Quando la voglia di riscatto di un giovane incontra la forza di volontà, i sogni diventano realtà.
Curioso per natura, appassionato da sempre di tecnologia, Armando Perrone, fin da quando era bambino aveva un sogno: rendere i suoi genitori orgogliosi dell’uomo che sarebbe diventato. E così lascia la sua terra natale, saluta la sua famiglia e abbraccia per l’ultima volta la sua adorata nonna dopo averle fatto una promessa: non sprecare nemmeno un minuto della sua felicità per accontentare gli altri. Esperto in Strategie Digitali, Opportunità di Vendita e Risoluzione dei problemi di grandi aziende, Armando Perrone arriva a Roma e fonda un nuovo concept di azienda, un gruppo imprenditoriale che mette le persone, le loro storie e la loro formazione prima di ogni altra cosa. Prima della famosa esperienza diretta sul campo richiesta ai neo diplomati o neo laureati, prima della fastidiosa raccomandazione che apre tutte le porte.
Con l’unico obiettivo di mettere insieme grandi team per grandi progetti.
Ed è così che nel 2019, appena 23enne, dalla sua visione imprenditoriale nasce la Leonardo Leone Group, un’azienda di Evoluzione Personale e Professionale che in soli due anni e mezzo diventa un Gruppo Imprenditoriale insignito del Premio Eccellenza Italiana dall’imprenditore Tonino Lamborghini per aver registrato il più alto tasso di crescita in Europa durante la pandemia. Il suo Gruppo ospita diverse aziende in differenti settori merceologici: da un franchising di oltre 17 centri estetici ad una catena di ristoranti, da una web agency ad un e-commerce ed ad una piattaforma proprietaria di crowdfunding immobiliare con un asset da milioni di euro. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua storia.
Qual è “l’ingrediente segreto” che ti ha permesso di creare tutto questo da zero?
“Per anni ho creduto che il posto in cui sono nato sarebbe stato quello in cui avrei vissuto per tutta la mia vita. Ma nel mio paese d'origine non ero felice. Sentivo che quel mondo che mi aveva permesso di fare le mie esperienze e di crescere iniziava a starmi stretto, mi limitava psicologicamente e non mi apparteneva più ormai. Fino a quando ho capito che siamo costantemente circondati da infinite possibilità, dobbiamo solo alzare lo sguardo e avere il coraggio di guardare più in alto, oltre gli invisibili confini che la società ci impone. E per farlo non basta desiderarlo, aspettando che sia qualcun’altro a fare il lavoro per noi. Ma è necessario volerlo, per la responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti di se stesso e della propria felicità. Se vogliamo definirlo ‘ingrediente magico’ questo è stato il mio: la forza di volontà. La forza di volontà, che è quel potere che tutti noi abbiamo a disposizione per combattere le persone, i pregiudizi, l’ignoranza, i condizionamenti mentali e gli accadimenti che si frappongono tra ciò che desideriamo e la nostra strada per realizzarlo. Qualunque sia il nostro progetto di vita, la forza di volontà è ciò che ci consente di raggiungere praticamente qualunque cosa”.
Pensi che i giovani qui in Italia abbiano abbastanza forza di volontà quando si tratta del loro futuro, o ti senti una mosca bianca a riguardo?
“Tutte le volte che mi fanno questa domanda mi arrabbio moltissimo. Puntualmente si insinua che noi giovani in Italia siamo tutti ‘pigri’, ‘mammoni’, ‘buoni a nulla’ solo perchè si prendono in considerazioni statistiche parziali. È facile dire che noi giovani non diamo una mano all’economia di questo Paese quando abbiamo un tasso di disoccupazione giovanile qui in Italia pari al 25,3%. Ma prendiamo come dato di riferimento anche gli 11 milioni di giovani tra i 18 e i 35 anni che sono costretti a lasciare il loro Paese perché non vengono valorizzati abbastanza, in favore di un estero che li accoglie a braccia aperte e ne riconosce tutta la loro preparazione e la loro bravura. Per l’esperienza che io ho con le mie aziende posso dire che la forza di volontà e il coraggio di riscattare quello che questo Paese non ci sta concedendo, non solo come lavoro ma come possibilità di futuro, è una caratteristica distintiva della mia generazione”.
A cosa sei stato disposto a rinunciare per arrivare a ricoprire una posizione dirigenziale in così poco tempo?
