Sempre più donne scelgono il mestiere della terra, si iscrivono alla Facoltà di Agraria, sono alla guida di aziende agricole. È un fenomeno in crescita.
È del 7 marzo 2023 la sesta edizione della Banca Nazionale delle Terre Agricole (BTA), che mette in asta circa 20mila ettari di terra, con una base d’asta di 260 milioni di euro. Per gli imprenditori agricoli under 41 è prevista una rateizzazione fino a 30 anni. Con questa opportunità molti più uomini e donne giovani si dedicheranno all’agricoltura, anche perché, come dimostrano alcune imprenditrici di cui raccontiamo, oltre all’agricoltura intensiva si può essere economicamente sostenibili con un’azienda agricola di pochi ettari, in cui, per di più, la sostenibilità ambientale è molto maggiore.
Nel 2017 fece notizia una avvocatessa, Valentina Corgna, che lasciò un lavoro ben retribuito di avvocato a Roma per tornare al luogo in cui aveva passato i primi tre anni di vita, e realizzarvi un sogno a lungo accarezzato. Con l’aiuto di un finanziamento di 170mila euro della regione Toscana, ripristina l'antica azienda agricola presente all'interno della proprietà, ereditata alla morte del padre nel 2007. Proprietà che comprende anche una villa di circa 3.500 metri quadrati, dotata di giardini all'italiana e di un bellissimo parco alle porte di Castiglion Fiorentino.
Il mio sogno è quello di ripristinare l'azienda agricola così com'era nell'Ottocento: mi dedicherò soprattutto alla produzione d'olio, inoltre coltivo già piante officinali e ho intenzione di reimpiantare vecchie varietà di ciliegio e alcune piante tipiche del territorio come il gelso e i fichi.
(Valentina Corgna)
Oggi, realizzato il suo sogno dell’Azienda Agricola Villa La Fontina, vi ha aggiunto un lussuoso agriturismo nell’ala restaurata della Villa. Ci rilascia questo commento:
Per vivere di agricoltura bisogna fare produzione intensiva, o coltivazioni particolari. La mia sostenibilità economica, dato quello che produco, viene dall'accoglienza.
(Valentina Corgna)
Al Taste 16, 2023, Massimiliano Tonelli fa parlare, nel talk Mi dedico alla terra tre imprenditrici agricole che hanno iniziato questa professione da non molti anni.
Alice Cerutti ci parla di Cascina Oschiena. Dal 2018 questa Azienda agricola è stata riconosciuta dalla Regione Piemonte e dalla provincia di Vercelli Riserva di protezione e ripopolamento della fauna. Dieci anni dopo che Alice, trentotto anni, coltivatrice diretta laureata in Economia Aziendale a Torino, ne aveva iniziato la conduzione. Nei fienili abitano indisturbati gufi e barbagianni, ottimi alleati naturali nella lotta ai roditori. Per favorire il ripopolamento della pittima reale, raro uccello migratore, è stata da lei creata l'Oasi Naturale di Cascina Oschiena.
Un’oasi ottenuta al posto di 25 ettari di risaie. L’importanza di conservare la biodiversità ha quindi guidato le scelte produttive. Si capisce che Alice Cerutti è figlia di una cultura dell’ambiente molto attuale, che si oppone allo sfruttamento del suolo con pratiche conservative. La Cascina, pluricentenaria, di cui la famiglia era proprietaria da generazioni, è stata ammodernata nel rispetto delle strutture esistenti. L’essiccatoio e i silos necessari per una risicoltura all’avanguardia sono stati inseriti con tutta l’attenzione ad armonizzarli con l’architettura storica. La stalla, che una volta ospitava i cavalli da tiro, è stata riconvertita in rimessaggio di trattori e attrezzature agricole.
L’efficientamento energetico è stato risolto costruendo una tettoia a pannelli solari, che permette l’utilizzo del suolo sottostante. Cascina Oschiena, funzionante dal 2012, ha il fatturato in attivo e assume nuovi dipendenti.
Il racconto prosegue con Silvia Cittadini e la sua Azienda Casale Della Riserva Torlonia 1. Piccolissima azienda agricola con produzione integrata “di quello che c’era”. Tre ettari di terra con un rustico del ‘600, che l’ente parco voleva rimanesse zona agricola, un polmone verde vicino a Roma. Perciò aveva rifiutato di venderlo a un’impresa edile. Silvia e Stefano l’hanno comprato tre anni fa. Sorge all’interno della riserva Torlonia, vicinissimo alle terme di Caracalla, praticamente al centro di Roma. Loro sono una coppia con tre figli. La molla all’acquisto è stata di offrire ai bambini una vita nel verde. Per realizzare questo progetto cambiano letteralmente vita. Silvia curava recensioni gastronomiche, lui, musicista, aveva creato una scuola di Musica nel centro di Roma.
