Quante volte ci siamo ritrovati a sognare ad occhi aperti. Ci piace, ci fa…“sognare”. Ci immette in un processo di benessere psicofisico come quando si gioca senza rendersi conto che quel gioco è qualcosa di veramente serio fino al punto che siamo così dentro il sogno che crediamo sia vero.
È un sogno e come tutti i sogni, alla fine, quello che sembra vero, nella realtà del vivere quotidiano è qualcosa dal quale prima o poi ti svegli. È dentro il sogno ad occhi aperti che hai attivato la speranza di qualcosa che vorresti. Il sogno ad occhi aperti ci fa avviare l’immaginazione e questa appartiene a più segmenti della nostra vita. Appartiene principalmente a chi ama e che con l’amore dà vita all’innamoramento.
Si, perché io la penso in modo diverso da molti che ritengono che prima ci si innamora e poi ci si ama. L’ho scritto nell’articolo precedente, prima si ama e poi ci si innamora perché l’innamoramento è l’estensione del sogno dentro la realtà che ti fa gioire. Amare ogni singola sfumatura inventando un gioco nuovo in ogni istante e in ogni cosa che fai vi è dentro il Ti Amo di più.
È quando ami e ti innamori che entra in gioco il sogno e l’immaginazione. È questo che ti fa produrre ogni azione che serve a sublimare il sogno stesso in cui dentro ci hai messo te stesso e l’altro. Chi ama sogna! Ma arriva il giorno in cui ti svegli dal sogno sia se è fatto ad occhi aperti o chiusi.
Si, è vero, lascia il segno svegliarsi da un lungo sogno ma non è un segno che fa male. Ciò che era inconscio è diventato conscio e il risveglio lo porta alla consapevolezza. È quando arriva quest’ultima che impari a comprendere te stesso e a saper discernere da subito dove inizia il sogno e dove inizia una realtà che non esiste ma che hai creato dentro il sogno ad occhi aperti.
Quando confondi il sogno con la realtà, o credi di poter vivere nel sogno, devi saperti aspettare e gestire la durezza della verità che si palesa. Questo non significa che un amore che ti catapulta dentro il sognare si può dissolvere. Non significa che non è vero ma è vero solo dentro di te ma non siamo solo dentro ma dentro e fuori. Non credo nemmeno che si disperde perché la freccia di cupido è scoccata ti ha colpito e non torna indietro, resta nel tuo cuore. Non si può nemmeno cancellare perché ormai è scritto nella memoria cellulare del corpo fisico, nel corpo animico, fa parte di ogni cellula dell’esistere. Sai, però, che devi fare lo switch.
È iniziato un nuovo anno e questo è l’anno in cui bisogna concludere con tutto ciò che appartiene agli anni passati e dare vita ad un nuovo giorno. Adesso sei nel nuovo giorno, sei nella consapevolezza che tutto ciò che appartiene al passato è come il futuro. Non ti appartiene. Devi vivere il momento presente.
All'inizio sarà un momento quasi di solitudine, di smarrimento. Potresti avvertire come se qualcosa si è sbriciolato e che questo qualcosa però non ha interrotto tutto ciò che l’anima ha sentito nel momento passato dove il sogno era realtà sognata.
Ti trovi davanti ad una frammentazione dell’anima. Immaginalo come un vaso che si è rotto. In Giappone esiste una tecnica che serve a riparare. Si chiama “kintsugi” che significa riparare con l’oro. Quando un vaso si rompe in più pezzi, va da sé che la cosa più logica da fare è quella di raccogliere i cocci e buttarli via. Magari siamo arrabbiati perché quel vaso conteneva cose che noi riteniamo preziose che vediamo spargersi irrimediabilmente ovunque senza che si possano recuperare. Se pensiamo, invece, che in qualche modo si possa riparare allora lo facciamo con della colla, con un adesivo che resti invisibile perché non deve vedersi ciò che si è rotto. Sta male e preferiamo nasconderlo anche a noi stessi.
I giapponesi, invece, raccolgono i cocci e li ri-mettono insieme usando come collante un composto a base di oro che evidenzia le rotture che il vaso ha subito. Le “cicatrici” diventano un elemento prezioso che fa di quel vaso un oggetto completamente unico e nuovo e ancora più forte di prima. Le cicatrici dell’anima sono come questa descrizione, esistono ma dobbiamo farne dei punti di forza per andare nell’oltre. Delle cicatrici dell’anima ne ho parlato nell’articolo perché è possibile curarle.
Mi viene in mente un passaggio del racconto de Il Piccolo Principe “Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che ce ne faremo. Ma questa è la condizione stessa dell’esistenza. Farsi primavera, significa accettare il rischio dell’inverno. Farsi presenza, significa accettare il rischio dell’assenza…” (Antoine de Saint-Exupèry).
Guardare a quel vaso che si è frantumato e ricomporlo deve servire da stimolo con il discernimento per tenerlo dentro di te ma sapendo andare “oltre”.