“Curioso come questa sia la stessa domanda che io faccio fare al reparto H&R del mio Gruppo: a cosa sei disposto a rinunciare per coprire questa posizione? Per me questa domanda è fondamentale, e sai perchè? Perché è la domanda che permette di misurare l’indice di volontà di qualsiasi persona. Per me, due sono gli indici importanti che ogni imprenditore deve sapere misurare per valutare se quella risorsa può apportare valore o no alla propria azienda: l’indice di volontà e l’indice di insegnabilità. L’indice di insegnabilità misura la capacità delle persone di imparare cose nuove, e di adattarsi subito alle nuove conoscenze. L’indice di volontà misura, in una scala da 1 a 10, la capacità di rinunciare a tutto quello che per noi è importante pur di restare concentrato sul proprio obiettivo. E lo si misura rispondendo proprio alla domanda: da 1 a 10 quanto sono disposto a rinunciare ai miei affetti, alla mia famiglia, al mio tempo libero, pur di ottenere quello che mi rende felice? Io ho rinunciato a stare al fianco della mia famiglia mentre mia nonna moriva in un letto di ospedale, ho accettato di non salutarla nel momento in cui ha esalato il suo ultimo respiro, ho rinunciato a metabolizzare il dolore della mia grande perdita con le persone che amo pur di venire qui a Roma e mettere alla prova quello che sapevo di poter realizzare. Più è alto è il tuo indice di volontà, maggiore sarà l’effetto moltiplicatore del tuo successo. Perché è con le azioni che miglioriamo la nostra vita. Ed è con la forza di volontà che si fanno le azioni. Tutti siamo capaci di spaccare il mondo, solo se decidiamo di farlo”.
Hai sempre pensato di essere destinato a fare grandi cose grazie alla tua esemplare forza di volontà?
“No, assolutamente no. A me la vita ha saputo solo dirmi una cosa, per anni: tu vali 0. Convinto di questo, per anni sono stato un giovane ragazzo lasciato allo sbaraglio, senza progetti, senza uno scopo. Ma questo non significava che io non sapessi fare nulla. E quello che sono riuscito a realizzare fino ad oggi mi sta dando ragione. Io credo fermamente che ognuno di noi abbia vari tipi di intelligenza: analitica, psicologica, emotiva. Conoscere le nostre passioni, coltivare le nostre intuizioni, fare in modo di svilupparle al massimo del nostro potenziale è quello che ci permette davvero nella vita di tutti i giorni di allenare il muscolo della volontà, e dare un senso alla nostra vita facendo quello che ci piace davvero senza dover scendere a compromessi con niente e con nessuno. Certo non è facile, dobbiamo volerlo davvero. Anche perché la società non ci illumina sui nostri sogni, non ci dà la tecnica e gli strumenti per trasformare quel sogno in obiettivo, in uno scopo”.
Cosa diresti ai tuoi coetanei per ispirarli a inseguire sempre i loro sogni?
“Qualcuno a volte mi dice che sono stato fortunato a raggiungere questi risultati a soli 23 anni. Ma come rispondo sempre, la vita ha due doni preziosi: la bellezza e la soddisfazione. La prima l’ho trovata nel cuore di chi ama, la seconda nella mano di chi s'impegna ogni giorno per diventare una persona migliore. Perché non c’è cosa più bella nella vita di avere grandi consapevolezze e precise prospettive. A te che leggi ti auguro di trovare la bellezza nel cuore delle persone che ti circonderanno sul lavoro e nella vita, ma soprattutto di godere della soddisfazione di diventare ogni giorno una persona migliore, grazie alla tua inesauribile forza di volontà che armerà di progetti, successi e solide realtà la tua mano. La vita non mi ha mai regalato nulla e grazie a tanto studio, impegno e forza di volontà ho approfondito quello che mi è sempre piaciuto: le scienze dell’incremento produttivo. Ora riesco a massimizzare le opportunità di vendita, risolvere problemi delle aziende e mettere insieme grandi team per grandi progetti. Gestisco e faccio parte di decine di aziende come General Manager, riuscendo a diversificare i miei investimenti in diversi ambiti e mercati. È proibito? Sì, è proibito non farlo. È proibito non creare la propria storia, non avere neanche un momento per la gente che ha bisogno di te, non comprendere che ciò che la vita ti dona non è scontato e non ti è dovuto. È obbligatorio, invece, pensare che possiamo solo migliorare. È obbligatorio sentire che, senza di te, questo mondo non sarebbe lo stesso”.