della loro contemporaneità.
Dal ciclo delle Antiche dimore, all’Arte Contemporanea nei Civici Musei, attraverso il quale sperimenta il possibile nesso semantico tra l’antico e il moderno. Intuizione che sfocia in una vera e propria teoria in grado di collegare i linguaggi artistici moderni e contemporanei, alle forme artistiche nella storia dell’arte. Le speculazioni toriche si orientano verso il XX secolo e la ricerca dei segni dell’eredità del passato e lo spirito della contemporaneità.
Riesce a coniugare la conoscenza storica dell’arte con l’analisi approfondita e una chiara comprensione delle tendenze artistiche attuali, le fa dialogare in modo fluido e naturale, attraverso l’allestimento di esposizioni e mostre: cattura l’attenzione dello spettatore, come se inserisse una nuova sfumatura, un tocco preciso e mai banale.
Sono queste le premesse che portano alla formulazione del MetaFormismo®: una nuova matrice, assoluta e inedita; una nuova teoria visiva destinata a rivoluzionare gli orizzonti critici della storia dell’arte, presentata per la prima volta nel 2010 a Palazzo Ducale di Urbino.
Il grande amore per l’arte moderna
È proprio il grande amore per l’arte del Novecento che porta Giulia a lavorare in modo instancabile e divenire una fucina di testi: 36 cataloghi di rassegne, 2 monografie del MetaFormismo®, queste ultime edite da Mondadori. Dal 2011 ogni anno sul catalogo dell’Arte Moderna, ed. Giorgio Mondadori, presenta lo speciale Dossier del MetaFormismo®, inserendosi nel comitato scientifico. Giulia illustra i concetti artistici in modo accessibile, rendendoli particolarmente interessanti, tanto che i suoi scritti sono così diventati popolari e ricercati tra il pubblico e la critica.
L’Arte e il Tempo è il progetto ideato nel 2013 per Expo Milano 2015, presentato dal Prof. Stefano Zecchi. L’autrice si ispira al dialogo continuo tra passato e presente della pittura e della scultura attraverso le innumerevoli correlazioni tra gli artisti contemporanei e i grandi maestri del passato, questi ultimi sono ritratti in bianco e nero su delle grandi superfici; dominano la scena espositiva ognuno su uno specifico spazio in cui vengono disposte le opere che per linguaggi estetici, affinità tematiche, maggiormente si avvicinano al modello storico che diviene guida di lettura per l’osservatore.
Giulia sviluppa sempre più la sua teoria, sottolineando l’importanza di andare oltre la forma esterna delle opere d’arte per comprendere il significato più profondo, estraniarle dalla realtà, dando valore all’artista che non è dilettante casuale. Dalla teoria alla pratica, il MetaFormismo® è traghettato alla Biennale di Venezia. Nel 2020, è pubblicato il catalogo enciclopedico del MetaFormismo®. Dall’astrattismo storico ad oggi: la linea eterodossa del non figurativo in omaggio a Frantisek Kupka e Vailij Kandinskij. Il volume celebra i dieci anni di storia del MetaFormismo® e accompagna il gruppo artistico alla biennale di Venezia del 2021. A questo faranno seguito tutta una serie di rassegne in musei prestigiosi tra Europa e Stati Uniti. Giulia, così, riesce a dare dignità all’artista e proiettarlo verso una riconosciuta notorietà e fama.
Una nuova filosofia dell’arte: il MetaFormismo®
Con il MetaFormismo® nasce un nuovo concetto, una filosofia artistica che prima non esisteva, un nuovo stato dell’arte. Giulia vuole andare oltre quelli che sono i canoni artistici codificati fino a questo momento, mantenendo ben chiara l’evoluzione dell’arte, i concetti e i messaggi degli artisti fin dall’antichità, zoccolo duro del nostro presente, ma è rivolta alle opere e agli artisti attuali.
Giulia Sillato non si è accontentata di studiare l’arte, è voluta andare oltre, oltre le avanguardie che tanto hanno segnato un’epoca. In un momento in cui l’arte moderna sembra vacillare, lei cerca di ridare dinamicità, correttezza e rigore morale. Questo, non significa incanalare l’arte e gli artisti entro schemi rigidi e preconcetti assoluti, ma definire in modo scientifico l’osservazione oggettiva degli eventi e dei fenomeni artistici, le espressioni più intime dell’autore. L’arte è sempre mediata attraverso studi e rigore scientifico, nulla è mai lasciato al caso.
La parola deriva dalla fusione dei due termini greci: Meta, che significa oltre, e Forma. La forma diviene il mezzo per esprimere il contenuto, quindi -forma e contenuto-, sono indissolubilmente collegate; le forme che utilizziamo per rappresentare la realtà sono molto più che semplici segni o simboli, sono un modo per esplorare e comprendere il mondo e trarne una nuova visione, rendere nuove espressioni intimamente morali. Il MetaFormismo® diviene una nuova frontiera nell’arte contemporanea, capace di esplorare l’identità, la natura, la spiritualità, la tecnologia. Gli artisti sfidano le convenzioni e sperimentano nuove frontiere espressive; non sono ingabbiati in approcci dogmatici o ideologici. Questa espressione di flessibilità riesce ad attrarre molti autori lontani dal dilettantismo.
Il MetaFormismo® restituisce un principio teorico alla pittura non figurativa, si riferisce al principio linguistico unitario, diviene evoluzione moderna dei concetti di gruppo, corrente o movimento di artisti. La Metaforma è comune a tutte le espressioni artistiche del ’900, individuata da Giulia grazie alle sue analisi del mondo dell’arte contemporanea in relazione alla comunicazione, tra l’antico e il moderno, andando al di là delle espressioni che connotavano l’artista.
La nuova indagine critica approfondisce la forma e riscatta il nuovo secolo, salvando il messaggio che l’artista consegna alla sua opera, elevare il concetto alla visione della forma, attraverso il nuovo strumento che è il MetaFormismo® capace di leggere le regole anarchiche della realtà in cui la trasformazione diventa movimento, azione, riconosciuta dagli artisti.