Vai oltre per trovare la strada che ti porterà fuori da un sogno che non può e non vuole esistere nell’oltre.
La consapevolezza che dopo il sogno giunge il risveglio serve a comprendere il conflitto tra il cervello testa e il cervello cuore. Quello spazio definito “coerenza cardiaca" non è più tale. La mente è libera dal flusso del volere del cuore. Questo mantiene la sua ragione dentro il conflitto con la mente e la ragione del cuore litiga con chi non la conosce. Cuore e cervello non si parlano più. Non serve nemmeno l’introspezione perché ti non ti aiuterebbe se non a generare confusione. Ragioneresti con la testa e perderesti il cuore. Penseresti di aver mendicato e che l’amore non può essere elemosinato.
Osho, nel libro “Con te e senza di te” dice di dare e restare semplicemente a vedere cosa accade. Accade quello che deve accadere. Accade che l’universo ti sveglia nella realtà, che l’universo ti dice che tutto ha un inizio ed una fine. Lo stesso universo ha un confine pur essendo dentro l’infinito.
Ti accorgi che l’altra/o non era la bella addormentata ma eri tu che avevi bisogno di essere svegliato. È come quando ti svegli di soprassalto. Apri gli occhi e per un momento sei ancora stordito. Ti guardi attorno, sai di essere sveglio ma anche che il sogno che stavi facendo sembrava vero. Stropicci gli occhi, metti gli occhiali perché è solo l’invisibile che non è visibile agli occhi perché sei nella realtà fuori dal sogno. Basta guardarla. Ripensi al sogno sapendo che sono le favole che hanno in sé la verità ma ti alzi e hai davanti a te il dover andare alla ricerca della soluzione di come spegnere quel sogno.
Bisogna liberare la mente dalla presenza dello “zahir” e lasciare che resti solo in un angolo nascosto del cuore. Rimarrà lì tra un battito e l'altro come la cosa più bella anche se a questa cosa più bella non sai più dare un nome. Devi rimuovere il pensiero, il chiodo fisso. Non puoi tornare ad essere quello che eri perché sei cambiato e non puoi nemmeno pensare al classico chiodo scaccia chiodo. Devi creare un nuovo spazio. La mia amica la Dottoressa Evelin Marchiori, Gestalt Counselor dice: “...nel mio spazio, che si fa sacro per te, mi svuoto di ciò che sono, di ciò che credo giusto o sbagliato e lascio che l’alchimia dell’amore agisca nel mio cuore, e io possa così diventare per te strumento di nuova consapevolezza, di evoluzione, di perfetto riflesso della tua verità.”
Allora cosa fare? La saggezza Buddhista consiglia che quando non sai cosa fare allora non bisogna fare nulla. Bisogna dare tempo alla mente di ritrovare un nuovo equilibrio. Bisogna lasciare che il cuore riprenda la comunicazione con la mente. Bisogna lasciare andare. La cosa migliore è imparare a vivere ciò che ti giungerà nella ricerca della vibrazione d’amore che magari ti sta cercando e che tu non vedi. La cosa migliore è vivere il qui ed ora. “Carpe diem quam minimum credula postero” ha lasciato detto il filosofo Orazio. “Cogli l’attimo confidando il meno possibile nel domani”. È dentro il nuovo attimo che ti si presenta che può esistere il “per-sempre”.
Finisce così tutto ciò che hai celebrato in ogni singolo respiro, sguardo, battito del cuore? Esiste veramente quello che hai sognato?.... L’amore non è un’idea né un pensiero ma deve diventare un atto da condividere e non ha un tempo. È l’uomo che invece ha un tempo e, come scritto nella Bibbia, c’è un tempo per ogni cosa. C’è un tempo per amare e un tempo per lasciar andare. Quando giunge il tempo del lasciar andare è perché è arrivato il tempo di comprendere che la felicità è dentro di te. La felicità è uno stato dell’essere dentro di te che non puoi ricercare fuori da te.
Bisogna lasciare andare tutto ciò che è stato per andare incontro ad un nuovo anno, ad un nuovo giorno. Guardati dentro, guardati intorno perché è giunto il momento del non ritorno da ciò che non ti ha voluto appartenere per andare nell’Oltre. Quel sogno lo farai continuare ad essere lo stesso luce che a distanza e nel silenzio delle parole illumina con l’amore per illuminare d’amore e nel silenzio delle parole sarà come sentirsi dire “Ti auguro di riuscire sempre a vivere una favola…e continuare ad essere un sogno vero.” Inizia così un nuovo giorno come primo capitolo di qualcosa che saprai lo stesso rendere speciale. Chiediti soltanto: “Ne è valsa la pena? Si, ne è valsa la pena! Sarai il nuovo uomo/donna ri-svegliato/a e comprenderai che esisti senza bisogno di chiederlo. Insieme, nello spazio senza tempo saprai essere quel “Sei Amore” che tutto può, che tutto avvolge e coinvolge…anzi, di più! Ssshhhhh…