Dietro l’evento c’è la mia passione per le foglie d’autunno, per il Parco della Pace e nel parco, il mosaico pavimentale “L’albero della Vita” di Mimmo Paladino. Ci sono poi amiche e amici che per me continuano a fare miracoli “…hanno abbandonato la loro arte per andarsene all’arte…”. E fin qui è stato già tutto detto.
Quando mi concentro nella realizzazione di un progetto che da molto tempo mi percuote la mente, la passione iniziale compie la sua metamorfosi e diventa pura e ossessiva fissazione e certo, amici e amiche, non possono fare altro che rispondere. Così hanno fatto Edoardo e Rosanna, quando mi hanno suggerito di presentarlo a Daniele che stava organizzando la biennale del mosaico.
L'antefatto
In quel periodo, per l’esattezza, il 31 agosto, i figli di mio fratello in occasione del cinquantesimo anniversario di nozze dei genitori, organizzano a loro insaputa, una cena in un luogo sperduto nelle colline cesenati -gli agriturismo, sono tutti in luoghi sperduti con l’ultimo tratto di strada sterrata sempre in una salita che non sai mai se ce la fai- con una trentina di parenti stretti. Marcella e io dopo qualche svista riusciamo a raggiungere il luogo e mi rendo conto che praticamente ci troviamo alla ripetizione del matrimonio avvenuto cinquant’anni prima: gran cena, regali importanti e discorsi e poesie e persone che non vedevo da cinquant’anni, appunto.
Mi sento un po’ fuori luogo perché non sono soddisfatta dei ritratti che ho realizzato per i due festeggiati ed è passato troppo tempo per conversare amabilmente con i parenti della sposa. Marcella ed io siamo preoccupate per il rientro quindi ce ne andiamo per prime. Fuori buio totale, ma Marcella riesce a raggiungere l’E45 e imboccata l’entrata pensiamo di essere ormai fuori pericolo, circondate, come siamo, dalla pianura illuminata. Ma l’E45 è una specie di maledizione divina, che riesce a superare di gran lunga le salite sterrate di tutti gli agriturismi riuniti per via dei suoi sempre presenti lavori in corso, che si materializzano come funghi dopo la pioggia: all’andata tutto bene, al rientro invece dopo 5 km, ecco che ci risputa fuori. Tentiamo di rientrare un po’ più a valle, ma niente, senza segnaletica adeguata siamo di nuovo fuori, più vicine a Forlì che non a Ravenna: così, per ritornare a casa, abbiamo impiegato 2 ore.
A mezzanotte, finalmente a letto, ma sveglia e in cerca di rivoluzioni compensatrici dopo la disfatta subita dalla superstrada, dopo l’inadeguatezza nelle feste degli anniversari, dopo l’incapacità di conversare amabilmente e il pensiero sempre presente dei ritratti non riusciti, ho seguito il consiglio di Rosanna e di Edoardo; ho scritto il progetto direttamente sull’iPhone, a mezzanotte un quarto l’ho inviato a Daniele e dopo 5 minuti Daniele mi ringrazia per la bellissima proposta.
Attacco di panico, devo essere operata all’alluce sinistro, rimando al prossimo anno. Rosanna si impone “O quest’anno o mai più”. E allora vada per quest’anno.
Sempre nella notte che scende - o sale? - verso il primo settembre la mia mente ricompone le azioni e ritrova le persone amiche che hanno già lavorato e collaborato per altri eventi. Alcune le ho perse di vista con altre ho mantenuto rapporti amichevoli. Ce la farò a riformare il gruppo che guiderà nei movimenti ragazze e ragazzi, che orienterà i suoni, le immagini, il video, la documentazione fotografica, la sistemazione delle foglie? Certo che ce la faccio.
Ecco Monica, la mia amica insegnante di danza, ha già lavorato per me, è talmente brava che è una garanzia, la segue Paola, anche lei ballerina, insegnante al Liceo e porterà pure parte di una sua classe, la V ART, poi Daniela altra insegnante con sua figlia e infine mia figlia Valentina con la V A, la classe che l’anno scorso realizzò il mosaico della Pace elaborando un particolare di un’opera presente nel Parco. Ci saranno poi Sara che seguirà le prove con la macchina fotografica e suo marito Riccardo che curerà i suoni, ma saranno tutti e due disponibili per qualsiasi altro intervento.
In dieci anni ho realizzato 4 eventi all’aperto, questo è il quinto. Sara e Riccardo ci sono sempre stati: sono “la famiglia di artisti”. All’inizio ho conosciuto Graziella, l’origine di tanta creatività e madre di Sara. Graziella è stata l’amica delle mie stagioni d'Alcione, con Sara e Riccardo continua ad essermi qui vicina. Con le collaborazioni mi sembra di aver concluso, se il sonno fosse disposto a stendersi accanto a me, per ora potrei anche dormire.
