Settembre, una sorta di sospensione temporale in cui le direzioni energetiche dell’anno si invertono. È un periodo di equilibrio e bilanciamento tra le luci e le ombre che può ispirare a trovare nuove dimensioni anche nell’equilibrio interiore.
Ancora frastornati dal caldo estivo, dalla pausa del nostro raccolto interiore, ci addentriamo in questo periodo, per mettere ordine: tutte le volte che siamo in quello stato confusionale dopo le ferie dove si sospendono le attività cognitivamente impegnative per rigenerarsi, oppure dopo un periodo intenso di lavoro, studio o cambiamenti, la sensazione è l’instabilità emotiva, come quando in mare la barca barcolla. Riprendere costa energia fisica e mentale. Settembre aiuta proprio a questo, è il periodo per iniziare a ristabilire connessione con le cose in sospeso.
Possono passare diversi giorni per rientrare nel mood, degli impegni lavorativi, famigliari, riaprire il cassetto dei progetti perché un certo filo energetico ci lega ancora alla sospensione.
Si sta bene sospesi, è tutto molto ovattato, a volte si riesce a percepire leggerezza, come essere sopra una nuvola, ci si concede il non-fare, ci si concede il “farò. Ora non ci penso. Stacco”.
Meraviglia. E non ci sentiamo nemmeno responsabili nel “dolce far nulla.”
Ma mi dispiace caro lettore risvegliarti da questo tepore mentale, le energie necessitano della tua intenzione per ripartire, si perché senza l’intenzione, la massa di energia che governi rimarrà statica. L’intenzione concentrata nell’attenzione di ripartire, cambiare, modificare, governare la realtà, visualizzare il tuo presente e primo futuro: cose dette e ripetute, lanciate in “campo” da un certo Dr. Einstein sono sempre valide.
Il problema è che ci si dimentica troppo spesso che nessuno, oltre a noi stessi detiene la facoltà di attivare quelle energie: rimanere nella zona confort è abitudine umana.
Cosa ci fa rimanere nella zona confort? A volte è la comodità di sentirsi sicuri nelle azioni quotidiane, poco sforzo cognitivo, poco mettersi in gioco, accontentarsi.
Alcuni preferiscono rimanere così e va bene. Altre persone vivono quel fervore interiore, come un intenso motorino di avviamento che ricorda di essere infiniti nelle potenzialità creative, infiniti nel poter creare ciò che si immagina. Questo non significa che gli ostacoli non ci siano, a volte per arrivare alla meta, bisogna cambiare rotta, anche sospendersi.
Il punto è: vuoi realmente guardarti dentro e superare le tue resistenze? Puoi realmente cambiare qualcosa nella tua vita, ripartire, ricreare affrontando i tuoi limiti, difficoltà, insicurezze?
Credo che questo sia il motivo che in certi momenti della propria vita si procrastina al domani, non si impara l’essere resilienti, tanto meno ci si guarda dentro.
Dico sempre “gira la telecamera verso di te, le risposte sono li, se guardi fuori sono solo compensazioni”. C’è chi fugge e va bene, c’è chi rimane e salta in groppa alla barca e la guida, con la propria intenzione: le tecniche poi sono infinite, parlo spesso di Ri-programmazione, ma non è questo il punto.
Il punto è l’intenzione. Partecipazione della volontà e dell'intelligenza nel decidere e compiere un'azione. Chiediti: cosa blocca la tua intenzione?
Spesso non si è abbastanza stimolati, oppure in realtà quel cambiamento, progetto non è in linea con le nostre più alte aspirazioni oppure si ha troppo in campo, troppe idee e si fa letteralmente casino. Sì, perché l’Universo rimanda a noi, in termini energetici e concreti ciò che emaniamo: più la nostra intenzione ha un’attenzione verso un progetto preciso, il risultato sarà il vederlo realizzato nella realtà. Lanciare in campo miliardi di idee senza struttura, torneranno indietro miliardi di realtà senza struttura. Emanare e concentrarsi verso un fallimento, le energie convoglieranno a ridarti quello che che emani, ossia fallimento.
Ci vuole intenzione, intenzione per cambiare, per ricreare. Ecco perché parlo di Ri-programmazione. Il nostro cervello, intimamente connesso con la materia dell’Universo, è infinito nelle sue potenzialità, in completa interconnessione energetica è d’altro canto, abitudinario: goloso di zuccheri, più si mangiano più li richiede, più sfrutta i canali energetici associati alla nostra non-realizzazione, tenderà a riprodurre comportamenti in risonanza con la non-realizzazione e molte molte altre inter-connessioni con i nostri sistemi e la materia attorno a noi.
Non è New-Age. È Scienza. Neuroscienza, e qui lancio un inchino infinito di onore al merito. Con questa nuova consapevolezza possiamo utilizzare la creatività umana per poter ricreare il nostro equilibrio interiore: ho imparato negli anni anche dai fallimenti, a fare ordine. Poche idee e pulite. Poche intenzioni e ben condite giornalmente visualizzando ciò che avevo in mente.
È cosi che è arrivato il mio attuale compagno con le caratteristiche che desideravo, è così che ho costruito la mia professione in quel luogo, con quel tipo di ambiente, è così che costruisco i miei progetti.
Sembra un atto magico, probabilmente lo è e se non si prova non si può capire: ci vuole perseveranza e disciplina e una grande fiducia in sé.
Capita spesso di andare in confusione e me ne accorgo perché attorno a me genero un campo energetico di carenza: meno lavoro, meno senso di ricchezza interiore, più frustrazione, più l’aggrapparmi a idee senza struttura o a situazioni con energia bassa che scarica, compresi i rapporti umani.
Ciò che si emana si attrae e siamo noi che accendiamo il generatore o lo spegniamo. Tutto il resto sono scuse o finzioni.
Siamo fatti di magia e la possiamo ricreare dove poniamo di più lo sguardo ed i progetti, la vita sarà ricca di quella magia, ricca di noi.
“Tu sei fatto della stessa materia di cui è fatto l’Universo” Sei pronta/o a guidare la barca o rimani ancora un po' distesa/o sulla nuvola?