Rendere produttivo questo pezzo di terra, di piccola estensione, sarà possibile, anche se non ancora nell’immediato, oltre che per l’entusiasmo che Silvia mette nel lavoro, per un insieme di attività e produzioni diversificate che stanno portando avanti in contemporanea nello spazio a disposizione.
Oltre a fare l’olio con 140 ulivi, piante che sono riusciti a recuperare dall’abbandono pluriennale, producono marmellate da piccoli frutti, impiantati da un anno, e da due vigne, anch’esse recuperate dall’abbandono. Con l’uva fanno anche una piccola quantità di aceto. Ma la produzione più importante è quella del miele millefiori. Silvia, che era digiuna dell’argomento, ha seguito un corso di apicultura che l’ha appassionata tanto da farne anche materia di didattica, aprendo l’azienda a bimbi dell’asilo e delle elementari. La posizione del campo, senza agricoltura industriale nelle vicinanze, procura alle api nutrimento con il polline di piante spontanee, che fioriscono da marzo a luglio, non trattate chimicamente. Qui le api non corrono il rischio di essere avvelenate, come ormai succede in molte località. Due piccole unità abitative sono in via di restauro per l’ accoglienza turistica, vista la poca distanza di questo piccolo paradiso dalla Capitale. Infine Silvia, che alleva tre asinelli, sta ultimando la sua preparazione per fare l’accompagnamento assistito, ludico e curativo.
Melissa Girardi è un altro esempio di donna che, cresciuta in campagna fin da piccola, si è preparata professionalmente per lavorare in questo settore da adulta. È nata in una famiglia di contadini, scesi dal Veneto durante gli anni ’30 in cerca di lavoro. Suo nonno bonificò la palude pontina per aggiudicarsi un podere. I terreni rubati agli acquitrini della palude si rivelarono molto fertili, grazie anche al clima mite. Lei è cresciuta aiutando i familiari nelle varie operazioni legate, in campagna, al trascorrere delle stagioni: in agosto facevano la “pomarola” coi pomodori maturi, da usare tutto l’anno. Se il raccolto dell’orto era superiore al consumo, venivano confezionate conserve e sott’oli, riposti in dispensa. A ottobre novembre venivano raccolte le olive. Dalla frutta, ciliegie fighi albicocche pesche nespole gelsi, in annate molto produttive, si facevano confetture o succhi di frutta.
Laureatasi in economia (Management e diritto di impresa) alla Sapienza di Roma, nel 2016, con il supporto del marito, ha aperto un’azienda agricola. Ha iniziato coltivando kiwi. Poi ha messo su un piccolo orto stagionale. L’azienda si estende per circa 9 ettari. Lei si è fatta certificare Bio fin dall’inizio. Quindi le coltivazioni utilizzano solo concimazioni naturali e insetti utili per proteggere le colture. Pratica la rotazione colturale, necessaria per mantenere fertile il terreno.
Melissa produce ortaggi stagionali con cui confeziona cassette miste. Sono invernali spinaci, broccoletti, biete, scarole, broccoli, verze, finocchi, cicorie ed estivi zucchine, pomodori, cetrioli, melanzane, peperoni.
Sostiene con forza che la bontà dei prodotti è dovuta principalmente alla stagionalità. Come darle torto: i prodotti cresciuti in serra, come ad esempio certi pomodori, hanno la consistenza del vetro e non sanno di niente…
Nell’orto è stata inserita anche la produzione di fragole, le uniche coperte da una serra per evitare che la pioggia le sciupi. La raccolta delle fragole avviene tra fine aprile e primi di maggio. Vengono messe a dimora a settembre ottobre dell’anno precedente.
Ristabilire i ritmi naturali e non forzare la crescita è ciò che distingue questo tipo di agricoltura da quella industriale, a tutto vantaggio del gusto e della salute. Infatti Melissa si è creata una clientela affezionata. Un anno fa ha comprato altri tre ettari per incrementare la produzione degli ortaggi e diversificare le produzioni. Un ettaro sarà adibito a uliveto con un piccolo allevamento di galline ovaiole per sodisfare le richieste di una gamma maggiore di suoi prodotti da parte dei clienti. Comprare nuova terra fa capire che l’azienda è in attivo. Quindi, essendo Bio, è sostenibile da due punti di vista, quello ambientale e quello economico.
Intervistate sulla maggiore difficoltà che hanno incontrato nei loro vari percorsi, le imprenditrici hanno tutte risposto incredibilmente che l’ostacolo maggiore è rappresentato dalla burocrazia. Montagne di carte per aprire la propria azienda al pubblico o anche semplicemente per installare dei macchinari necessari a svolgere attività di produzione.
Note
1 La forma giuridica della società Casale Della Riserva Torlonia Di Silvia Cittadini è "Impresa Individuale - Individuali o assimilabili o non iscritti al RI". Ortofrutticoltura.