Nei giorni seguenti, vengo travolta dalla richiesta da parte della Rassegna Ravenna mosaico 2022 di compilare un format di 400 battute in italiano e in inglese e se non l’avesse compilato mia nipote Natalia, sarebbe saltato tutto il progetto. Non solo scende in campo il format, ma ecco prendere forma la liberatoria e altre richieste burocratiche da parte del Liceo Classico. Queste richieste hanno creato, non solo a me, panico e scompiglio. Tranquille solo le insegnanti, abituate a questi percorsi accidentati.
Rosanna ed Edoardo, in questo evento hanno lavorato di fino come raccoglitori di foglie, ma hanno lavorato di fino anche con i loro suggerimenti fondamentali per la realizzazione generale: sono loro che trovano gli aspetti mancanti, tra questi la realizzazione di un video. È Edoardo che mi dice: “Ho un amico che vuole fare a tutti i costi le riprese, anche gratuitamente; è Randal”. Randal. Randal, io l’ho conosciuto.
L’ho conosciuto a casa di Elena, quando tutte le strade conducevano lì, in quella casa miracolo, in quel crocevia degli esseri più imprevedibili e più improbabili. In quella casa che si ritraeva per poi espandersi a seconda degli umori di Elena. Tempi della memoria, non so dire gli anni. So solo che nelle calde serate, ci guidavano i giochi della mente e il benessere dei corpi con cibi sempre particolari ma squisiti e sguardi che promettevano ciò che raramente poi accadeva. Ci sentivamo ancora onnipotenti. Per poco tempo ancora eravamo smisurati ma con Fidel ed Elena, i progetti si realizzavano. Eravamo guidati da pensieri e azioni rivoluzionarie, convint* che era ancora possibile cambiare in meglio non solo le nostre vite.
In queste serate Randal l’ho intravisto poi è sparito come capitava spesso a casa di Elena: amiche e amici che arrivavano, lì si fermavano per un po’ di tempo per poi ripartire. Come spesso accade, all’apice del nostro sentirci forti e potenti sfioravamo già il precipizio. Tutti giù per terra, è appunto quello che voglio realizzare in positivo, dopo decine di anni di vuoto, di morte, di dolore, di malattie. Elena non abita più quella casa e penso non abiti più neanche qui a Ravenna. Ma a volte accade che ci si rincontri. Persone che ho appena sfiorato tanto tempo fa sono ritornate per collaborare ad un mio lavoro, in questo caso alla realizzazione del video.
Ho rincontrato Randal un mattino di sole al Parco e ci siamo riconosciuti. Credo sia un perfezionista estremo di una gentilezza squisita. Ho impiegato un po’ di tempo per spiegargli, quello che poi anche lui ha realizzato. Si trattava di riprendere solo quattro azioni. Protagonisti studenti del Liceo Classico. Nessun passo di danza, nessun suono che non fosse legato al vento, al fruscio delle foglie. Un quasi niente rapido e veloce. Contraria a tecnologie inquinanti le riprese poteva realizzarle anche con l’iPhone. Lo dicevo soprattutto per tranquillizzarlo. Randal mi ha detto sempre “Si ho capito” poi ha visto i ragazzi e le ragazze in azione e nonostante ciò è arrivato con quattro amici che hanno piazzato cineprese in alto, in basso, al centro, di lato. E non contenti sono ritornati a riprendere la voce narrante e alcuni suoni.
Durante le prove poi passa Marcello che in cinque secondi mette in luce le mie “distrazioni”, le mie disattenzioni che sono sempre tante. Ma lui passa. E questa è per ora, nel momento del caos, l’unica certezza. Un esempio. Marcello: “Per raccogliere le foglie ci vorrebbero sacchi di plastica, quelli condominiali. Io: “Li ho qui, nella sacca delle bicicletta, sacchi e guanti.” Marcello: “E allora, perché i ragazzi le stanno raccogliendo con le mani?”
E ora continuo riportando, allungando o accorciando le vie dell’arte e non solo, che stanno seguendo amiche e amici per approdare alla passione che è ciò che accomuna l’andare per arte.
Il gruppo dove Randall lavora si chiama No comment production. Alle riprese hanno partecipato: Operatori di ripresa: Giuliano Cobianchi, Randall Harb Microfonista: Rinaldo Imolesi Riprese mobili: Claudia Marinoni Post produzione e regia televisiva: Amedeo Somma.
Ho chiamato anche Angelo Segurini, il poeta vivente, che ha ripreso e fotografato la realtà: il lavoro ai bordi e fuori dall’evento.
Sara Maioli fa parte della famiglia d’artisti e il suo “andar per arte” comprende in egual misura danza, suono, fotografia, incisione e progetti che riguardano l’arte di bambine e di bambini. La sua strada, partendo dall’Accademia di Belle Arti di Bologna, attraversa la University of the West of England - Bristol, Inghilterra. A Palermo, poi ha imparato le tecniche di lavorazione del legno e del teatro di figura presso la Scuola per pupari e cuntisti di Mimmo Cuticchio. Dal 1995 lavora con la compagnia teatrale Drammatico Vegetale / Ravenna Teatro, attraversando vari ruoli lavorativi: scenografia, animazione in scena e organizzazione.
Per Riccardo Galeati, “andar per arte” comprende suono, immagini, parole, gesti. Si divide tra invenzioni musicali che attraversano tradizioni di diversi popoli, dalla Sicilia al Medio Oriente, dal Blues alle Tarantelle, dalle canzoni d’autore alle invenzioni sperimentali. Parte dal diploma in Grafica presso l’ISIA di Urbino - è un grafico molto bravo - e alterna lavori di art direction e musica. Collabora alle idee teatrali di Sara. Insieme hanno creato la compagnia riga&sara e realizzano spettacoli, laboratori, manufatti musicali per bambini e per adulti.
Altro impegno, questa volta insieme ad alcuni amici, è l’Associazione ravennate Amici della Tammorra che dal 2008 si occupa di stage, corsi, concerti di musica popolare e dal 2018 infine, -ma quell’infine è giusto il tentativo di uno stop da parte mia, perché in loro vedo solo crescita di passioni- curano il festival internazionale di musica popolare e teatro d’imprò “Oh! festivà”.
Monica Marcucci è danzatrice, coreografa, insegnante di danza, appassionata del metodo Feldenkrais. Dopo aver visitato il centro Paolo’s Home nella slum di Kibeira (Nairobi) grazie a Cittadinanza Onlus, dal 2012 fa parte di questa organizzazione che si occupa di salute mentale in Paesi poveri.
Paola Barbaro è docente di lettere. Ha studiato e studia danze e ballo. È attivista per i diritti umani in Amnesty International.
Rosanna Savorelli è l’amica che ha reso, di fatto, con i suoi consigli, le sue indicazioni, possibile il lavoro. Ha una vocazione particolare per la perfezione e al momento di sistemare il tappeto delle foglie era partita ricoprendo l’Albero della Vita con foglie rosse e gialle di un albero vicino. Se l’avessi lasciata fare saremmo andate, di molto, fuori tempo massimo, ma il manto di foglie sarebbe stato visivamente come io l’avevo visto e l’avrei voluto. Oggi è il 9 dicembre, sono andata al Parco della Pace e piovevano, sull’ Albero della Vita, foglie d’oro e di rosso corallo, come avremmo voluto Rosanna e io.
Edoardo Missiroli, è un bravissimo mosaicista e un amico generoso e disponibile. Troppo. Negli anni ‘80 ha partecipato alla realizzazione dell’Albero della Vita. Lo ricorda com’era in origine e mi dice: “Era a colori, adesso ne mancano pezzi ed è in bianco e nero, ma hanno sbagliato ad usare collanti e materiali”. E io gli rispondo “Se fosse stato a colori non avrei fatto le Azioni qui. L’ho scelto perché perde pezzi ed è in bianco e nero come questa nostra vita maledetta, oggi”.
Insieme a Paola Barbaro ci sono le insegnanti del Liceo Classico “Dante Alighieri” di Ravenna: Federica Busa, Valentina De Logu, Daniela Mandrioli. Con loro prende corpo l’elemento che tutto collega, Amnesty International compresa, ed è la passione. Queste insegnanti, che finite le lezioni accompagnano senza alcun riconoscimento, alle 14.30, studenti già sfiniti e partecipano pure alle Azioni e creano le motivazioni necessarie per fare arrivare ragazze e ragazzi, dopo 5 ore di lezioni, fino al Parco, ha del miracoloso per una realtà contemporanea che rimuove il corpo. Ne parlerò più dettagliatamente nel prossimo racconto che tratterà la realizzazione dell’ “Eleganza dell’essere distesi”.
E così sono arrivata all’elemento che tutto unisce, ed è proprio la passione. Mi ci metto anch’io che ho rimandato, per realizzare l’evento, l’intervento all’alluce sinistro, ma in me è sempre presente la volontà di rimandare più in là possibile, visite mediche, analisi, e soprattutto interventi. E prendo come simbolo della passione per la danza lo studente Andrea Pieri, che solo, in disparte, ha frequentato tutti gli incontri al Parco.
Marcello Landi, l’amico “che passa” è un artista e un appassionato testimone di ciò che accade a Ravenna nel campo della cultura e dell’arte, presidente dell’Associazione Dis/ORDINE ed ex Dirigente scolastico del Liceo Artistico.
Infine, Daniele Torcellini, responsabile della Biennale Mosaico, insegna all’Accademia di Belle Arti, ha curato la mostra al MAR “Prodigy Kid” ed è l’amico che ha reso possibile l’evento.